Monte Rondinaio Parete Nord Est: la perla nascosta del misto appenninico

Alpinismo nell'Appennino Tosco-Emiliano: Marco Barbieri presenta la parete Nord Est del Monte Rondinaio, considerato uno dei migliori terreni di avventura sul misto appenninico. Il 10-11 febbraio 2018 sulle sponde del Lago Santo Modenese, sui dirupi dei monti Giovo, Rondinaio e Rondinaio Lombardo si terrà un meeting aperto a tutti per far conoscere queste montagna e festeggiare il 10° anniversario del gruppo Alpinisti del Lambrusco.
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Verso il Monte Rondinaio 1,964 m
archivio Marco Barbieri

Nel cuore dell’Appennino Tosco-Emiliano le vette attorno al Lago Santo, circondate da splendide valli e circhi glaciali e impreziosite dai più bei laghetti appenninici, sono un paradiso per gli amanti degli spazi incontaminati. Monte Giovo, Monte Rondinaio e Rondinaio Lombardo sembrano volersi differenziare da tutte le altre cime della catena, mostrando un carattere più alpino e slanciato. Gli strati di arenaria che affiorano dai pratoni del crinale, decisamente inadatti all’arrampicata estiva, e i ripidi canaloni che solcano i versanti sono luoghi molto più raccomandabili in inverno, quando vengono trasformati da neve e ghiaccio per la gioia degli “appenninisti”. Proprio il Lago Santo è il punto di partenza per la maggior parte degli itinerari alpinistici invernali della regione; famosi sono i canali del Giovo, estetici e incassati, spesso in buone condizioni, che vedono decine di ripetizioni ogni inverno, mentre il Rondinaio è spesso affollato da scialpinisti che si godono i facili pendii tra la vetta e il Lago Baccio, in una delle zone più nevose dell’Appennino Settentrionale.

Dietro l’angolo, come spesso accade, si può trovare un “lato B” selvaggio e solitario, riservato solamente ai veri amanti del genere: nel caso del Rondinaio la Parete Nord Est. Un percorso più lungo e spesso da tracciare che attraversa la valle del Lago Turchino, dietro al quale si innalza imponente e grandiosa la parete più suggestiva di tutto il gruppo montuoso. Non è la più grande, ma nei suoi circa 150 m di altezza concentra tutte le caratteristiche più estreme dell’appenninismo invernale: verticalità, colate di ghiaccio effimere, roccia malferma ne fanno uno dei migliori terreni di avventura sul misto appenninico.

La storia alpinistica di questa parete ebbe inizio già nel 1968: Marcello Pesi e compagni, forti alpinisti lucchesi abituati al misto esigente delle Alpi Apuane, percorrono per primi le debolezze della parete. Una via innovativa, che sposta in avanti il livello tecnico fino ad allora raggiunto in Appennino, e che diventerà un classico banco di prova per i più temerari esploratori appenninici.
Occorre attendere il nuovo millennio per vedere altri itinerari sul Rondinaio, piccole grandi imprese ad opera dei “compagni di merende” Bruno Barsuglia, Marco Colò e Giorgio Cotelli. Questi toscani hanno il merito di aver importato in Appennino tutte le potenzialità di moderne tecniche e materiali, tracciando difficili vie di misto su questa parete e sul vicino Rondinaio Lombardo. Infine gli inverni anomali degli ultimi anni, con condizioni spesso eccezionali, hanno permesso un nuovo fiorire di itinerari: tra tutte la direttissima Viva Rotari e recentemente la ancora più diretta Angeli del Ghiaccio, entrambe dalla formazione molto rara, che percorrono la rocciosa parte centrale della parete.

Rondinaio, Parete Nord Est – itinerari scelti
Gli itinerari qui descritti si svolgono su terreno invernale misto, ripide balze di roccia malferma, toppe erbose, effimere colate di ghiaccio dalla qualità spesso dubbia e solo in minima parte su più agevoli pendii nevosi. Le condizioni della parete sono pertanto di fondamentale importanza per intraprendere la salita in sicurezza. L’esposizione ai primi raggi di sole suggerisce una partenza notturna in caso di temperature prossime allo zero. Con ottime condizioni le salite diventano particolarmente divertenti e si prestano ad essere effettuate in serie, sfruttando il facile canale sul lato settentrionale per tornare alla base della parete. In alcune delle vie sono presenti soste o chiodi di passaggio in loco, ma è bene non farvi troppo affidamento in quanto potrebbero risultare coperti.

