Luna park e il drytooling sull'Altopiano di Asiago
Avevo sentito parlare di questo posto nei pressi di Asiago (VI) dove erano state scoperte numerose cascate agli inizi degli anni ’90. Vista la quota (1000mt circa) lo avevo sempre un po’ "snobbato" credendo che la formazione fosse rara e le cascate poco interessanti, a parte la più famosa ed impegnativa Luna Rossa. A dicembre 2012 mi trovavo a passare tre giorni di vacanza con la famiglia nel paesino di Tresché Conca, quando un pomeriggio mi decisi a fare un passeggiata di ricognizione alla ricerca di questo luogo mai visto. L’ora era tarda (15.00) ma la mia voleva essere solo una visita, un sopraluogo nonostante avessi portato tutta l’attrezzatura. Parcheggiata l’auto, mi incamminai sulla strada forestale ricoperta da un leggero strato di ghiaccio e dopo circa 20 minuti trovai il sentiero di accesso al "canyon" del torrente Ghelpak.
Era mia intenzione valutare la candela di Luna Rossa, viste le temperature non proprio invernali di quel periodo; così sceso fino al torrente mi diressi verso destra in direzione della prima calata di accesso alla cascata, effettuai la doppia ma non tolsi la corda vista l’ora (alle 16.00 sarebbe stato buio). Rimasi sorpreso da quella splendida formazione: una candela di circa 25 mt ed una parte superiore a balzi verticali con uno sviluppo di ben 50mt totali. Così il giorno dopo, con più tempo a disposizione, tornai, ma questa volta dall’alto per calarmi e valutare da vicino la "tenuta" della struttura. Con una statica arrivai alla base constatando che la formazione non era ancora delle più solide. Comunque, salii autoassicurato la candela che "vibrava" emanando un rumore sordo, classico delle strutture sospese… il ghiaccio in realtà era plastico e le becche penetravano in modo sicuro. Il meteo ha voluto che quest’anno Luna Rossa si attaccasse fino alla base, ma in realtà non è stato così per tutti gli anni precedenti. Vedendo la possibilità, quel giorno chiodai la parete immediatamente dietro il candelone di modo da poterlo salire fin dove arrivava anche in anni "secchi". È nata così Luna Dry: una prima parte su roccia con necessità di proteggersi con friends (fondamentale la seconda protezione con un B.D. n° 1 rosso) e chiodi normali, per affrontare l’uscita un po’ strapiombante della "fronda" e i successivi 20mt su ghiaccio da proteggere con viti.
Il luogo meritava indubbiamente per la tranquillità, l’estetica e soprattutto per quella fantastica parete che leggermente strapiombante saliva verso il bosco "sporcandosi" di ghiaccio variabile ed ogni settimana diverso. Sono nate così 8 linee interessanti, alcune difficili, altre un po’ meno, alcune con carattere "alpinistico", altre a spit ma sempre poi da proteggere sul ghiaccio con viti o fettucce su candele varie. Alcuni itinerari hanno soste intermedie per affrontare le uscite (in sicurezza) non sempre formate in modo perfetto; altri sono monotiri fino alle piante (45 o 50mt). Per la maggior parte degli itinerari è necessaria esperienza nel piazzare protezioni veloci sempre abbastanza sicure. I gradi su roccia sono esclusivamente riferiti alle difficoltà tecniche, mentre quelli sul ghiaccio possono variare a seconda delle condizioni, come pure le uscite. Tutte le lunghezze presentano anche una difficoltà globale( I-XI gradi scozzesi) che tiene conto dall’aspetto mentale dovuto alla possibilità di proteggersi, alla distanza fra le protezioni, alla loro solidità e alla qualità e spessore del ghiaccio incontrato durante la prima salita. I chiodi e gli spit sono tutti evidenziati con cordini o fettucce, per trovarli anche sotto lo strato del ghiaccio. Friends utili dallo 0.4 al 3 B.D. in alcuni casi doppi i numeri 0.4 e 0.5. Su ghiaccio utili viti corte e fettucce intorno a candele più o meno formate.
