Via Di Federico - De Luca - Gran Sasso d'Italia, Corno Piccolo
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Via Di Federico - De Luca: Sulla via Di Federico - De Luca al Monolito parete Est del Corno Piccolo (arch. F. Antonioli)
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Gianpiero Di Federico, Enrico De Luca nel 1980
Autore scheda
Roberto Iannilli
Versante
Est
Lunghezza dislivello
180m
Quota
2.655m
Difficoltà
TD (V e V+, passo VI-)
Via prevalentemente di placca su roccia favolosa e che segue la logica della ricerca del “facile nel difficile”, girando e rigirando le oceaniche placche, con passaggi mai duri, ma esposizione vertiginosa. Volendo evitare lo zoccolo si può salire una delle vie del “Monolito inferiore”, per restare sul grado della “DiFed.-DeLuca” consiglieremmo la “Mirka”, 200 m.(D; max V).
Accesso generale
Dall’arrivo della seggiovia che sale dai Prati di Tivo (TE), in massimo un'ora di sentiero si è alla zona più alta della parete, la Punta dei Due. Se si vuole salire presto, o evitare i seggiolini appesi alla fune, occorre aggiungere 45 minuti partendo da Cima Alta (comunque attualmente la seggiovia è in ristrutturazione). Per il Monolito serve salire lo zoccolo (passi di II ed un passaggio di III), oppure una delle vie delle placche/diedri il “Monolito Inferiore” (150/200 m., dal V al 7B). Accesso
L'attacco della DiFederico-DeLuca è posto all'estremità sinistra della cengia alla base del Monolito, per un enorme scaglia che forma una fessura che in alto si allarga a camino. Itinerario
1) Scalare la fessura e sostare in cima al lastrone (V e V+; dadi e friend. E’ possibile evitare questo tiro sulla sinistra). (20 m.)
2) Traversare in placca sotto il grande strapiombo, verso il suo bordo destro, e salire al suo termine fino ad una sosta in un diedrino (V- e V; due chiodi, una clessidra e friend). (35 m.)
3) Prendere una sottile rampetta che porta verso uno spigoletto aggettante sul vuoto dello strapiombo, al momento di girare lo spigolo salire in verticale e con un passaggio molto aereo (V+; chiodo) continuare in placca verso sinistra, fino ad un cavetto di acciaio in clessidra, nei pressi di una fessura che si sale e porta ad un comodo terrazzino (V; clessidra). (25 m.)
4) Continuare in verticale per bellissima placca, verso una fessura che va verso sinistra (non salire troppo), superare una specie di pancetta al termine della fessura (V, passo di VI-; tre chiodi) e proseguire più facilmente fino alla sosta della “Via del Monolito”. (40 m.)
5 e 6) Per facili placche e caminetti si esce in vetta al “Corno Piccolo” (III+ e IV). (60 m.) Discesa
Dalle vie oltre la vetta (salendo il sentiero), Monolito compreso, conviene scendere per la Ferrata Danesi, fino alla Sella dei Due Corni, che si affaccia sul Vallone delle Cornacchie. Oppure (vie del Monolito) in doppia, fino allo zoccolo, da scendere in facile arrampicata (passaggio di III e roccette di II).
Per le vie prima della vetta è più rapido seguire la cresta nord del Corno Piccolo (con relazione della via al seguito e due brevi doppie), se non si deve tornare al rifugio, altrimenti conviene seguire le indicazioni precedenti. Materiale
Normale dotazione da alpinismo. La via è protetta in modo tradizionale, sono utili i dadi e qualche friend medio-piccolo, i chiodi ci sono tutti e le soste anche.
Dall’arrivo della seggiovia che sale dai Prati di Tivo (TE), in massimo un'ora di sentiero si è alla zona più alta della parete, la Punta dei Due. Se si vuole salire presto, o evitare i seggiolini appesi alla fune, occorre aggiungere 45 minuti partendo da Cima Alta (comunque attualmente la seggiovia è in ristrutturazione). Per il Monolito serve salire lo zoccolo (passi di II ed un passaggio di III), oppure una delle vie delle placche/diedri il “Monolito Inferiore” (150/200 m., dal V al 7B). Accesso
L'attacco della DiFederico-DeLuca è posto all'estremità sinistra della cengia alla base del Monolito, per un enorme scaglia che forma una fessura che in alto si allarga a camino. Itinerario
1) Scalare la fessura e sostare in cima al lastrone (V e V+; dadi e friend. E’ possibile evitare questo tiro sulla sinistra). (20 m.)
2) Traversare in placca sotto il grande strapiombo, verso il suo bordo destro, e salire al suo termine fino ad una sosta in un diedrino (V- e V; due chiodi, una clessidra e friend). (35 m.)
3) Prendere una sottile rampetta che porta verso uno spigoletto aggettante sul vuoto dello strapiombo, al momento di girare lo spigolo salire in verticale e con un passaggio molto aereo (V+; chiodo) continuare in placca verso sinistra, fino ad un cavetto di acciaio in clessidra, nei pressi di una fessura che si sale e porta ad un comodo terrazzino (V; clessidra). (25 m.)
4) Continuare in verticale per bellissima placca, verso una fessura che va verso sinistra (non salire troppo), superare una specie di pancetta al termine della fessura (V, passo di VI-; tre chiodi) e proseguire più facilmente fino alla sosta della “Via del Monolito”. (40 m.)
5 e 6) Per facili placche e caminetti si esce in vetta al “Corno Piccolo” (III+ e IV). (60 m.) Discesa
Dalle vie oltre la vetta (salendo il sentiero), Monolito compreso, conviene scendere per la Ferrata Danesi, fino alla Sella dei Due Corni, che si affaccia sul Vallone delle Cornacchie. Oppure (vie del Monolito) in doppia, fino allo zoccolo, da scendere in facile arrampicata (passaggio di III e roccette di II).
Per le vie prima della vetta è più rapido seguire la cresta nord del Corno Piccolo (con relazione della via al seguito e due brevi doppie), se non si deve tornare al rifugio, altrimenti conviene seguire le indicazioni precedenti. Materiale
Normale dotazione da alpinismo. La via è protetta in modo tradizionale, sono utili i dadi e qualche friend medio-piccolo, i chiodi ci sono tutti e le soste anche.
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Bellezza
Primi salitori
Gianpiero Di Federico, Enrico De Luca nel 1980
Autore scheda
Roberto Iannilli
Versante
Est
Lunghezza dislivello
180m
Quota
2.655m
Difficoltà
TD (V e V+, passo VI-)
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