Marco Anghileri: prima solitaria de L'Ultimo Zar sulle Pale di San Lucano, e non solo
Il 13 e 14 ottobre 2011 Marco Anghileri ha effettuato la prima solitaria de "L'Ultimo Zar" (500m, 7+ A3). Per Anghileri è la 5a solitaria stagionale dopo le vie del Det alla P.ta Forcellino, al Torrione Costanza, al Sasso Cavallo e alla via dei Ragni al Torrione Cecilia, tutte in Grigna
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Prima solitaria della via Ultimo Zar alla Prima Pala di San Lucano (Dolomiti)
Marco Anghileri
Quanti e quali “piani” frullino per la testa di un alpinista, nessuno può dirlo. Ma di certo Marco “Batch” Anghileri ne deve avere infiniti. Come quello, per esempio, che l'ha portato sul Pilastro Titan per la prima solitaria de L'ultimo Zar. La via, aperta da Ivo Ferrari e Gianpaolo Galiazzo nel 1997, che molti definiscono come una vera “perla” nel selvaggio giardino dolomitico delle Pale di San Lucano. Anghileri ne era stato conquistato da subito. Un vero amore a prima vista il suo. Sbocciato appena la via è stata tracciata. Esploso di fronte alla foto di quel gran Pilastro. E poi rimasto lì, per anni, perso nei desideri. Appunto sospeso in quei “piani”, progetti o sogni di cui gli alpinisti si nutrono e che, a volte, solo a volte, si materializzano.
Tutto è successo questa settimana, tra giovedì 13 e venerdì 14 ottobre. Anzi, per seguire il nostro racconto dei “piani infiniti”, tutto è cominciato prima. Magari poco più di una quindicina di giorni fa, quando “Batch” ha trovato la strada verso il Pilastro dei suoi sogni sbarrata da una paletta. Quel “favorisca la patente” a pochi chilometri da casa, seguito dall'amara scoperta che il documento era scaduto (da mesi) avrebbe stroncato chiunque. Non certo Anghileri. Lui, l'avete capito, coltiva le idee, le voglie e i piani (a,b,c...) con una passione da collezionista. Una passione, a dirla tutta, che non sembra avere per i documenti e che soprattutto non sembra aver riscosso il consenso dei tutori dell'ordine... ma, si sa, nessuno è perfetto.
Così, quel lunedì 3 ottobre in men che non si dica è comparso il piano di “riserva”, non più sulle Dolomiti ma sulle sue montagne di casa, in Grigna. Ovvero la prima solitaria della via del Det sulla parete ovest della Punta del Forcellino. 450 metri di VI- e A3, aperti nel 1960 dal mitico Giuseppe “Det” Alippi insieme al cugino Gigi Alippi, che Marco ha portato a casa con un bivacco, visto che il mattino se n'era andato per le pratiche del rinnovo patente.
Ora, per capire meglio la faccenda dei “piani”, occorre dire che quella sul “Forcellino” è stata anche la chiusura di un piccolo cerchio che aveva visto Anghileri centrare altre due solitarie di spessore, su altrettante vie del “Det” in Grigna. Ci riferiamo alle sue salite dello scorso luglio sul Sasso Cavallo e sul Torrione Costanza. Entrambe impegnative e molto belle. Entrambe con dei tratti “sorpresa” in artificiale (su roccia friabile) ma anche in libera. Non basta. C'è da aggiungere che sorprendente, sempre nel luglio scorso, è stata anche la sua prima salita, anch'essa solitaria, della Direttissima dei Ragni al Torrione Cecilia. Anche questa una via “dimenticata” che ha riservato a Marco una bella esperienza, con difficili tratti in artificiale molto sostenuto per riuscire a salire con chiodi normali dove gli apritori avevano usato chiodi a pressione. Come dire la ri-conferma che “l'avventura è a due passi da casa”.
A questo punto, avrete capito che la scorsa settimana sul Gran Pilastro della Prima Pala di San Lucano, Anghileri di “piani recenti” ne aveva già messi insieme un bel po'. Senza contare quelli remoti, tipo la sua prima solitaria invernale della Solleder alla Civetta del 2000. Fatto sta che per il suo viaggio solitario su L'ultimo Zar, Marco è partito come se fosse la prima volta. S'è caricato il saccone in spalla ed ha affrontato il lungo, selvaggio e stupefacente avvicinamento. Poi ha iniziato a salire quei 500 metri verticali e bellissimi. Con calma, auto-assicurandosi. Perché un conto è fare le corse e un conto è “essere lì per godersi due giorni di libertà”.
Durante la salita tutta la sua attenzione è stata catturata da quello che aveva intorno e da quei due tiri centrali, il primo di 7+ ed il successivo di A3, che sono il lasciapassare per la cima. Un po' era anche preoccupato... perché conosce bene gli apritori della via. Poi però, quando è stato dentro, le difficoltà sono andate via lisce, addirittura ha risolto il tratto chiave in un unico tiro. E' uscito in vetta il giorno successivo, dopo aver dormito su uno splendido giardino di mughi. E poi...? “Ho fatto l'escursionista...” ci ha detto “Dopo aver fatto una via meravigliosa, 500 metri dove ho trovato 4 chiodi ed ho usato solo dadi e friends, mi sono goduto la valle più bella del mondo. Avevo voglia di stare in giro... e ho ancora la testa lì”. Lì, persa in una infinità di “piani”.
