Everest, incidente sfiorato per malfunzionamento delle bombole d'ossigeno
Potenziale dramma sfiorato questa mattina in altissima quota sui pendii dell'Everest, dove durante il tentativo per la vetta sul versante tibetano un gruppo di clienti appartenenti alla spedizione Alpenglow guidato dallo statunitense Adrian Ballinger ha riscontrato problemi con i regolatori di ossigeno supplementare.
Secondo l’alpinista e cronista Alan Arnette, che quest’anno sta seguendo le vicende sulla montagna più alta della terra per la rivista statunitense Outside Online, all’improvviso a quota 8500 metri 10 dei 39 regolatori utilizzati da clienti e Sherpa hanno smesso di funzionare. Vicino al famoso Second Step, senza il flusso regolare di ossigeno supplementare al gruppo non è rimasto altro che scendere. Alle 9 di mattina tutti i componenti erano già a 7700 m. Da notare che durante la discesa altri 4 regolatori si sono rotti, un fatto più unico che raro, che fortunatamente non ha avuto ulteriori conseguenze.
Per chi non lo sapesse, precisiamo che il malfunzionamento delle bombole di ossigeno o l’improvvisa mancanza dell’ossigeno stesso espone chi ne fa uso in alta quota a rischi molto alti in quanto generalmente si tratta di persone assolutamente non acclimatate per affrontare quelle altitudini senza ossigeno supplementare.
I problemi si sono riscontrati durante quello che viene definito il terzo “summit wave”, ovvero la terza grande ondata di alpinisti che stanno cercando di raggiungere la cima in questa stagione pre-monsonica dopo che le corde sia dal versante nepalese sia da quello tibetano sono state fissate.
Tra le varie salite sull’Everest di questi giorni segnaliamo la cima di Kami Rita Sherpa, sul tetto del mondo per la 22° volta, e la cima di Ani Lhakpa Sherpa dal versante nord. Per la 44enne Lhakpa è la nona volta sul punto più alto della terra, un record femminile che batte il record stabilito da lei stessa un anno fa.