A) Canale Cascata. D+, 80° - Primi salitori sconosciuti Vai alla relazione
B) Couloir Senza Nome. D+, 80° - Primi salitori sconosciuti
C) Couloir Fantasma. TD+, 90° - B. Barsuglia, M. Colò, G. Cotelli, 8/1/2000
D) Dalla nebbia alle nuvole. D+, 75° - M. Barbieri, B. Moranduzzo, 22/1/2017
E) Viva Rotari. TD, 90° - M. Barbieri, F. Tardini, N. Vernazza, 26/1/2014 Vai alla relazione
F) Angeli del Ghiaccio. TD+, 80° - A. Biffignandi, G. Campanella, D. Damato, 19/2/2017
G) Variante Codeluppi-Iotti. TD, 80° - G. Codeluppi, D. Iotti, 25/2/2017
H) Via Pesi. D, 65° - P. Bartoloni, D. Ciuffi, M. Pesi, F. Pollastrini, 3/3/1968. Vai alla relazione

Avvicinamento: dal Lago Santo due possibilità: 1) tramite il sentiero 519, salendo poi a destra per il sentiero 517 fino al Lago Turchino. Proseguire oltre il lago fino ai piedi della parete; 2) tramite il sentiero 532, passando per il Lago Baccio e proseguendo per la valle in direzione della vetta del Rondinaio. Prima dei pendii sommitali raggiungere il colletto a sinistra della cima (Finestra del Rondinaio – fin qui quasi sempre tracciato), abbassarsi nel versante opposto e traversare a destra verso la parete. Circa 1h 30.
Discesa: Per i facili pendii nord in direzione del Lago Baccio.
Materiale: Normale da alpinismo invernale, dadi e friend, chiodi da roccia (soprattutto a lama sottili), utilissimi ice piton, warthog (o altre protezioni da terra), fittoni, corpo morto, viti da ghiaccio solo su itinerari o condizioni particolari.
Bibliografia: Appennino di neve e di ghiaccio – vol.2 di Marco Barbieri, Nicola Roncaglia, Gian Paolo Santunione, Idea Montagna Edizioni
Edito da IdeaMontagna nel dicembre 2016 e dedicato all’alpinismo invernale nell’Appennino Tosco-Emiliano, nel volume vengono descritti i percorsi alpinistici invernali alle 10 principali vette che vanno dal Monte Giovo al Corno alle Scale. Sono comprese in questa sezione le cime del Rondinaio, Alpe Tre Potenze, Monte Gomito, Monte Cimone, Libro Aperto e Monte Spigolino.
L’intento degli autori è quello di far conoscere la bellezza dell’ambiente appenninico nella stagione invernale e le sue grandi possibilità alpinistiche, descrivendo il maggior numero possibile di itinerari: canali, vie di ghiaccio e di misto, creste e traversate. Qui, durante i mesi maturi dell’inverno, tutto è amplificato: neve, ghiaccio e vento scolpiscono e modellano le creste, le pareti ed i canali del crinale, trasformandolo in un vero e proprio luna park appenninico per appassionati di piccozze e ramponi. Quello proposto è un alpinismo di ricerca, che va curato e seguito nei modi e nei tempi per cogliere al volo le giuste giornate che sapranno sicuramente regalare bei momenti di “appenninismo” sulle montagne dietro casa.

Scanalando 2018 – Ice meeting al Lago Santo – 10 - 11 febbraio 2018
Gli Alpinisti del Lambrusco sono lieti di invitare tutti gli appassionati di alpinismo invernale alla seconda edizione di “Scanalando”. Un'edizione speciale, perché nel 2018 gli Alpinisti del Lambrusco compiono 10 anni!