Marco Anghileri sul Forum di PlanetMountain: le foto e il racconto delle sue solitarie:
>> L'ultimo Zar, Prima Pala di San Lucano (Dolomiti)
>> Via del Det a Punta del Forcellino, Grigna
>> Direttissima dei Ragni al Torrione Cecilia, Grigna
>> Via del Det al Torrione Costanza, Grigna
>> via del Det al Sasso Cavallo, Grigna
Tutto è successo questa settimana, tra giovedì 13 e venerdì 14 ottobre. Anzi, per seguire il nostro racconto dei “piani infiniti”, tutto è cominciato prima. Magari poco più di una quindicina di giorni fa, quando “Batch” ha trovato la strada verso il Pilastro dei suoi sogni sbarrata da una paletta. Quel “favorisca la patente” a pochi chilometri da casa, seguito dall'amara scoperta che il documento era scaduto (da mesi) avrebbe stroncato chiunque. Non certo Anghileri. Lui, l'avete capito, coltiva le idee, le voglie e i piani (a,b,c...) con una passione da collezionista. Una passione, a dirla tutta, che non sembra avere per i documenti e che soprattutto non sembra aver riscosso il consenso dei tutori dell'ordine... ma, si sa, nessuno è perfetto.
Così, quel lunedì 3 ottobre in men che non si dica è comparso il piano di “riserva”, non più sulle Dolomiti ma sulle sue montagne di casa, in Grigna. Ovvero la prima solitaria della via del Det sulla parete ovest della Punta del Forcellino. 450 metri di VI- e A3, aperti nel 1960 dal mitico Giuseppe “Det” Alippi insieme al cugino Gigi Alippi, che Marco ha portato a casa con un bivacco, visto che il mattino se n'era andato per le pratiche del rinnovo patente.
Ora, per capire meglio la faccenda dei “piani”, occorre dire che quella sul “Forcellino” è stata anche la chiusura di un piccolo cerchio che aveva visto Anghileri centrare altre due solitarie di spessore, su altrettante vie del “Det” in Grigna. Ci riferiamo alle sue salite dello scorso luglio sul Sasso Cavallo e sul Torrione Costanza. Entrambe impegnative e molto belle. Entrambe con dei tratti “sorpresa” in artificiale (su roccia friabile) ma anche in libera. Non basta. C'è da aggiungere che sorprendente, sempre nel luglio scorso, è stata anche la sua prima salita, anch'essa solitaria, della Direttissima dei Ragni al Torrione Cecilia. Anche questa una via “dimenticata” che ha riservato a Marco una bella esperienza, con difficili tratti in artificiale molto sostenuto per riuscire a salire con chiodi normali dove gli apritori avevano usato chiodi a pressione. Come dire la ri-conferma che “l'avventura è a due passi da casa”.
A questo punto, avrete capito che la scorsa settimana sul Gran Pilastro della Prima Pala di San Lucano, Anghileri di “piani recenti” ne aveva già messi insieme un bel po'. Senza contare quelli remoti, tipo la sua prima solitaria invernale della Solleder alla Civetta del 2000. Fatto sta che per il suo viaggio solitario su L'ultimo Zar, Marco è partito come se fosse la prima volta. S'è caricato il saccone in spalla ed ha affrontato il lungo, selvaggio e stupefacente avvicinamento. Poi ha iniziato a salire quei 500 metri verticali e bellissimi. Con calma, auto-assicurandosi. Perché un conto è fare le corse e un conto è “essere lì per godersi due giorni di libertà”.
Durante la salita tutta la sua attenzione è stata catturata da quello che aveva intorno e da quei due tiri centrali, il primo di 7+ ed il successivo di A3, che sono il lasciapassare per la cima. Un po' era anche preoccupato... perché conosce bene gli apritori della via. Poi però, quando è stato dentro, le difficoltà sono andate via lisce, addirittura ha risolto il tratto chiave in un unico tiro. E' uscito in vetta il giorno successivo, dopo aver dormito su uno splendido giardino di mughi. E poi...? “Ho fatto l'escursionista...” ci ha detto “Dopo aver fatto una via meravigliosa, 500 metri dove ho trovato 4 chiodi ed ho usato solo dadi e friends, mi sono goduto la valle più bella del mondo. Avevo voglia di stare in giro... e ho ancora la testa lì”. Lì, persa in una infinità di “piani”.
Marco Anghileri sul Forum di PlanetMountain: le foto e il racconto delle sue solitarie:
>> L'ultimo Zar, Prima Pala di San Lucano (Dolomiti)
>> Via del Det a Punta del Forcellino, Grigna
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>> Via del Det al Torrione Costanza, Grigna
>> via del Det al Sasso Cavallo, Grigna
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