Il Re: la prima volta sul Coolidge al Monviso di Ivo Ferrari
Il Monviso (m.3841) e la Parete Nord con il Canalone Coolidge, una delle tante vie che mi piacerebbe fare. Di Ivo Ferrari
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Dalla cima del Monviso
Ivo Ferrari
"Mi piacerebbe", quante volte in testa questo semplice pensiero... sto salendo in questo pomeriggio "quasi" afoso ai piedi del Re di Pietra. La Regina, il Gigante, un miriade di appellativi e nomi vari per una quantità enorme di Montagne. Oggi tocca al Re che conosco da poco, un Re visibile e maestoso.
Sono solo, carico del necessario che ho ben selezionato: gli zaini pesanti non mi sono mai piaciuti. La neve sotto i piedi è calda di Sole, fradicia come la mia maglietta intima. Il bivacco, una piccola scatola rossa, meta odierna, meta sospirata. Due francesi sono comodamente sdraiati nelle uniche brandine comode... i francesi non parlano la mia stessa lingua.
Che bello addormentarsi come "le galline": tante ore buie per sognare e pensare. Che bello uscire nel pieno della notte, quando il caldo lascia il posto al fresco e niente si muove, se non le Stelle luminose nel cielo. Uno scivolo "classico" che qualcuno si permette di scendere sulle lamine degli sci, uno scivolo lungo e lineare, un’opera d’arte nel mezzo di una montagna che mi sta rapendo il cuore.
I ramponi mordono bene nella neve dura: solo il fiato e l’effetto psichedelico della luce artificiale della mia nuova frontale a led puntata verso l’alto. I francesi salgono ed io gioco a superarli e, a farmi superare... loro hanno chiodi e corda, io ho... la mia pila frontale nuova!
In certi punti mi fermo a riempire i polmoni e la testa immagina gli "sciatori dell’estremo" scendere saltellando verso il basso... mi sento rabbrividire, ma forse semplicemente perché ammiro chi può (gli sciatori) senza saperlo fare (io) da sempre.
Passano gli anni e i tempi per salire il "canale" ma, la sua bellezza non cambia mai, muta tranquillamente con le stagioni.
Il sole mi prende che sono già alto, fuori (forse) da ogni pericolo e, con i polmoni in gola mi ritrovo completamente "sfatto" aggrappato alla meravigliosa croce di vetta. Non mi resta che guardarmi tutt’attorno, non mi rimane che una bella notata da ricordare. Ma la discesa dal Monviso è lunga, quasi "lunghissima", il caldo, la neve molle, lo zaino che si è riempito di fatica... Arrivo alla macchina che le gocce di sudore si trasformano in vapore!
"Mi piacerebbe"... ma ho bisogno di riposare fino al prossimo fine settimana!
Ivo Ferrari
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Sono solo, carico del necessario che ho ben selezionato: gli zaini pesanti non mi sono mai piaciuti. La neve sotto i piedi è calda di Sole, fradicia come la mia maglietta intima. Il bivacco, una piccola scatola rossa, meta odierna, meta sospirata. Due francesi sono comodamente sdraiati nelle uniche brandine comode... i francesi non parlano la mia stessa lingua.
Che bello addormentarsi come "le galline": tante ore buie per sognare e pensare. Che bello uscire nel pieno della notte, quando il caldo lascia il posto al fresco e niente si muove, se non le Stelle luminose nel cielo. Uno scivolo "classico" che qualcuno si permette di scendere sulle lamine degli sci, uno scivolo lungo e lineare, un’opera d’arte nel mezzo di una montagna che mi sta rapendo il cuore.
I ramponi mordono bene nella neve dura: solo il fiato e l’effetto psichedelico della luce artificiale della mia nuova frontale a led puntata verso l’alto. I francesi salgono ed io gioco a superarli e, a farmi superare... loro hanno chiodi e corda, io ho... la mia pila frontale nuova!
In certi punti mi fermo a riempire i polmoni e la testa immagina gli "sciatori dell’estremo" scendere saltellando verso il basso... mi sento rabbrividire, ma forse semplicemente perché ammiro chi può (gli sciatori) senza saperlo fare (io) da sempre.
Passano gli anni e i tempi per salire il "canale" ma, la sua bellezza non cambia mai, muta tranquillamente con le stagioni.
Il sole mi prende che sono già alto, fuori (forse) da ogni pericolo e, con i polmoni in gola mi ritrovo completamente "sfatto" aggrappato alla meravigliosa croce di vetta. Non mi resta che guardarmi tutt’attorno, non mi rimane che una bella notata da ricordare. Ma la discesa dal Monviso è lunga, quasi "lunghissima", il caldo, la neve molle, lo zaino che si è riempito di fatica... Arrivo alla macchina che le gocce di sudore si trasformano in vapore!
"Mi piacerebbe"... ma ho bisogno di riposare fino al prossimo fine settimana!
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