Dopo il successo della prima edizione vogliamo promuovere ulteriormente la bellezza delle “nostre” montagne con un raduno alpinistico sulle sponde del Lago Santo, sui dirupi dei monti Giovo, Rondinaio e Rondinaio Lombardo, le cime alpinisticamente più significative di tutto l’Appennino Settentrionale. L’appuntamento è quindi per le due giornate di 10 e 11 febbraio 2018 al Lago Santo Modenese, con ritrovo presso il Rifugio Vittoria (il primo che si incontra sulle sponde del lago). Per saperne di più clicca qui.


Gli Alpinisti del Lambrusco
In una fredda serata del febbraio 2008, tre amici erano intenti a scavare una piazzola nella neve dove sistemare la tenda per la notte. Il cielo cosparso di stelle nella pungente notte invernale. Poco oltre il bordo del lago ghiacciato, ai margini del bosco, si trovava una piccola conca priva di vegetazione, luogo ideale per l'accampamento. Da lì a poco sarebbe diventata il campo base "Rosso Fosco", ai piedi della lunga bastionata della Grotta Rosa, che collega il Monte Giovo al Rondinaio, sulle rive del Lago Baccio. Un brindisi inconsapevole sanciva la nascita ufficiale di un sodalizio: gli Alpinisti del Lambrusco.

Già da parecchi anni i primi componenti del gruppo erano avvezzi a girovagare per monti e l'Appennino rappresentava una seconda casa. Qualche uscita assieme era stata fatta, ma in maniera piuttosto disorganizzata. Ognuno infatti era cresciuto alpinisticamente in maniera diversa. La prima vera scalata in Appennino ha rappresentato quindi una svolta verso qualcosa di concreto ed organizzato. Liberamente, senza vincoli esterni se non quello dell'amicizia e della comune passione per la montagna.

In pochissimo tempo poi altri amici hanno aderito a questa semplice idea, alimentando il continuo entusiasmo che già era ben radicato nei progetti del gruppo. Partendo dalle modeste elevazioni appenniniche, che tutt'ora sono un luogo dove prendere le misure con le proprie capacità e ristorarsi dopo fatiche maggiori, gli Alpinisti del Lambrusco si muovono sulle montagne alpine e quando capita anche oltre. Negli anni hanno organizzato viaggi e spedizioni in Perù, Nepal, Norvegia, Svezia, Spagna, Marocco e Islanda, e i sogni per il futuro non mancano di certo. Le Alpi sono i monti "fuori casa" frequentati più assiduamente, con netta prevalenza di salite classiche su ghiaccio e misto in alta quota, anche se qualcuno predilige la roccia o lo sci alpinismo.

Insomma un gruppo abbastanza polivalente, con una filosofia che però accomuna tutti. Negli intenti, fin da subito, c'è stato il rifiuto di ogni tipo di competizione se non quella con sé stessi. Lo scopo principale rimane sempre la ricerca di ciò che la montagna offre di più godibile, al di là del raggiungimento o no di vette e di realizzazioni alpinistiche. In generale ciò che interessa al gruppo è l’avventura e l'esplorazione a prescindere dalle pure difficoltà tecniche, che non vengono inseguite a tutti i costi. Proprio per questo gli itinerari classici sono i preferiti nelle uscite di gruppo. Arricchiti dalle diverse sfaccettature che distinguono l'approccio alla montagna di ognuno, sovente si imbarcano in piccole avventure, in zone remote e in itinerari poco frequentati, con risultati finali mai deludenti anche in caso di ritirata.

Il forte legame degli Alpinisti del Lambrusco con le tradizioni ed il territorio locale, fa sì che ogni giornata vissuta nella splendida cornice dell'Appennino sia una piccola festa. Specialmente quando innevate, le dolci elevazioni emiliane si innalzano dalla pianura assumendo un aspetto quasi imponente. In alcune fortunate stagioni si può scegliere tra una giornata di arrampicata a Bismantova, una sci alpinistica su ampi pendii o un ripido canale da risalire. Perché in fondo non importa cosa, dato che "il più forte alpinista al mondo è quello che si diverte di più" (Alex Lowe)

Info: www.alpinistidellambrusco.org

 




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