Rock maudit, nuova cascata ad Alagna per Trombetta e Margiotta
Il 16/01/2010 Diego Margiotta e Adriano Trombetta hanno effettuato la prima salita di “Rock maudit” (III - 4°+R/X e 5° - 150m), una cascata di ghiaccio di difficile formazione ad Alagna.
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Rock maudit, Alagna
arch. A. Trombetta
Difficile formazione, esposizione sud-ovest (quindi “caldissima”), ghiaccio sottile e staccato... Rock maudit è una cascata di ghiaccio all'insegna del “carpem diem” di Orazio, anzi di quel “ruba l'attimo” che sarebbe la traduzione più appropriata del verso del poeta latino... Insomma più del “grado” qui conta la “pericolostà”. Perché è una cascata “effimera” per antonomasia quella salita per la prima volta da Diego Margiotta e Adriano Trombetta. Di quelle dove occorre essere pienamente coscienti della aleatorietà e anche pericolosità del ghiaccio. Basta leggere il report di Adriano Trombetta per capirlo. Quindi attenzione: a buon intenditore poche parole...
Rock maudit di Adriano Trombetta
A inizio stagione Diego mi ha chiesto se quest’anno si sarebbero formate linee particolari…Sorrido a questo pensiero mentre scendiamo con gli sci da Gressoney per andare a salire la cascata più evidente di Alagna. I giochi dell’acqua nessuno li comprende, tanto più che non è solo la natura a deciderli ma spesso è l’uomo che mette lo zampino, magari abbandonando la fonte che serviva ad un alpeggio o chissà, deviando un ruscello anche lontano che va ad innescare giochi nei piccoli bacini idrici che si manifestano in chissà quanto tempo… Ecco che una cascata, che non era mai stata salibile (a meno di tentare un suicidio…), si presenta da lontano larga e invitante.
Da vicino la storia cambia, e poi, dopo le telefonate fatte ai “locals” i quali ti dicono: “crolla di brutto”, “è già crollata in parte a Dicembre”, “è tutta al sole, va fatta di notte” e altri commenti che è meglio non riportare, da vicino cambia davvero! …è sottile!
Il primo tiro varia spessore fra i 5 e i 20 cm per una trentina di metri, a metà presenta il primo taglio orizzontale; alla sosta su due chiodi da roccia (vecchia esercitazione della finanza ci dicono) ti accorgi che quasi tutta la via e rialzata dalla roccia e poggia su placche levigate, insomma, la fai un po’ nelle brache visto che piano di scivolamento migliore non riesci ad immaginarlo!
Il secondo e terzo sono la stessa storia, ma un bel po’ più duri. Viti ne metti veramente poche e la cosa più tesa è la sosta, Diego è un mago a crearla nell’unica nicchietta non cotta dal sole. Nel frattempo la musica pompa ad alto volume dal “baby” sottostante ed è una figata quando, dopo 55 metri di tiro (il terzo), quando ormai pensavo di dover chiamare il socio in conserva inizia a suonare “Siamo fuori dal tunnel” e con Caparezza trovo il primo ghiaccio utile!
Siamo ora sotto la candela finale, strapiomba leggermente ed il ghiaccio è stupendo, poroso, blu e ciccione… Il sogno di una vita prende forma: scalare tamarro con gli ACDC e i Rage against the machine che echeggiano per la valle! …E poi giù tre doppie a fuoco, l’ultima su di una clessidra un po’ ai “limiti”… bisogna prendere la funivia per tornare a Gressoney prima che chiuda.
Qualche considerazione più seria: Non so se quest’anno qualcuno riuscirà a ripeterla, la giornata velata ci ha graziati e al primo rialzo termico la struttura peggiorerà ancora. Non si può proteggere su roccia perché sui bordi diventa inconsistente. Difficile dare un grado di ambiente da quando si usano i parametri “R”(poco proteggibile/sottile) e “X”(rischio di crollo); non ci fossero questi, il grado ambientale sarebbe V, come appunto dovrebbe essere in una via dov'è anche molto difficile concepire le soste.
