7 vie in Alta Val Bognanco
Sette proposte per altrettante salite di misto per un alpinismo invernale 'plaisir' in Alta Val Bognanco (Alpi occidentali, Ossola). A cura di Giovanni Pagnoncelli
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Non sembra facile ma è difficile, Alta Val Bognanco
arch. G. Pagnoncelli
Era il 1998, solo due anni che praticavo autonomamente la montagna e solo da uno salivo cascate di ghiaccio. Eppure, rincorrendo un recòndito ed inespresso senso esplorativo, avevo già trovato il modo di cacciarmi nei guai. Con due amici altrettanto inesperti ed altrettanto desiderosi di novità e voglia di seguire il proprio istinto, ci addentrammo a primavera inoltrata con gli sci in una valle Ticinese scoprendo un incredibile anfiteatro fatto di numerose colate di ghiaccio. Appuntamento fissato nello stesso luogo per il successivo autunno.
La prima giornata di vera azione rischiò di trasformarsi in tragedia. L'avvicinamento fu più lungo del previsto nella difficile ed inconsistente neve di fine novembre ed alla base della prima cascata scoprimmo che il ghiaccio era sottile e l'acqua scorreva ancora in superficie. Presto le corde si trasformarono in bastoni lunghi cinquanta metri e la salita fu terribilmente lenta e complicata. Oltre che più difficile delle nostre possibilità. Al calare della luce ci trovammo al termine della cascata appesi ad una piccola pianta, impossibile scendere ed impossibile proseguire senza lampade frontali e con quelle corde. Le temperature ben sotto i 15 gradi sottozero, la notte lunga 15 ore ed i vestiti inzuppati portarono l’audace e incauto gruppo, molto vicino al limite. Qualche anno dopo, con avventure intense ma meno improvvisate grazie a qualche anno di esperienza in più, fu la volta di altre cascate nel Grigioni, sempre in Svizzera. Il senso della scoperta mi dava ancora più pienezza e soddisfazione.
L'inverno veste le montagne di un vestito sempre diverso. Alternanza di precipitazioni e variazioni di temperature creano, insieme, linee e condizioni per salire pareti in modo e tempi diversi. A differenza delle cascate più famose e conosciute che ogni anno si riformano nello stesso posto e più o meno stesso modo, altre linee possono esserci o meno a seconda di concomitanti cause. E come si formano se ne vanno per cui, carpe diem, l’alpinista deve cogliere il frutto appena maturo senza aspettare un giorno in più quando una nevicata potrebbe guastare tutto. Tanti chilometri con le pelli di foca per le montagne dell’Ossola e tanti sogni di esplorazione rimasti nel cassetto.
Gennaio 2011, è il momento di tornare a soddisfare i miei primordiali istinti. Indipendentemente dalle guide che possono essere passate prima di me e che mi racconteranno maggiori dettagli sulla storia dell'alpinismo in Val Bognanco ecco che, come i primi salitori, ho affrontato itinerari inventati sulla base di quello che offriva il terreno in quel preciso momento climatico ed ambientale, praticando così un sano alpinismo invernale ‘plaisir’. Concatenando fazzoletti di ghiaccio con neve, roccia ed erba ecco disegnare dei tracciati rossi su delle foto digitali. L’esperienza, questa volta consolidata, ha permesso a me ed ai miei compagni di corda di divertirci per dieci giornate proprio sopra i pascoli ed i laghi nell’incantevole Valle Bognanco, famosa per le escursioni con gli sci, le ciaspole e le merende presso i rifugi. Le vie sono sette, solo una parte di quelle realizzabili in inverni più severi, ma tanti altre sono le pareti nell'Ossola che nel tempo ho identificato come terreno di gioco e di avventura. Senza dilungarmi su sogni e cassetti da aprire mi affascina ora l’idea di fornire agli amanti di questi luoghi angolazioni fotografiche sicuramente insolite. Buona visione.
