Ciao Icaro
Il 12/08/2013 Corrado De Monte per tutti Icaro, alpinista, speleologo, guida alpina, è scomparso precipitando mentre andava all'attacco della Torre Iolanda in Moiazza (Dolomiti). Era nato a Trieste 53 anni fa ed era uno dei personaggi più conosciuti nel mondo dell'alpinismo e dell'arrampicata.
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Corrado De Monte "Icaro" con Alberta Lacelli sulla Cima delle Cinque Torri
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Una giornata come tante in Dolomiti. Una giornata di sole e di montagna, come tante altre. Poi quattro righe d'agenzia. Poche parole di nuda cronaca. Crudeli come una ferita. Come una mazzata che ti lascia, incredulo e stordito, con un unico pensiero: Icaro non c'è più. Se n'è volato via per sempre mentre, con un cliente, andava all'attacco della Torre Iolanda, in Moiazza. Corrado De Monte, questo il suo nome per l'anagrafe, era una guida alpina. Ma per tanti, anzi per tutti, lui era semplicemente Icaro. Un uomo speciale e diverso. Appunto: era Icaro. Quindi scusateci se in questo momento la dinamica dei fatti ci interessa ben poco. O meglio non ci interessa per nulla.
Icaro non era solo un alpinista, un climber, uno speleologo, era un uomo che come pochi ha fatto della passione per la montagna, per l'avventura e per il viaggio il suo modo di essere - e il riferimento al famoso libro di Walter Bonatti non è per nulla casuale. Perché era unico Icaro, soprattutto nell'offrire la sua amicizia, nel considerare tutti quasi come fossero dei fratelli. Con lui si poteva andare avanti per ore a parlare di tutto. Come dice Paolo Tassi, uno dei suoi tanti fraterni amici: "Icaro ci ha viziati all'amicizia, gli amici erano la sua Famiglia, e solo a vederlo ci si apriva il cuore".
Non so se fosse felice veramente ma era un uomo che ispirava felicità. Era un giramondo, uno splendido vagabondo delle montagne di qualsiasi latitudine. Era un curioso della vita ed ogni incontro con lui era una sorpresa. Icaro aveva quel dono, un po' magico e misterioso, che hanno i cittadini del mondo, i grandi girovaghi: poteva materializzarsi, quasi dal nulla, nei posti più impensati ed era come non ci si fosse mai lasciati. Davanti ad una birra, oppure in Piazza a Cortina, a Chamonix o ad Arco. O ancora alle Cinque Torri o in qualche valle sperduta dell'Himalaya o del Sud America, lui appariva come d'incanto ed era sempre un piacere.
Era un uomo buono e saggio, Icaro. Era anche un sopravvissuto ad uno spaventoso volo in montagna da cui si era ripreso con una forza d'animo incredibile. Lui era un triestino nel senso più bello, di quelli che il vento ce l'hanno nel sangue come il sorriso. Ci mancherà quel sorriso, quella sua calma forza e quella sua voglia di vivere.
Ciao Icaro, è stato un piacere ed un onore conoscerti.
Vinicio Stefanello
AGGIORNAMENTO 17/08/2013 - UNA FESTA PER ICARO
Il 22 agosto a Sass Dlacia, San Cassiano, la festa per Corrado "Icaro" De Monte. Vai alla news
Icaro non era solo un alpinista, un climber, uno speleologo, era un uomo che come pochi ha fatto della passione per la montagna, per l'avventura e per il viaggio il suo modo di essere - e il riferimento al famoso libro di Walter Bonatti non è per nulla casuale. Perché era unico Icaro, soprattutto nell'offrire la sua amicizia, nel considerare tutti quasi come fossero dei fratelli. Con lui si poteva andare avanti per ore a parlare di tutto. Come dice Paolo Tassi, uno dei suoi tanti fraterni amici: "Icaro ci ha viziati all'amicizia, gli amici erano la sua Famiglia, e solo a vederlo ci si apriva il cuore".
Non so se fosse felice veramente ma era un uomo che ispirava felicità. Era un giramondo, uno splendido vagabondo delle montagne di qualsiasi latitudine. Era un curioso della vita ed ogni incontro con lui era una sorpresa. Icaro aveva quel dono, un po' magico e misterioso, che hanno i cittadini del mondo, i grandi girovaghi: poteva materializzarsi, quasi dal nulla, nei posti più impensati ed era come non ci si fosse mai lasciati. Davanti ad una birra, oppure in Piazza a Cortina, a Chamonix o ad Arco. O ancora alle Cinque Torri o in qualche valle sperduta dell'Himalaya o del Sud America, lui appariva come d'incanto ed era sempre un piacere.
Era un uomo buono e saggio, Icaro. Era anche un sopravvissuto ad uno spaventoso volo in montagna da cui si era ripreso con una forza d'animo incredibile. Lui era un triestino nel senso più bello, di quelli che il vento ce l'hanno nel sangue come il sorriso. Ci mancherà quel sorriso, quella sua calma forza e quella sua voglia di vivere.
Ciao Icaro, è stato un piacere ed un onore conoscerti.
Vinicio Stefanello
AGGIORNAMENTO 17/08/2013 - UNA FESTA PER ICARO
Il 22 agosto a Sass Dlacia, San Cassiano, la festa per Corrado "Icaro" De Monte. Vai alla news
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