Camaleontica, nuova via 'trad' sulla P.ta Cusidore per Larcher ed Oviglia
Parete Nord di Punta Cusidore nello splendido Supramonte della Sardegna. Un anno fa Rolando Larcher e Maurizio Oviglia avevano aperto Umbras, via “verdoniana” su 300 metri di vertiginosi muri protetti da spit ben distanziati. Ora, sempre loro, proprio a fianco hanno aperto una nuova via di 290m che segue una perfetta sequenza di fessure e diedri, su cui hanno usato solo protezioni “tradizionali”. Per caso, penserà qualcuno, si sono ravveduti? Hanno cambiato stile e messo in soffitta il trapano e gli spit? Come ci spiega Rolando Larcher nulla di tutto questo...
Camaleontica – un nome certo non casuale per la nuova via – nasce dalla roccia stessa. E' stata quella splendida linea naturale di fessure e diedri (intravisti durante l'apertura di Umbras) ad ispirare e richiedere lo stile “trad”. Il tutto sempre con un concetto unico del gioco: quello dell'arrampicata libera. Appunto libera anche di cambiare “abito” (pardon “stile”), come i camaleonti ;-) adattandosi alla roccia. Ma anche libera di esplorare e conoscere tutti gli stili per poi scegliere non solo quello più addatto alla bellezza della roccia e dell'arrampicata ma anche per ampliare la propria “cultura” arrampicatoria.
Per la cronaca, Camaleontica supera difficoltà di 7a+ max e 6c+ obbligatorio. E' stata aperta in due giorni, tutta on sight a parte un resting sul 6° tiro che poi è stato liberato. “Segni particolari”: il diedro “scampanato” del 7° tiro e la qualità e bellezza delle fessure: di un calcare che non ha nulla da invidiare al miglior granito. Da segnalare, inoltre, che proprio il 2° giorno i due hanno avuto come ospite d'eccezione l'ex azzurro Luca Giupponi che, smessi ormai i panni del “garista”, era curioso di assaggiare anche un po' di “trad”...
CAMALEONTICA di Rolando Larcher
Come il Camaleonte si adegua cromaticamente all'ambiente che lo circonda, trovo naturale adeguare il proprio stile d'apertura alle caratteristiche della parete prescelta. Nell'itinerario appena aperto sul magnifico Cusidore, questo concetto di “elasticità” etica, si è macroscopicamente evidenziato.
Due itinerari, stessa parete, due stili completamente diversi, stessi apritori per un fine unico: l'arrampicata libera in armonia con la natura, ricercando la massima estetica. A destra c'è Umbras, una super linea su roccia compattissima, tiri entusiasmanti stile Verdon, proteggibili esclusivamente con dei rarefatti spit. A sinistra ora c'è Camaleontica, roccia sempre splendida, scalata simile al granito, solo tre chiodi lungo i tiri, tanti friends, qualche stoppers e belle clessidre.
Queste due salite possono apparire contrapposte, due mondi separati, il diavolo e l'acqua santa, una sorta di Dr Jekyll & Mr Hyde alpinistico. Ma io e Maurizio le abbiamo affrontate esclusivamente con lo stesso grande entusiasmo, emozionati dalle grosse incognite scelte.
Prima ci ha fatto sognare il liscio diamante di Umbras e dopo il repulsivo diedro scampanato del cuore di Camaleontica. L'unica differenza rimane nel materiale che avevamo con noi, ma quando si parte motivati per scalare esclusivamente in arrampicata libera, l'avere con sé il trapano e spit, oppure chiodi e protezioni veloci, sono solo delle sottigliezze. Ad ogni parete il suo stile, ad ogni stile una preparazione adeguata, l'arrampicata libera l'unica meta.
La via l'avevamo intuita lo scorso anno dopo aver liberato Umbras, una magica teoria di diedri e fessure che sembrava portasse in stile trad, in cima allo stesso pilastro. L'arrivo delle vacanze sarde, mi ha fatto ritrovare assieme a Maurizio alla base della parete. Il primo giorno alternandoci abbiamo salito i primi 6 tiri, il secondo, aprendo gli ultimi 2, concludevamo la salita, raggiungendo la stessa ultima sosta di Umbras.
Una giornata decisamente memorabile il 21 giugno, primo giorno d'estate, che ricorderemo non per aver terminato la via completamente in libera (tutta on sight a parte un mio resting su un clif per riuscire a battere un chiodone sul 6° tiro, poi rifatto rotpunkt in ripetizione) ma per il freddo, dovuto ad un potente maestrale, che ci ha vestiti come d'inverno, con situazioni di patagonica reminiscenza. Per l'occasione eravamo accompagnati da Luca Giupponi, sempre più curioso, dopo 17 anni di competizioni, di conoscere tutte le sfaccettature della scalata; l'alpinista che è in noi, prima o poi riaffiora sempre.
Un amico recentemente mi ha chiesto quante vie ho aperto, allora mi son messo a contarle, alla fine il pallottoliere ne segnava 49, con questa ho fatto cifra tonda. Ma dopo questa conta, il più segnato ero io, troppi ricordi, troppi anni, troppi visi d'amici sono riaffiorati alla mente, provocando sentimenti, questa volta veramente contrapposti... Aggiungo che 16 delle 50 vie nuove, ho avuto la fortuna di condividerle con un grande amico, Maurizio.
In conclusione va menzionato un raro gesto di sensibilità e di intelligenza etica. Nel 3° tiro, un fantastico diedro di 45m con strapiombo centrale, abbiamo sormontato per una decina di metri, un progetto a spit di Gianluca Piras e Luigi Scema del '96. Dopo un'amichevole chiacchierata, hanno acconsentito alla rimozione degli spit. A Luca e Luigi va un grazie per il loro generoso esempio.
Rolando Larcher CAAI
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Si ringrazia
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E9, La Sportiva e Petzl per Maurizio Oviglia
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