Hervé Barmasse e David Göttler rinunciano al Nanga Parbat in inverno
L'inverno ha mostrato il suo lato meno clemente sul Nanga Parbat, dove l'alpinista valdostano Hervé Barmasse e il compagno di cordata il tedesco David Göttler speravano di salire l’immensa e famosa parete Rupal attraverso la via Schell. Oltre al grande freddo, le difficoltà maggiori sono derivate dalle pressoché continue nevicate. Nonostante ciò, in queste settimane i due alpinisti, inizialmente in compagnia anche dello statunitense Mike Arnold, sono riusciti a salire fino al Campo 2 a 6200 metri. Ricordiamo che i due hanno scalato leggeri, veloci e senza corde fisse.
Purtroppo le previsioni del tempo per le prossime settimane non sono per nulla favorevoli ad altri tentativi, con l’arrivo del jet stream a quota 8000 metri, dove il vento soffia da 70 a poco meno dì 200 km/h. Da qui la decisione di terminare il loro tentativo. Ricordiamo che la prima invernale del Nanga Parbat risale al 26 febbraio 2016, quando lungo la via Kinshofer sul versante Diamir Simone Moro, Ali Sadpara e Alex Txikon sono riusciti a salire sulla vetta di 8126 metri, mentre Tamara Lunger si era fermata poco sotto la vetta.
Di seguito l'annuncio di Barmasse "Non ho mai rimpianto nessuna esperienza e dì certo non rimpiangerò questa. Quella dì aver creduto (e ci credo ancora) che si possa scalare la parete più grande del mondo (la Rupal del Nanga Parbat 8126 m) in inverno e in uno stile pulito, leggero, alpino. Uno stile che rispetta la montagna e dì conseguenza l’uomo. Ovvio, non è facile ma il limite, se ne esiste uno, è il bel tempo che non si presenta mai… E non certo le capacità mentali, fisiche e fisiologiche della specie umana e degli alpinisti che possono aspirare a fare qualcosa dì meglio che tappezzare dì corde fisse montagne che si stanno plastificando come gli oceani. Con David, nei pochissimi giorni di bello in cui abbiamo salito più di metà parete con uno zaino di poco più di 10 kg, ci siamo sentiti bene, più di quanto mi potessi aspettare. Ovvio, in inverno fa freddo, c’è tanta neve, ma la scalata grazie a queste sue caratteristiche è ancora più affascinante, bella, avvincente. E per me, l’alpinismo è, e rimarrà sempre questo: esplorazione e avventura. Ma ora, anche se con rammarico, dobbiamo dire arrivederci al nostro sogno perché le previsioni a lungo termine pronosticano l’arrivo del jet stream con vento da 70 a poco meno dì 200 km/h . E come quasi sempre accade, dopo il vento così forte riprenderanno le copiose nevicate rendendo inutile l’attesa al campo base. Per questo motivo abbiamo deciso dì non posticipare la fine della spedizione ma dì mantenere il programma originale e rientrare in Italia per fine mese così da concentraci sugli altri obbiettivi dì questo 2022. Un particolare grazie a voi tutti che mi avete seguito, incitato e fatto sentire parte dì una grande famiglia, dì un clan che ama la montagna e la rispetta. Vi mando un abbraccio dal Pakistan e a breve seguiranno altri post con altre emozioni di quanto vissuto in questi freddi e bellissimi giorni vissuti a cospetto del Nanga Parbat."