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Come arrivare: Al termine dell’autostrada A31 (Valdastico), all’uscita di Piovene Rocchette si gira in direzione Asiago salendo successivamente i 10 tornanti della strada SS349 (del Costo) giungendo al paese di Tresché Conca. Proseguire in direzione Asiago e dopo circa 3km si passa sul ponte del torrente Ghelpak. Parcheggiare subito alla sinistra del ponte. Seguire la strada forestale per ca.25min (oltrepassando sulla destra un’area attrezzata a parco giochi) fino a incontrare una panchina sulla destra. Di fronte alla panchina scendere il sentiero fino al fondo della valletta (5min dalla panchina). La parete del Luna Park si trova sulla destra mentre le altre cascate sulla sinistra (vedi anche guida di Francesco Cappellari).
Un ringraziamento particolare a Valli Sport e Salewa per il materiale e l’abbigliamento.
LUNA ROSSA di Enrico Rasia Dani
Forse era l’88 o l’89, non ricordo... un inverno senza neve, la morosa, la prima, qualche giorno di vacanza da studi e impegni di lavoro; la rivista della montagna tra le mani e le prime cascate, un miraggio. Sottoguda, Val Badia, le cascate della Valle d’Aosta.
Complice una vacanza a Cesuna durante le feste di Natale e sci da tenere in garage, un pomeriggio mi sono deciso di cercare l’introvabile: cascate di ghiaccio su un altopiano! Partito con una piccozza e scarpe da ginnastica (che alpinista!) ho seguito l’istinto e la fisica, torrente Ghelpach... stradina, panchina, giro a sinistra, scendo il pendio, scivolo, strappo i jeans nuovi, picca che tiene, scendo ancora e… ...la fortuna mi ha portato direttamente in un piccolo giardino di cristallo.
Due anni dopo mi ripresento con 2 picche, 4 chiodi, una corda e la nuova morosa… la prima cascata fu scalata e la dedicai a lei. Poi passarono 8 anni, tutti i posti piu’ gettonati servirono a far esperienza ed ecco che con il mio amico Gianfranco ci passo’ nella testa di andare a vedere se il famoso posto che da sempre gli raccontavo era interessante. Erano i tempi di Luna Rossa vincente, alla sera ci facevamo scorpacciate di regate e il mattino scalavamo sempre una cascata nuova; in ogni caso anche gli amici di sempre vennero e scalarono con noi: nacquero così la Goulotte Azzurra, 8 Chiodi, Dolce Sabi, L’anfiteatro i 3 scalini. Gian fece una piccola relazione e venne pubblicata su Pareti, non ricordo l’anno. Scalato quasi tutto, era fine marzo, Gian invece di scendere il sentiero a sinistra, va verso destra e dopo aver sceso un piccolo salto urla…Ericuccio…che roba è questa? La settimana dopo, lui era impegnato, ma eravamo sul posto in 3; la cascata fu salita da primo da Ferro, poi da me e poi da Gigi, fu una giornata memorabile, nacque così Luna Rossa.
Altri 10 anni, Michele va a vedere, c’è roba per te vicino a Luna Rossa. Vacanze di natale, finalmente mi crede, ci va. Ogni settimana mi manda 1 sms, oggi è nata…vie di dry moderno, bellissime; torno, la neve, i luoghi familiari, la sensazione di tornare da una tua creatura; mi sto calando, ho il trapano in mano, ultimo giro di chiave, la sensazione di aver fatto una cosa che resta: Mi chiamo John, l’ho dedicata a mio figlio anche se l’ho chiamato Giovanni, ma lui dice di chiamarsi così, boh... non capisco più, di una cosa però sono certo: grazie Mike, amico mio tu mi hai insegnato una cosa, che per scalare bisogna voler salire e per tracciare bisogna voler fare.
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