Piedra Bolada (Messico): la prima salita di Cecilia Buil e Sergio Almada

Nell'aprile 2014 Cecilia Buil e Sergio Almada hanno effettuato la prima salita della Piedra Bolada in Messico aprendo la nuova via Rastamuri (VI, 5.11/A4, 1030m).
1 / 8
Rastamuri (VI, 5.11/A4, 1030m), Piedra Bolada, Messico, salita da Cecilia Buil e Sergio Almada nell'aprile 2014
archivio Cecilia Buil
Stesso team, stesso paese, stessa valle perfino, ma questa volta una cima diversa: un anno dopo aver aperto la via Tehué su El Gigante in Messico, la climber spagnola Cecilia Buil e il climber messicano Sergio Almada hanno ora effettuato la prima salita di Piedra Bolada nel pittoresco canyon Candameña in Messico. Nonostante sia situata di fronte alla famosa big wall El Gigante, questa parete alta circa mille metri non era mai stata salita ed ora ospita, nel bel mezzo della sua parete ovest, la via Rastamuri. Per aprirla sono stati necessari 14 giorni, con 13 notti trascorse in parete, durante le quali sono state affrontate difficoltà stimate attorno al VI 5.11/6c+, A4. Vale la pena notare che la linea è protetta da un mix di protezioni trad, chiodi e 59 spit, 40 dei quali messi alle soste. Il che significa soltanto 19 spit in oltre mille metri di via, lì "dove era assolutamente necessario".


CHIHUAHUA E LA PRIMA SALITA DI PIEDRA BOLADA IN MESSICO
di Cecilia Buil

Tra l' 8 e il 27 aprile Sergio "Tiny" Almada ed io abbiamo scalato nel Candameña canyon, effettuando la prima salita di questa parete vergine alta oltre 900m. Situata di fronte a El Gigante, i primi 300 metri della sua parete sud sono ricoperte di piante e roccia friabile e questo è probabilmente il motivo per cui questa big wall era rimasta vergine fino ad ora.

La settimana prima della mia partenza Tiny stava analizzando diverse nuove opzioni nel canyon Candameña e mi ha mandato una foto della parete ovest del Piedra Bolada. Subito sono stata sorpresa dal fatto di come la parete continuasse ininterrotta fino in cima, non fosse ricoperta da vegetazione e sembrasse alta quanto El Gigante.

Ero molto motivata, la parete sembrava enorme e interessante ed una settimana più tardi sono volata a El Paso per iniziare a preparativi per la salita. Tre giorni più tardi abbiamo raggiunto Basaseachic e abbiamo cercato Valentin, il local che ci ha poi mostrato come raggiungere il campo base nella miglior maniera possibile. Isidro, un altro local, ci ha dato una mano a portare del materiale, mentre Oscar Cisneros era lì per aiutarci con la logistica, inoltre con il lui volevamo stare in contatto radio ogni tre giorni circa.

Abbiamo iniziato l'avvicinamento nel pomeriggio dell' 8 aprile raggiungendo la base della parete dopo una camminata di 6 ore e un bivacco lungo il sentiero. Il 9 aprile Tiny ed io abbiamo aperto il primo tiro mentre Oscar trasportava l'acqua dal fiume, situato a circa 80 metri sotto l'inizio della nostra via (alcuni tratti della parete partono direttamente a livello dell'acqua). Abbiamo fissato i primi tre tiri (uno di 5.10 e due di A4) e ben presto ci siamo resi conto che l'arrampicata sulla parte bassa della via sarebbe stata lenta e difficile, quindi abbiamo deciso di portare cibo e acqua per 15 giorni. 84 litri di acqua... I nostri haulbags pesavano 120 kg!

Il 13 di aprile Tiny ed io siamo partiti, abbiamo fissato il quarto tiro e dormito alla seconda sosta. Durante i primi 10 giorni abbiamo guadagnato circa 600m di altezza, a volte eravamo felici se salivamo 50 metri al giorno. La parte inferiore del parete non presenta molte fessure e quelle che abbiamo trovato erano cieche oppure di roccia friabile. Abbiamo aggirato cinque tetti e salito numerosi tiri con l'uso dell'artificiale fino all' A4, alcuni tiri sono stati saliti in libera fino al 5.11 mentre ci sono stati alcuni tiri con protezioni molto distanziate gradate 5.10+.

Quando abbiamo raggiunto la prima cengia grande abbiamo finalmente visto un po' di luce alla fine del tunnel, davanti a noi c'erano molte più fessure e l'arrampicata si presentava sembrava fattibile in libera. Infatti, da qui in poi siamo riusciti a scalare in libera circa 100 metri al giorno e ci siamo divertiti molto, anche tirando su tutto il materiale!

Abbiamo raggiunto la seconda terrazza il 25 aprile. Oscar era sceso in corda doppia per scattare alcune foto e ha dormito assieme a noi. Da qui siamo saliti altri tre tiri e abbiamo terminato la via il 26 aprile, dopo aver salito 24 tiri e trascorso 13 notti e 14 giorni in parete. Abbiamo dormito in vetta e ci siamo svegliati ad osservare El Gigante leggermente al di sotto di noi. Eravamo così felici! Avevamo appena effettuato la prima salita di questa enorme big wall, chiamando la nostra via Rastamuri. Abbiamo lasciato 4 chiodi e 59 spit in parete, 40 dei quali alle soste.


Note:
Expo.Planetmountain
Expo C.A.M.P.
Expo La Sportiva
www
www.ceciliabuil.com



Ultime news


Expo / News


Expo / Prodotti
Singing Rock Rocking 40 - zaino da arrampicata in falesia
Zaino da arrampicata in falesia con pannello superiore e posteriore, facile accesso allo scomparto principale e tante funzioni interessanti.
Guanti Grivel GUIDA HDry
I guanti Grivel Guida HDry rappresentano l'evoluzione del modello Guida, arricchiti dalla tecnologia HDry, che li rende ideali in ogni condizione atmosferica.
Ramponi da sci alpinismo semiautomatici Rutor
Ramponi da sci alpinismo semiautomatici a 10 punte.
Imbragatura per arrampicata CAMP Energy CR3
Imbragatura molto comoda e leggera, ideale per l’arrampicata su roccia a tutti i livelli.
Ferrino Lena Pant - pantalone softshell per alpinismo invernale
Pantalone softshell unisex appositamente studiato per l'alpinismo invernale.
Karpos Storm Evo Jacket - giacca da scialpinismo
Karpos Storm Evo Jacket, una giacca ideale per lo scialpinismo.
Vedi i prodotti