Hansjörg Auer, nuova via The Music of Chance sulla Kirchkogel in Austria

Dal 28 febbraio al 20 marzo Hansjörg Auer ha aperto The Music of Chance una nuova via lungo la parete Kristallwand sulla Kirchkogel in Austria.
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Dal 28 febbraio al 20 marzo Hansjörg Auer ha aperto la nuova via The Music of Chance lungo la parete Kristallwand sulla Kirchkogel in Austria.
Hannes Mair / Alpsolut Films
In 5 giorni - distribuiti tra il 28 febbraio al 20 marzo - l'alpinista austriaco Hansjörg Auer ha aperto The Music of Chance sulla finora inviolata Kristallwand, una parete della Kirchkogel (3280m) situata in fondo alla Valle di Ötztal in Austria.

Auer ha effettuato la prima salita insieme ai fratelli Vito e Matthias, Ben Lepsant, Elias Holzknecht e Berti Gleirscher. All'inizio Auer aveva tentato di salire in un unico viaggio utilizzando una portaledge, ma poi ha deciso di tornare a valle alla fine di ogni giorno e di risalire le corde fisse al tentativo successivo. Hansjörg ha salito tutti i tiri da capocordata e, dopo i due tiri di misto iniziale, ha affrontato la sezione di roccia strapiombante, con difficoltà fino a 6c e A3 artificiale, per poi raggiungere la cima attraverso un nevaio di 200m.

La nuova via sulla Kristallwand - la parete di cristallo - è la prima linea su questa parete alta 500 metri che era stata tentata 60 anni fa dal leggendario alpinista austriaco Hermann Buhl, che era stato costretto ad abbandonare il tentativo al secondo tiro.


Hansjörg, perché questa parete?
L'ho scoperta 10 anni fa assieme a Thomas Scheiber, ma non ero mai ritornato. Poi l'inverno scorso assieme a mio fratello ho fatto la traversata di tutte le creste e l'ho rivista... così è nata l'idea.

Questa montagna si trova, si fa per dire, nel tuo giardino. Ma quanto ti sei sentito esposto?
Per raggiungere la via devi camminare per 2 ore dalla località sciistica di Obergurgl, e questo è uno dei motivi per cui pochissimi conoscono questa parete. Non ho mai incontrato nessuno in inverno; ad un certo punto un elicottero ci ha sorvolato perché avevano visto le nostre tracce nella neve: una parte del ghiacciaio era crollata e temevano che ci fosse successo qualcosa. Lì il cellulare non prende, ed è chiaro che devi essere autonomo.

Hai deciso di salire la parete in inverno
Sì, e la volevo completare prima del 21 marzo, la fine ufficiale dell'inverno. L'importante però non è questa data, ma il fatto che in inverno mi è sembrata più sicura: la parte superiore potrebbe essere piuttosto pericolosa in estate, ci sono grandi massi di roccia instabili, uno si è anche staccato.

Provocando la tua caduta ...
Sì, si è staccata un'enorme lama che ha strappato tutte le mie protezioni. La caduta è stata fermata dalla sosta, grazie a Dio avevo piantato degli spit.

Raccontaci delle condizioni meteo
Sono state generalmente buone, solo l'inizio sono state cattive. A parte i tiri di misto, sono sempre salito in scarpette d'arrampicata. In realtà, poi non è mai fatto troppo freddo, ma la parete riceve il sole soltanto nelle prime ore del mattino. Il tempo ha peggiorato l'ultimo giorno quando abbiamo raggiunto la cima: -10 ° C a valle e 40 centimetri di neve fresca. In quelle condizioni, il tiro dopo lo strapiombo era pazzesco.

Hai descritto questa via come una delle tue più grandi avventure degli ultimi tempi. Parlaci del tuo concetto di avventura.
Non è che ho un particolare concetto, è solo che attraverso fasi in cui sono particolarmente "spinto" da una cosa o dall'altra. Questa volta cercavo un'avventura che avesse degli ingredienti come il freddo, la perseveranza, la lontananza, l'esplorazione dei limiti personali. Ero appena tornato dalla Patagonia, quindi la mia testa era calibrata giusta per sopportare la sofferenza, questo è ovviamente un fattore molto importante nell'alpinismo. Poi... forse un altro motivo per cui ho sentito che stavo vivendo un'avventura così grande è stato perché davvero la qualità della roccia non era buona.

Questa parete non era mai stata salita prima...
Sì, non ci sono tante pareti nelle Alpi che non sono mai state salite in precedenza, e questo ha reso la cosa ancora più interessante. Inoltre, mentre salivo avevo sempre in mente il fatto che Buhl l'aveva tentata. Volevo scoprire quello che mi riservava la parete; non ho mai lontanamente immaginato che potesse essere così strapiombante.

Cosa ti viene in mente quando pensi ad Herman Buhl?
Sofferenza. Che era un visionario. Ambizioso. Che era avanti rispetto al suo tempo. Che molti erano invidiosi di lui. E poi, il suo bivacco in piedi sul Nanga Parbat a 8000m. La salita solitaria del Piz Badile. La caduta di quasi 60m sulla via Schmuckkamin nel Wilder Kaiser... Quando ero un bambino a Natale mi hanno regalato un suo libro... penso di averlo letto tre volte. Herman Buhl è un modello per me.




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