Oman Climbing Trip 2017: esplorazioni, arrampicate e aperture sulle montagne della penisola arabica

Il racconto del viaggio arrampicata di Daniele Canale, Manrico Dell’Agnola (CAAI, Gruppo Orientale), Tommaso Lamantia (Tecnico CNSAS), Giovanni Pagnoncelli (CAAI, Gruppo Occidentale) e Marcello Sanguineti (CAAI, Gruppo Occidentale) sulle montagne dell’Oman. Il bilancio: una ripetizione e l’apertura di cinque vie nuove.
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Oman Climbing Trip 2017: sulla via 'Mia nei Giardini di Zaherd'
Dell’Agnola / Lamantia / Pagnoncelli / Sanguineti

Il 31 dicembre, poco dopo l’inizio di questo strano inverno - proprio quando più assomiglia a una sorta di “primavera impropria” - ci imbarchiamo alla volta di Muscat, capitale dell’Oman, con scalo intermedio Istanbul. Il Sultanato dell'Oman è situato nella porzione sud-orientale della penisola arabica; confina con gli Emirati Arabi Uniti a nord-ovest, con l'Arabia Saudita a ovest e con lo Yemen a sud-ovest.

Il nostro obiettivo è l’apertura di vie nuove sulle montagne dell’Oman settentrionale. Nonostante le quote siano relativamente basse, le montagne di questo Paese, innalzandosi dal deserto, offrono impressionanti pareti verticali. In particolare, i Monti Ḥajar si estendono verso sud-est, paralleli alla lunga e stretta piana costiera di Al-Bāṭinah, sul golfo di Oman, tra la penisola di Musandam e un punto in prossimità di capo al-Ḥadd, all'estremità orientale della penisola arabica. Il monte Shams («Montagna del Sole»), alto 2980 metri, è il punto più elevato del Paese. Il grande spartiacque centrale del Wadi Samāʾil separa gli Ḥajar in una catena occidentale e in una orientale. Un altopiano interno digrada a sud-ovest dei monti Ḥajar fino al grande deserto del Rub' al-Khali («il Quarto Vuoto»), che il sultanato condivide con Arabia Saudita e Yemen.

I primi scalatori europei si sono recati in Oman non prima di una quarantina di anni fa e da allora gli alpinisti hanno tracciato solo alcune linee sulle principali vette. Il potenziale per l’esplorazione e l’apertura di nuove vie sulle montagne dell’Oman è enorme: come resistere a questo richiamo?!

Nei 15 giorni di durata della nostra vacanza alpinistica ci muoviamo da un wadi all’altro (wadi = canyon, spesso delimitato da alte pareti, in cui scorre - o scorreva - un corso d'acqua a carattere non perenne), letteralmente a caccia di linee estetiche sulle montagne calcaree che si innalzano dal deserto della penisola arabica.

Tanto per "prendere le misure" all’arrampicata locale, Daniele "Jack" Canale, Tommaso "Tommy" Lamantia ed io iniziamo con la ripetizione di Banane & Citron (240m, VII+), nel Wadi Tiwi, a sud di Muscat. Durante l’avvicinamento attraversiamo un caratteristico villaggio pullulante di bambini e un’oasi i cui sistemi di canalizzazione rappresentano veri capolavori "d'ingegneria idraulica rurale". Dopo un trekking nel Wadi Sham, famoso per le piscine naturali d’acqua dolce, risaliamo a nord e ci spostiamo a ovest di Muscat, nella zona delle cittadine di Nizwa e Bahla, che sarà la nostra "base operativa" per il resto della vacanza.

Sulla cima ovest di Jabal Fokha (noto anche come Al Hamra Towers), Giovanni "Pagno" Pagnoncelli , Jack, Tommy ed io apriamo in un paio di giorni Mia nei Giardini di Zaherd (270m, 6b+), per poi trascorrere la serata del secondo giorno a casa di Zaherd - conosciuto durante la discesa dalla montagna – che, senza <<se>> e senza <<ma>>, ci vuole suoi ospiti. Altri due giorni ci richiede l’apertura di Bahla coi Lupi (270m, 6c+ e 6c/A0), sulla cima centrale delle Al Hamra Towers, questa volta anche con Manrico, rientrato da una settimana di turismo nell’Oman del sud, insieme a Antonella Giacomini e Micaela Boscarin. La via scala una linea molto logica, che parte in camino e si sviluppa lungo fessure, placche e diedri per uscire diritta in vetta, attraverso il superamento di un atletico tetto.

