Everest, ritrovato il corpo di un alpinista
Gli sherpa della spedizione di Davo Karnicar sostengono che il corpo dell'alpinista, incontrato dallo sciatore sloveno nel corso della sua discesa dalla montagna, sia quello di Scott Fisher, scomparso sull'Everest nel 1996.
Pubblichiamo la notizia, inviataci da Francesca Colesanti, sul possibile ritrovamento del corpo di Scott Fisher, il capo della spedizione commerciale della Mountain Madness scomparso sull'Everest nelle note e tragiche circostanze dell'estate 1996. Francesca Colesanti, alpinista e giornalista, ha preso spunto proprio da questa notizia - che lei stessa ha raccolto dagli sherpa della spedizione di Davo Karnicar - per un interessante articolo, sugli interrogativi che pone l'alpinismo himalayano. L'articolo è stato pubblicato oggi su 'In verticale', la rubrica settimanale da lei curata per il quotidiano 'Il manifesto'. "Sicuramente ne sapremo di più il 29 ottobre, quando Davo Karnicar rientrerà a Lubiana con il suo exploit sull'Everest nello zaino. Ma intanto le notizie lo hanno preceduto e fra queste, oltre alla sua eccezionale discesa in sci dal versante sud, anche quella dell'avvistamento del corpo di Scott Fisher. Raggiunto telefonicamente in Nepal pochi giorni dopo la sua impresa, Davo Karnicar ha confermato di aver incrociato il corpo di un uomo congelato. Lui non si è fermato con gli sci, ma i due sherpa, Ang Dorjee e Passang Tenzing, scesi a piedi seguendo le sue tracce, sostengono che il cadavere fosse proprio quello di Scott Fisher. Della guida americana, morta sull'Everest nella tragica estate del '96 insieme a vari clienti e ad un'altra guida, Bob Hall, si erano da allora perse le tracce. Della vicenda ha raccontato nel suo libro Jon Krakauer, Aria Sottile, ed. Corbaccio e anche Anatolij Bukreev, in Everest '96, ed. Cda." Francesca Colesanti |
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