Everest, sabato nero con tre alpinisti morti
Lo scorso Sabato 19 maggio 2012 tre alpinisti, un tedesco, una canadese e un coreano, hanno perso la vita sul versante sud dell'Everest anche a causa di un'improvvisa tempesta. Altri due alpinisti sono ancora dispersi. Sempre all'Everest alcuni alpinisti in difficoltà sono stati evacuati in elicottero dal Campo 2. Venerdì scorso si erano registrate le prime cime stagionali sulla montagna più alta della terra, tra cui quella del fortissimo alpinista svizzero Ueli Steck.
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Everest visto da sud
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Tre alpinisti sono morti sabato scorso sul versante sud dell'Everest mentre due, sembra si tratti di sherpa, sono ancora dispersi. Ne ha dato notizia oggi, tra le altre, l'Agenzia LaPresse/AP. Si tratta - secondo quanto dichiarato da Gyanendra Shrestha portavoce del dipartimento nepalese per l'alpinismo - del 61enne medico tedesco Eberhard Schaaf, della canadese di origine nepalese Shriya Shah e di Song Won-Bin un alpinista coreano che, secondo Ang Tshering Sherpa dell'agenzia touristica Asian Trekking Adventure, sarebbe deceduto all'altezza del "balcone" poco sotto la quota di 8850m della cima.
I tre sarebbero incappati in una bufera che ha colpito l'Everest sabato pomeriggio ma si parla anche di problemi dovuti al mal di quota (per l'alpinista tedesco) e di sfinimento per gli altri. A questo proposito Simone Moro, che come tutti sanno è all'Everest, ha anche raccontato che quel giorno la marcia di alcuni alpinisti verso la cima era in ritardo rispetto alla tabella di marcia. E si sa: la lucidità di tornare indietro quando i "tempi" di salita non sono rispettati è una delle "regole" più importanti a quelle quote. In ogni caso Moro è stato anche protagonista di alcuni soccorsi in elicottero al Campo 2 con l'evacuazione di molti alpinisti in difficoltà. Almeno 6 persone con congelamenti vari...
Prima di questo "sabato nero", Venerdì 18 maggio, sempre all'Everest, si è registrata anche la cima di Ueli Steck. Il fortissimo alpinista svizzero, conosciuto per le sue salite in velocità dalle Alpi all'Himalaya, ha raggiunto la vetta più alta della terra insieme allo Sherpa Tenzing. I due erano partiti mercoledì scorso dal Campo Base del versante nepalese e, dopo due notti passate sulla montagna l'ultima delle quali al Colle Sud, hanno completato la loro salita a 8850m, sul tetto del mondo. Steck aveva tentato l'Everest anche due anni fa arrestandosi poco prima della cima per problemi di freddo ai piedi. Un'altra riprova di quanto, a quelle quote, il saper rinunciare non diminuisca affatto il valore dell'alpinista ma in molti casi ne possa salvare la vita.
I tre sarebbero incappati in una bufera che ha colpito l'Everest sabato pomeriggio ma si parla anche di problemi dovuti al mal di quota (per l'alpinista tedesco) e di sfinimento per gli altri. A questo proposito Simone Moro, che come tutti sanno è all'Everest, ha anche raccontato che quel giorno la marcia di alcuni alpinisti verso la cima era in ritardo rispetto alla tabella di marcia. E si sa: la lucidità di tornare indietro quando i "tempi" di salita non sono rispettati è una delle "regole" più importanti a quelle quote. In ogni caso Moro è stato anche protagonista di alcuni soccorsi in elicottero al Campo 2 con l'evacuazione di molti alpinisti in difficoltà. Almeno 6 persone con congelamenti vari...
Prima di questo "sabato nero", Venerdì 18 maggio, sempre all'Everest, si è registrata anche la cima di Ueli Steck. Il fortissimo alpinista svizzero, conosciuto per le sue salite in velocità dalle Alpi all'Himalaya, ha raggiunto la vetta più alta della terra insieme allo Sherpa Tenzing. I due erano partiti mercoledì scorso dal Campo Base del versante nepalese e, dopo due notti passate sulla montagna l'ultima delle quali al Colle Sud, hanno completato la loro salita a 8850m, sul tetto del mondo. Steck aveva tentato l'Everest anche due anni fa arrestandosi poco prima della cima per problemi di freddo ai piedi. Un'altra riprova di quanto, a quelle quote, il saper rinunciare non diminuisca affatto il valore dell'alpinista ma in molti casi ne possa salvare la vita.
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