Dopo una giornata di esplorazione delle pareti di Wadi Bani Awf e Jabal Kawr e il rientro di Pagno in Italia, Jack, Manrico, Tommy ed io apriamo No Wind, no Wine (210m, 6b+), sulla Wall of Shadows del Wadi Bani Awf. La scelta del nome è dovuta all’illusoria speranza che il fortissimo vento trovato durante l’apertura sia compensato la sera da una buona bottiglia di vino rosso, in pratica introvabile in Oman… speranza purtroppo regolarmente delusa…! Sempre noi quattro, il giorno successivo apriamo Ma che Guhl! (100m, 6a), nel Wadi Nakhar, vicino alla località di Guhl. Il nome di questa breve via, ricca di incastri di vario tipo, è ispirato al fatto che trovare una linea naturale così estetica è stata proprio una gran botta di “guhl”…

Anche Tommy rientra in Italia; Jack, Manrico ed io ci dedichiamo all’esplorazione delle pareti di Wadi Tanuf. In fondo al wadi si trova un caratteristico villaggio, in cui i ragazzini ci dimostrano l’incredibile abilità nella scalata delle palme. Ci focalizziamo su una delle pareti sulla sinistra orografica, dove individuiamo una possibilità di salita che, evitando le placche, potrebbe essere scalata in stile completamente trad (in occasione delle quattro aperture precedenti, avevamo fatto uso di spit per le soste e su alcuni tiri). La studiamo a lungo e ritorniamo l’indomani. Con una buona dose d’intuizione, portiamo a termine Fantasia Trad (410m, 6b max): una vera e propria cavalcata su difficoltà classiche - usando solo due chiodi e, per il resto, protezioni veloci – e roccia che su alcuni tiri richiede un’attenta valutazione e sangue freddo… Insomma, ingaggio assicurato!

Infine, anche per Jack, Manrico e il sottoscritto arriva il giorno del rientro, il 15 gennaio. Quando atterriamo a Milano ci rendiamo conto che, nel frattempo, l’inverno è arrivato: finalmente le temperature sono degne dell’inverno! Pochi giorni dopo inauguro la stagione di cascate con “Glacenost”, passando in pochi giorni da temperature fino a 35° ai -12° delle Alpi: decisamente un bel modo per festeggiare le aperture dell’Oman e passare quasi istantaneamente dalla “modalità calcare infuocato” alla “modalità ghiaccio verticale”!

Attività svolta
Wadi Tiwi: ripetizione di “Banane & Citron” (240m, VII+). Canale/Lamantia/Sanguineti, 2/1/2017.
Jabal Fokha (Al Hamra Towers), W Summit: apertura di “Mia nei Giardini di Zaherd“ (270m, 6b+). Canale, Pagnoncelli, Lamantia, Sanguineti, 5-6/1/2017.
Jabal Fokha (Al Hamra Towers), Middle Summit: apertura di “Bahla coi Lupi” (270m, 6c+ e 6c/A0). Canale, Pagnoncelli, Lamantia, Sanguineti, 7-8/1/2017.
Wadi Bani Awf, Wall of Shadows: apertura di “No Wind, no Wine” (210m, 6b+). Canale/Dell’Agnola/Lamantia/Sanguineti, 10/1/2017
Wadi Nakhar, Al Haijr: apertura di “Ma che Guhl!” (100m, 6a). Canale/Dell’Agnola/Lamantia/Sanguineti 11/1/2017.
Wadi Tanuf: apertura di “Fantasia Trad” (410m, 6b max). Canale/Dell’Agnola/ Sanguineti, 13/1/2017.

Per le ripetizioni, prevedere una serie di Camalot C4 fino al #3, qualche micro-friend e una serie di nut. Per la via 6 è utile, ma non strettamente necessaria, una scelta di chiodi. Le vie 2, 3, 4 e 5 hanno soste a spit e alcuni spit sui tiri. La via 5 è stata aperta completamente trad. Dalle vie 1, 2, 3, e 4 e 5 si scende in doppia. In alternativa, da 4 si può scendere lungo il canale che si trova a destra guardando la parete. La discesa da 6 si effettua dapprima disarrampicando fino alla grande cengia, sulla quale si reperiscono le calate della via “Oublie Tout”.

Recentemente è uscita la guida di Jacob Oberhauser “Climbing in Oman” (Panico Alpinverlag, 2014), molto utile per orientarsi fra i vari settori si scalata dell’Oman.

di Marcello Sanguineti

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