Nuova via di Bubu Bole sulla Torre Trieste
Il 30/09 Mauro Bubu Bole ha salito in libera e in giornata la nuova via che ha aperto, nel corso dello stesso mese, sulla parete sud ovest della Torre Trieste. L'itinerario dedicato a Patrick Berhault ha sviluppo di oltre 900m e difficoltà max di 8a.
Il 30 settembre scorso Mauro Bubu Bole ha salito in libera e in giornata la nuova via che aveva aperto, nel corso dello stesso mese, sulla parete sud ovest della Torre Trieste. L'itinerario, dedicato a Patrick Berhault, ha uno sviluppo di oltre 900m (20 lunghezze) con difficoltà massima di 8a. Si tratta della prima via nuova aperta da Bole sulle Alpi. La "Patrick Berhault" alla Torre Trieste sale con una linea pressocchè diritta al centro della grande parete e attacca nello stesso punto della via Piussi, con la quale ha una sosta in comune alla sesta lunghezza. Il tratto più difficile (8a) è rappresentata da una placca di 50 metri con appigli piccoli su roccia grigia, verticale e sanissima che si affronta alla 14° tiro. La via è stata equipaggiata con spit da 8mm. In proposito Bole scrive: "esiste il pericolo di volare lungo... e non sempre su buone protezioni!" e mette in guardia anche su alcuni tratti non proprio di roccia solida lungo la via.
Torre Trieste: via nuova dedicata a Patrick Berhault di Bubu Bole Giovedì 30 settembre, 4 e 30 del mattino: ho acceso il motore dellauto, ho messo la musica giusta... quella che mi doveva svegliare da quelle poche ore di sonno, e sono partito da Trieste per completare, finalmente, il mio nuovo progetto. Due ore e mezza di viaggio, ripassando mentalmente le sequenze più impegnative della via, e arrivo alla Capanna Trieste (località Listolade, Agordo), dove ho appuntamento con Giuseppe Ballico Beppeche maccompagnerà sullimponente parete sud ovest della Torre Trieste. Lobiettivo è la libera integrale (e in giornata) della via che ho aperto durante tutto questo mese di settembre. Tutto è filato liscio come lolio... doveva andare così! Perché ormai siamo a fine stagione e se qualcosa fosse andato storto cera il rischio che non si presentasse più una giornata buona per finire la via. Infatti, è stata tutta una corsa con i minuti contati che dopo undici ore mi ha portato a salire lultimo tiro con la frontale. Undici ore che mi hanno proprio prosciugato, sia fisicamente sia mentalmente, anche perché oltre allimpegno della salita cera la consapevolezza che non potevo sbagliare ma anche (e soprattutto) che nessun appiglio si doveva rompere... era questo il rischio principale! Ripetere il tiro significava abbandonare il progetto per le poche ore di luce a disposizione. Naturalmente la corsa è riuscita anche grazie alla tenacia e costanza di Beppe che come un siluro mi seguiva di sosta in sosta. Sì, tutto era concentrato sulle lancette dellorologio che giravano veloci come non mai, mentre nei miei pensieri quasi non esisteva il rischio di volare. Eppure in questa via esiste il pericolo di volare lungo... e non sempre su buone protezioni! Forse proprio questo pensiero del reale rischio che avevo affrontato è quello che poi... mi ha turbato mentre guidavo verso casa il giorno dopo! Dopo larrivo in cima siamo scesi fino a metà parete dove abbiamo passato la notte nel portaledge, usato come base durante lapertura. La mattina dopo, infatti, avevo appuntamento in parete con Fabio Dandri per fare qualche scatto, e con Stefano Figliolia per le riprese video. Ma per tutto il giorno siamo stati sommersi dalla nebbia che ci ha perseguitato fino alla comune decisione di abbandonare il set. Stiamo ancora aspettando una giornata favorevole per tornare in parete per finire il lavoro e togliere tutto! Questa mia prima avventura, come apritore sulle Alpi, si è conclusa grazie alla costanza dei quattro compagni che mi hanno accompagnato in parete e che hanno creduto in me e sostenuto il mio progetto. Per quantità di ore passate in parete: il triestino Stefano Figliolia, il Beppe, Aldo Michelini anche lui triestino, Gianmario Meneghin Ghin. Infine, un grazie particolare va a Patrick Berhault (alluomo Patrick Berhault) per tutto quello che è riuscito a trasmettere in questi anni a me e a tutti quelli che hanno fatto dellarrampicata una scelta di vita ecco perché ho dedicato questa via alla sua memoria! Ho usato, prima per pigrizia, poi per scelta spit da 8mm battuti a mano. Tutto il materiale utilizzato è rimasto in parete, comprese le soste. Per una ripetizione consiglio di portare una serie di friends, nuts, due corde da 50m, più una buona dose di volontà e sensibilità per muoversi sul marcio. di Mauro Bubu Bole |
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