Giovanni Pagnoncelli
LE VIE E LA VAL BOGNANCO
L'Alta Val Bognanco si apre esattamente da Domodossola, capoluogo ossolano, e si protende verso ovest in direzione delle montagne più alte della zona, il Pizzo Andolla (3654 m.) e Weissmies (4017 m.). Al di là della parete del Pizzo Montalto-Fornalino, la valle non presenta pareti interessanti dal punto di vista alpinistico; alcuni tracciati invernali sulla parete nord del Pizzo Pioltone da parte di Franco Dattilo e di alcune vie estive recentemente spittate sulla Costa del Dosso sono le testimonianze più interessanti dal punto di vista alpinistico di questa valle famosa invece per lo scialpinismo e l’escursionismo estivo ed invernale. L'anello che collega il rifugio Il Dosso con il rifugio Gattascosa, sempre battuto e sicuro durante l'inverno, attira centinaia di escursionisti e scialpinisti ogni fine settimana. Strano quindi è stato per alcuni di loro vedere dei puntini appesi alla Costa del Dosso, darsi da fare per raggiungere un punto da cui poi calarsi… L'incostante inverno 2011 è stato favorevole quindi per salire delle linee di ghiaccio e misto sulla Costa del Dosso e sul Pizzo Giezza, vetta principale della valle (2635m.). Il versante E del primo è costituito da una bastionata lunga 1500m. ed alta fino a 200 che presenta canali, contrafforti e linee incassate. Le linee salite sono le più evidenti e le più logiche, altre potrebbero formarsi durante inverni ben più severi dal punto di vista temperature e bacini d’acqua sovrastanti. Il versante W del Pizzo Giezza, invece, presenta una parete triangolare alta quasi 400 m. con due canali che la solcano e due linee di ghiaccio evidenti. L'esplorazione è durata in totale 10 giorni ed ha permesso la salita di questi 7 itinerari. Essi presentano in piccolo ed a portata di mano tutte le condizioni alpinistico invernali che è possibile trovare nella montagna “vera”. Si può definire una palestra del misto in un ambiente unico ed aperto, con la vista che spazia a S verso la pianura e in tutti gli altri quadranti su alcune tra le più belle montagne delle Alpi. Sole assicurato a seconda del versante e dell'orario, accesso semplice, sicuro e piacevole con gli sci, quota compresa tra i 2000 e i 2400 m., permettono, con le dovute precauzioni, materiale, preparazione ed esperienza, a tutti di vivere un alpinismo “plaisir”. Le vie non sono state attrezzate sistematicamente. Come avviene sulle Alpi per i terreni d’avventura, quali questi comunque risultano essere, sono attrezzati nel minimo indispensabile per la salita e discesa. Si raccomanda di controllare e ribattere i chiodi in loco, la tensione dei dadi degli spit e i cordoni di calata.
Un ringraziamento ai miei compagni di cordata: Sandra Castelli, Claudio Ruga, Tazio Ferrari, Paolo Zanoli, Fabrizio Fabio.
Si ringraziano Salewa e Dynafit.
>> Mappa vie Alta Val Bognanco
La prima giornata di vera azione rischiò di trasformarsi in tragedia. L'avvicinamento fu più lungo del previsto nella difficile ed inconsistente neve di fine novembre ed alla base della prima cascata scoprimmo che il ghiaccio era sottile e l'acqua scorreva ancora in superficie. Presto le corde si trasformarono in bastoni lunghi cinquanta metri e la salita fu terribilmente lenta e complicata. Oltre che più difficile delle nostre possibilità. Al calare della luce ci trovammo al termine della cascata appesi ad una piccola pianta, impossibile scendere ed impossibile proseguire senza lampade frontali e con quelle corde. Le temperature ben sotto i 15 gradi sottozero, la notte lunga 15 ore ed i vestiti inzuppati portarono l’audace e incauto gruppo, molto vicino al limite. Qualche anno dopo, con avventure intense ma meno improvvisate grazie a qualche anno di esperienza in più, fu la volta di altre cascate nel Grigioni, sempre in Svizzera. Il senso della scoperta mi dava ancora più pienezza e soddisfazione.
L'inverno veste le montagne di un vestito sempre diverso. Alternanza di precipitazioni e variazioni di temperature creano, insieme, linee e condizioni per salire pareti in modo e tempi diversi. A differenza delle cascate più famose e conosciute che ogni anno si riformano nello stesso posto e più o meno stesso modo, altre linee possono esserci o meno a seconda di concomitanti cause. E come si formano se ne vanno per cui, carpe diem, l’alpinista deve cogliere il frutto appena maturo senza aspettare un giorno in più quando una nevicata potrebbe guastare tutto. Tanti chilometri con le pelli di foca per le montagne dell’Ossola e tanti sogni di esplorazione rimasti nel cassetto.