Ho voluto esprimere una doppia gradazione per la difficoltà in quanto il duro non è certo l’ultimo tiro, quello di 5° ma il secondo e terzo di 4°+R/X. Dare semplicemente 5°R/X mi sembrava eccessivo.
Rock maudit - Alagna
III - 4°+R/X e 5° - 150m
Esposizione Sud-Ovest
Quota 1350m
Accesso: uscire da Alagna in direzione fondovalle. Parcheggiare al campetto da sci e continuare, prima su strada e poi nel bosco fino all’evidente cascasta posta davanti alla cava. 25 minuti.
Rock maudit di Adriano Trombetta
A inizio stagione Diego mi ha chiesto se quest’anno si sarebbero formate linee particolari…Sorrido a questo pensiero mentre scendiamo con gli sci da Gressoney per andare a salire la cascata più evidente di Alagna. I giochi dell’acqua nessuno li comprende, tanto più che non è solo la natura a deciderli ma spesso è l’uomo che mette lo zampino, magari abbandonando la fonte che serviva ad un alpeggio o chissà, deviando un ruscello anche lontano che va ad innescare giochi nei piccoli bacini idrici che si manifestano in chissà quanto tempo… Ecco che una cascata, che non era mai stata salibile (a meno di tentare un suicidio…), si presenta da lontano larga e invitante.
Da vicino la storia cambia, e poi, dopo le telefonate fatte ai “locals” i quali ti dicono: “crolla di brutto”, “è già crollata in parte a Dicembre”, “è tutta al sole, va fatta di notte” e altri commenti che è meglio non riportare, da vicino cambia davvero! …è sottile!
Il primo tiro varia spessore fra i 5 e i 20 cm per una trentina di metri, a metà presenta il primo taglio orizzontale; alla sosta su due chiodi da roccia (vecchia esercitazione della finanza ci dicono) ti accorgi che quasi tutta la via e rialzata dalla roccia e poggia su placche levigate, insomma, la fai un po’ nelle brache visto che piano di scivolamento migliore non riesci ad immaginarlo!
Il secondo e terzo sono la stessa storia, ma un bel po’ più duri. Viti ne metti veramente poche e la cosa più tesa è la sosta, Diego è un mago a crearla nell’unica nicchietta non cotta dal sole. Nel frattempo la musica pompa ad alto volume dal “baby” sottostante ed è una figata quando, dopo 55 metri di tiro (il terzo), quando ormai pensavo di dover chiamare il socio in conserva inizia a suonare “Siamo fuori dal tunnel” e con Caparezza trovo il primo ghiaccio utile!
Siamo ora sotto la candela finale, strapiomba leggermente ed il ghiaccio è stupendo, poroso, blu e ciccione… Il sogno di una vita prende forma: scalare tamarro con gli ACDC e i Rage against the machine che echeggiano per la valle! …E poi giù tre doppie a fuoco, l’ultima su di una clessidra un po’ ai “limiti”… bisogna prendere la funivia per tornare a Gressoney prima che chiuda.
Qualche considerazione più seria: Non so se quest’anno qualcuno riuscirà a ripeterla, la giornata velata ci ha graziati e al primo rialzo termico la struttura peggiorerà ancora. Non si può proteggere su roccia perché sui bordi diventa inconsistente. Difficile dare un grado di ambiente da quando si usano i parametri “R”(poco proteggibile/sottile) e “X”(rischio di crollo); non ci fossero questi, il grado ambientale sarebbe V, come appunto dovrebbe essere in una via dov'è anche molto difficile concepire le soste.
Ho voluto esprimere una doppia gradazione per la difficoltà in quanto il duro non è certo l’ultimo tiro, quello di 5° ma il secondo e terzo di 4°+R/X. Dare semplicemente 5°R/X mi sembrava eccessivo.
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Accesso: uscire da Alagna in direzione fondovalle. Parcheggiare al campetto da sci e continuare, prima su strada e poi nel bosco fino all’evidente cascasta posta davanti alla cava. 25 minuti.
Note:
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