Denis Urubko, Carlos Soria e Marco Camandona in cima al Kangchenjunga
In queste settimane Urubko era impegnato sulla parete nord del Kangchenjunga assieme a Artiom Braun, Alex Txikon, Dmitrij Sinev e Adam Bielecki con l'idea di aprire una nuova via sul versante settentrionale ma sembra che, dopo aver aperto una variante iniziale fino a 7050m, gli alpinisiti si siano collegati in parte alla via britannica che sale la cresta nord e che è stata aperta nel 1979 da Peter Boardman, Doug Scott e Joe Tasker.
Dettagli della salita di Urubko arriveranno al momento dovuto ed una volta che tutti saranno rientrati al Campo Base, ma il successo ha colto molti di sorpresa in quanto nell'ultima comunicazione di domenica Urubko aveva scritto che tutti sarebbero scesi. Infatti, proprio domenica il trio composto da Adam Bielecki, Dmitri Sinev e Alex Txikon aveva tentato di raggiungere la cima ma alle ore 16:30 i tre si trovava ancora a quota 8350m, ed era troppo tardi per continuare fino in cima, quindi sono scesi al Campo 4. Ad attenderli c'erano Urubko e Braun che avevano rinunciato alcune ore prima a quota 7650m a causa di un pendio ritenuto troppo pericoloso. L'idea era di scendere assieme, ma evidentemente Urubko c'ha ripensato questa notte... D'altra parte, in questi anni, Urubko ci ha abituati a tutto. Lui è fuor di dubbio uno degli himalaysti più forti in assoluto: i suoi 14 Ottomila senza ossigeno, le sue 3 vie nuove su altrettanti Ottomila, le sue 2 prime salite invernali al Makalu e al Gasherbrum II, nonché il Piolet d'or vinto nel 2010 e le molte nomination stanno lì a dimostrarlo.
La cima del Kangchenjunga è stata raggiunta in questi giorni anche dal versante sud dove ieri il 75enne spagnolo Carlos Soria ha toccato quella che per lui è la 12° cima di ottomila metri. Dopo essersi riposato al Campo III, proprio in queste ore è atteso al Campo Base. In cima anche il valdostano Marco Camandona al suo 6° Ottomila, mentre per ora non ci sono riusciti i suoi compagni di spedizione Emrik Favre, François Cazzanelli e Marco Confortola che ha dovuto rinunciare a quota 8350m.
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