Gennaio 2011, è il momento di tornare a soddisfare i miei primordiali istinti. Indipendentemente dalle guide che possono essere passate prima di me e che mi racconteranno maggiori dettagli sulla storia dell'alpinismo in Val Bognanco ecco che, come i primi salitori, ho affrontato itinerari inventati sulla base di quello che offriva il terreno in quel preciso momento climatico ed ambientale, praticando così un sano alpinismo invernale ‘plaisir’. Concatenando fazzoletti di ghiaccio con neve, roccia ed erba ecco disegnare dei tracciati rossi su delle foto digitali. L’esperienza, questa volta consolidata, ha permesso a me ed ai miei compagni di corda di divertirci per dieci giornate proprio sopra i pascoli ed i laghi nell’incantevole Valle Bognanco, famosa per le escursioni con gli sci, le ciaspole e le merende presso i rifugi. Le vie sono sette, solo una parte di quelle realizzabili in inverni più severi, ma tanti altre sono le pareti nell'Ossola che nel tempo ho identificato come terreno di gioco e di avventura. Senza dilungarmi su sogni e cassetti da aprire mi affascina ora l’idea di fornire agli amanti di questi luoghi angolazioni fotografiche sicuramente insolite. Buona visione.
Giovanni Pagnoncelli
LE VIE E LA VAL BOGNANCO
L'Alta Val Bognanco si apre esattamente da Domodossola, capoluogo ossolano, e si protende verso ovest in direzione delle montagne più alte della zona, il Pizzo Andolla (3654 m.) e Weissmies (4017 m.). Al di là della parete del Pizzo Montalto-Fornalino, la valle non presenta pareti interessanti dal punto di vista alpinistico; alcuni tracciati invernali sulla parete nord del Pizzo Pioltone da parte di Franco Dattilo e di alcune vie estive recentemente spittate sulla Costa del Dosso sono le testimonianze più interessanti dal punto di vista alpinistico di questa valle famosa invece per lo scialpinismo e l’escursionismo estivo ed invernale. L'anello che collega il rifugio Il Dosso con il rifugio Gattascosa, sempre battuto e sicuro durante l'inverno, attira centinaia di escursionisti e scialpinisti ogni fine settimana. Strano quindi è stato per alcuni di loro vedere dei puntini appesi alla Costa del Dosso, darsi da fare per raggiungere un punto da cui poi calarsi… L'incostante inverno 2011 è stato favorevole quindi per salire delle linee di ghiaccio e misto sulla Costa del Dosso e sul Pizzo Giezza, vetta principale della valle (2635m.). Il versante E del primo è costituito da una bastionata lunga 1500m. ed alta fino a 200 che presenta canali, contrafforti e linee incassate. Le linee salite sono le più evidenti e le più logiche, altre potrebbero formarsi durante inverni ben più severi dal punto di vista temperature e bacini d’acqua sovrastanti. Il versante W del Pizzo Giezza, invece, presenta una parete triangolare alta quasi 400 m. con due canali che la solcano e due linee di ghiaccio evidenti. L'esplorazione è durata in totale 10 giorni ed ha permesso la salita di questi 7 itinerari. Essi presentano in piccolo ed a portata di mano tutte le condizioni alpinistico invernali che è possibile trovare nella montagna “vera”. Si può definire una palestra del misto in un ambiente unico ed aperto, con la vista che spazia a S verso la pianura e in tutti gli altri quadranti su alcune tra le più belle montagne delle Alpi. Sole assicurato a seconda del versante e dell'orario, accesso semplice, sicuro e piacevole con gli sci, quota compresa tra i 2000 e i 2400 m., permettono, con le dovute precauzioni, materiale, preparazione ed esperienza, a tutti di vivere un alpinismo “plaisir”. Le vie non sono state attrezzate sistematicamente. Come avviene sulle Alpi per i terreni d’avventura, quali questi comunque risultano essere, sono attrezzati nel minimo indispensabile per la salita e discesa. Si raccomanda di controllare e ribattere i chiodi in loco, la tensione dei dadi degli spit e i cordoni di calata.
Un ringraziamento ai miei compagni di cordata: Sandra Castelli, Claudio Ruga, Tazio Ferrari, Paolo Zanoli, Fabrizio Fabio.
Si ringraziano Salewa e Dynafit.
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Note:
Links Planetmountain | |
Data base Cascate di ghiaccio | |
Expo Planetmountain | |
Expo Salewa |
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