Parapendio in Patagonia, Aaron Durogati vola nel massiccio del Fitz Roy
"Il sogno, ve lo dico sinceramente, era di volare dalla cima del Cerro Torre insieme a Daniel Ladurner, purtroppo però quando eravamo lì le condizioni erano proibitive." Esordisce così Aardon Durogati, campione di parapendio nonché forte alpinista e freerider, che ad inizio di gennaio si era recato in Patagonia insieme a Ladurner per un progetto alquanto insolito: volare con il parapendio da alcune delle montagne più famose del massiccio del Fitz Roy e del Cerro Torre.
Come spesso accade in Patagonia, il Torre non gli ha concesso nemmeno un timido tentativo di salita. Nei primi giorni di tregua Durogati insieme ad un bel gruppo di alpinisti italiani è salito in cima alla Aguja Poincenot lungo la via Whillans, ma con i venti patagonici ad oltre 100 km/h un volo da lì era impensabile.
Impressionate è stata, durante la seconda finestra di bel tempo, la partenza dalla Aguja Saint Exupery a circa 50 metri sotto la cima. "E’ stato uno dei decolli più tecnici che io abbia mai fatto, da un piccolo balcone largo circa 3 metri, fascioni di roccia poi il grande vuoto. Credo che questo volo dopo 15 ore in parete da una cima di questa caratura sia qualcosa di abbastanza eccezionale. Ci vuole fortuna a trovare una giornata che renda possibile il volo qui in Patagonia e dopo aver arrampicato per così tante ore aver ancora la concentrazione per decollare da un posto dove non è consentito nessun errore mi rende super felice!"
Il volo stesso è stato "bellissimo e intenso, dopo una parte un po' turbolenta l'aria era più tranquilla e ho potuto girare qualche trick e godere la vista del gruppo del Fiz Roy da un punto di vista speciale, dall’aria! Alla fine sono atterrato nei pressi del nostro bivacco e ho aspettato i miei compagni di avventura che hanno dovuto calarsi per quasi tutta la notte e sono arrivati verso le 3 del mattino. Super felici e distrutti la mattina seguente siamo scesi a El Chalten e siamo andati a festeggiare la nostra seconda cumbre."
Aguja Saint Exupery
Gli altri voli, sempre spettacolari, sono stati dalla base della Aguja de l’S in tandem con Tommaso Lamantia perché in cima "il vento era molto forte e con la direzione sbagliata per provare il decollo", e dai pressi della cima dello splendido ago di Mojón Rojo nonché dal Passo Guillaumet.
Mojón Rojo
Dopo praticamente un mese trascorso a El Chalten, Durogati ha le idee chiare. "Diciamo che la zona non si presta per fare voli tranquilli" ci ha spiegato il 33enne di Merano "volare in Patagonia è una delle cose più difficili che ho mai fatto. C’è sempre vento e le partenze sono abbastanza 'sportive'. Capisco bene perché qui praticamente non abbia mai volato nessuno, e combinare arrampicare e volare è fantastico ma alla stesso tempo super impegnativo… Ma i panorami sono a dir poco spettacolari."
Durogati ha utilizzato un parapendio da paralpinismo, molto stabile nonostante il peso di poco più di 2 chili. In tutto la sua attrezzatura, parapendio più 200 grammi di imbrago, pesava attorno ai 2,5 chili per un volume di circa 24 litri. Un peso ed un ingombro più che maneggevole quindi per un’attività - il paralpinismo - che sta prendendo sempre più piede.
"Vedere queste famose cime da un’altra prospettiva è stato fantastico. Volare sopra i ghiacciai, vedere da vicino il Fitz Roy è stato spettacolare" conclude Durogati. E il Cerro Torre? "Probabilmente tornerò. Ma per riuscirci devono incastrarsi tante cose. Bisogna innanzitutto avere fortuna ed avere una finestra di bel tempo. Poi bisogna essere sufficientemente bravi per arrivare in cima. Poi, non per l’ultimo, le condizioni per volare devono essere assolutamente perfette. Ma decollare dal fungo sarebbe magico."
Aaron ringrazia: Salewa, Red Bull, Digital Lighthouse
Link: FB Aaron Durogati, IG Aaron Durogati