Mick Fowler, intervista dopo la salita di Prow of Shiva
"Francamente, non riesco a immaginare come pensiate di farlo. Intendi il contrafforte nord-ovest (quello sullo sfondo, sul lato sinistra della foto)? Dopo il colle sono circa 700m di salita e si trova sul lato nord-ovest - in ottobre tutta la roccia sarà congelata. D'altra parte, ci sarà poco ghiaccio visto che la parete è molto ripida. Quindi vi aspetterà del drytooling molto difficile, e il tutto sarà difficile da proteggere. Ho visto la tua via sul Siguniang... quello è molto più facile. Non sono nemmeno sicuro che qualcuno abbia mai salito qualcosa del genere a questa altitudine (stile alpino senza l'uso di portaledge - ndr). Comunque, la tua idea m’ispira."
Questa perspicace e-mail dall’alpinista russo Andrey Muryshev e una manciata di foto è stato quello che ha fatto scattare la scintilla nei britannici Mick Fowler e Paul Ramsden. Nel corso degli anni questa grande cordata ha sempre scelto linee straordinarie, e questo obiettivo non poteva essere più sbalorditivo: una magnifica cresta che sale fino a 6142m per raggiungere la cima del Monte Shiva. Una linea magica che stagliandosi contro il cielo, ben visibile da lontano e, soprattutto, ancora inviolata. All'inizio di ottobre i due si sono diretti verso la quasi inesplorata regione Pangi nel nord dell'India, hanno stabilito il campo base nella valle di Tarundi e si sono poi acclimatati salendo una cima di 5500m poco più a nord. Subito dopo hanno iniziato il loro “viaggio” durato 9 giorni su The Prow of Shiva. Dopo i primi due spesi a salire il complesso terreno glaciale, ed un ulteriore giornata impiegata a guadagnare la cresta, Fowler e Ramsden hanno scoperto con loro grande gioia che sopra la fascia di friabile scisto li aspettava un eccellente, solido granito. Nei successivi quattro giorni hanno salito lunghe fessure ghiacciate e ripide placche, coperte da un sottile strato di ghiaccio e difficili da proteggere, e la mattina dell’11 ottobre hanno raggiunto la cima. I due sono rientrati a campo base due giorni più tardi, dopo essere scesi lungo la cresta sud e la parete sudest, per completare un’ennesima salita (stellare) firmata Ramsden e Fowler.
Mick, parlaci un po’ di questo obiettivo raggiunto, di Prow of Shiva
L’abbiamo visto per la prima volta sulle foto scattate da Bruno Moretti e Andrey Muryshev e pubblicate nell'American Alpine Journal, ma è solo quando abbiamo ricevuto le loro foto più dettagliate che abbiamo cominciato ad interessarci e farci prendere dal progetto.
Avevate quell’email di Muryshev sempre in mente?
No. Abbiamo ritenuto che sia Andrey sia Bruno avevano pensato che fosse un bel obiettivo. Per noi era una zona nuova, sembrava oggettivamente sicura e quindi non avevamo nulla da perdere andando a provarla.
L’avete salita in stile alpino
Sì, abbiamo preso due corde da 50m, un set di dadi, 4 Camelots, 4 chiodi da ghiaccio, circa 6 chiodi e circa 4 fettucce. Abbiamo portato con noi cibo per 9 giorni e... siamo stati sulla via per 9.
Ecco, quando si parla di perfetta organizzazione...
Il limite è molto più lungo di 9 giorni, credo che sul Denali Jim Hall e Simon Abrahams siano stati fuori per quasi 30 giorni. Da noi al mattino il tempo era buono, ma le nuvole ogni pomeriggio arrivavano prima. Ha nevicato una volta, un paio di centimetri di neve sono caduti a campo base, ma sulla via la neve è semplicemente scivolata via, non ha fatto alcuna differenza per l'arrampicata.
ED+ a 6000m. Hai descritto l’arrampicata su questa via come il limite della vostra capacità tecnica.
Ci ha messo alla prova perché l'arrampicata è stata piacevolmente impegnativa, e il risultato fino all’ultimo muro strapiombante non è stato mai certo. L’altitudine è stata soltanto uno dei numerosi fattori che ci ha reso la salita difficile.
Quindi quali sono state le maggiori difficoltà?
Non credo ci sia stato un momento che si sia davvero distinto come il momento chiave. E' stato semplicemente fantastico, l’arrampicata è stata piacevole lungo tutta la via.
Avete lasciato in parete del materiale? Piantato dei chiodi o spit? E per curiosità, che ne pensi degli spit su vie di questo genere?
Abbiamo lasciato un chiodo sottile ed un moschettone, quando abbiamo sbagliato la via. Ritengo che i chiodi siano accettabili in quanto si avvalgono delle debolezze naturali, invece gli spit garantiscono il risultato alpinistico ma sono un imbroglio.
Fino ad ora, il 2012 sembra essere stato un anno strepitoso per l’alpinismo, con numerose salite eccezionali in tutto il mondo. Ci sono delle salite che spiccano particolarmente?
La prima salita della cresta Mazeno sul Nanga Parbat da parte di Rick Allen e Sandy Allan.
Il 17 novembre a Bergamo ci saranno due occasioni per incontrare Mick Fowler. Alle 18 al Palamonti Fowler presenterà il suo libro "Su ghiaccio sottile – La “normalità” delle imprese straordinarie. Alle 21 all’Auditorium di Piazza della Libertà lo si può incontrare in “Una serata con Mick Fowler, scalatore tra gli scalatori”