Gerlinde Kaltenbrunner e David Göttler in cima al Nuptse

Il 17 maggio Gerlinde Kaltenbrunner e David Göttler hanno raggiunto la cima del Nuptse (7861m) per la difficile e lunga via Scott. Una bella e difficile salita fuori dal grande folla dell'Everest.
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Gerlinde Kaltenbrunner il 17/05/2012 in cima al Nuptse (7861m), salita per la difficile e lunga via Scott assieme a David Göttler.
David Göttler

Grande cima per l'austriaca Gerlinde Kaltenbrunner e il tedesco David Göttler che alle ore 13.00 del 17 maggio sono riusciti a raggiungere la vetta del Nuptse, la bellissima e difficile montagna situata proprio accanto all'Everest e il Lhotse in Nepal. I due alpinisti erano inizialmente intenzionati a tentare l'inviolata cresta est ma poi hanno optato per la via Scott che sale il pilastro nord ed era stata aperta nel 1979 in stile alpino dagli inglesi Doug Scott, Alan Rouse, Brian Hall e dal francese Georges Bettembourg, ovvero da alcuni degli assoluti big dell'alpinismo himalayano dell'epoca. La Scott, è bene sottolinearlo, è una via salita assai di rado. Non a caso è stata ripetuta per la prima volta nel 1996 da Axel Schlönvogt insieme al marito stesso della Kaltenbrunner, Ralf Dujmovits. Insomma, Gerlinde, la prima donna ad aver salito tutti i 14 Ottomila senza ossigeno, anche questa volta ha fatto alpinismo, ed ha dimostrato (scusate il gioco di parole) di essere un alpinista vera. E di questi tempi in Himalaya (soprattutto con riferimento al sempre più affollato Everest) non è cosa da poco.

Kaltenbrunner e Göttler hanno raggiunto la cima in condizioni perfette con sole e totale assenza di vento. Un bel regalo, del tutto meritato dopo aver sopportato il necessario acclimamento, un primo tentativo andato a vuoto e soprattutto un periodo con meteo non proprio felice. Il secondo tentativo, quello della cima, è partito il 14 maggio con la salita fino al Campo 2 ed è proseguito il giorno successivo fino ai piedi del pilastro che caratterizza la via. Da qui era in programma il balzo verso la vetta il 16 maggio, ma in base alle previsioni meteo fornite da Dujmovits (impegnato in quel momento in un tentativo all'Everest) i due hanno preferito aspettare un giorno e hanno salito il difficile pilastro fino a quota 7250m, dove hanno bivaccato. "Dopo una salita lunga, ripida ed impegnativa ci sentivamo stanchi" scrive Kaltenbrunner "Gli zaini pesanti, fare sicura in continuazione, rimanere concentrati – a questo punto 'sentivamo' ogni metro di salita".

Dopo una breve pausa Gerlinde e David sono ripartiti alle 06:15 del 17 maggio, sempre in cordata per via delle l'elevate difficoltà. "La vista verso il basso era assolutamente mozzafiato" scrive Kaltenbrunner nel suo blog "dal nostro bivacco vedevamo il Campo Base, tutto il Western Cwm, il Campo II e il Campo III sulla parete del Lhotse. E riuscivamo persino a vedere l'altopiano tibetano!"

Alle 13:00, finalmente la cima: "Quando ho sentito il grido di gioia, sapevo che doveva essere per la cima. Sono velocemente salita e negli ultimi metri già ero inondata da una miriade di sentimenti, felicità, gratitudine e gioia percorrevano il mio corpo. Sedici anni prima Ralf e Axel Schlönvogt avevano raggiunto la cima per la "Via Scott". David ed io siamo stati davvero benedetti a godere quei panorami in una giornata perfetta, senza vento. La cima principale del Nuptse è stata salita soltanto 17 volte, mentre centinaia di persone si mettono in coda per raggiungere la cima dell'Everest. Da quassù la vista è bellissima e completamente diversa da quella dal' Everest e dal Lhotse, anche se le tre cime sono molto vicine fra loro."

Dopo la cima Kaltenbrunner e Göttler hanno trascorso una seconda notte nel loro bivacco a 7200m, poi sono scesi al Campo 2 dove, ad aspettarli, c'era proprio Dujmovits che aveva, saggiamente, abbandonato al Colle Sud a circa 7950m il suo tentativo di salire l'Everest senza ossigeno per problemi di salute, legati alla stanchezza e alla quota. Insieme hanno raggiunto il Campo Base.

"Ieri sera" ha scritto Gerlinde Kaltenbrunner "con David e Ralf eravamo seduti al campo base, stanchi ma anche felici per quelle giornate di indescrivibile bellezza che avevamo appena vissuto. Mangiando un piatto di patate ci siamo raccontati delle storie. Eravamo felici. La vita è bella!!!".





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