Via del Naso - Bec di Mea
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Via del Naso
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Grassi-Motti, Gennaio 1969
Autore scheda
Matteo e Luca Enrico
Versante
Sud-Ovest
Lunghezza dislivello
170m
Difficoltà
6c
Difficoltà obbligatoria
V+
E’ la via simbolo della struttura e del Nuovo Mattino della Valle Grande. La via attacca sotto la verticale dell’enorme tetto ben visibile anche dal fondovalle (fix visibili).
Accesso generale
Torino-Germagnano-Cantoira-Chialamberto-Bonzo Accesso
Parcheggiare l’auto nel posteggio accanto alla chiesa. Attraversare la strada e, in prossimità di una fontana di fronte alla chiesa, salire, in mezzo alle case, per una ripida stradina. Seguirla sino ad incontrare una strada asfaltata. Da questa, accanto al muro di cinta di un cortile (cartello in legno con indicazione Bec di Mea), imboccare un sentiero. Costeggiato il muro e attreversato un ruscelletto si giunge in un prato con grosse piante; seguire ancora l’evidente sentiero verso dx sino ad incontrare una deviazione che s’inerpica a sx. Seguire questa deviazione (che fa tornare nella direzione del prato) fino a giungere, dopo pochi minuti, ad un edificio in cemento. Il sentiero è ben individuabile, anche se in questo tratto molto disturbato dalla vegetazione. Il sentiero sale dapprima nel bosco con ripide svolte, per diventare poi un bel sentierone, a mezza costa, in mezzo ad una bella e suggestiva pineta. Dopo la pineta seguono altre ripide svolte e un traverso verso sx; a questo punto si incontra un bivio. Prendere il sentiero in piano verso sx (se si guarda bene c’è una freccia rossa molto scolorita). In breve si giunge in prossimità della parete; salire in mezzo al bosco, come meglio si può, alla base, seguendo qualche ometto. Circa 45 minuti. Itinerario
L1 (variante): placca leggermente lichenosa. Il 6a è abbastanza obbligatorio e la spittatura in un paio di punti non è proprio ottimale; in alternativa si può salire per il tiro originale che passa nella zona rotta appena a dx (III e IV-, utili un paio di friend poiché la lunghezza è sprotetta). Entambi portano ad una bella cengia con albero.
L2: spostarsi a dx e attaccare un diedro protetto a fix. Seguire tutto il diedro (nella parte centrale utile un friend) fin sotto uno strapiombino che si supera con un passo un po’ atletico ma ben protetto (V+).
L3: dalla sosta salire ed infilarsi in una curiosa spaccatura strapiombante (V+). Uscire da questa e raddrizzarsi su una scomoda cengetta all’inizio del grande tetto.
L4: traversare a sx sopra il bordo del tetto, sfruttando, per le dita, una netta fessura fino ad arrivare, con un passo un po’ delicato, alla base di un marcato diedro (V+, sosta scomoda).
L5: superare con bella arrampicata il diedro (chiodi e alcuni fix, 6a+) che termina su un liscio placcone (chiodi a pressione, 6a+ oppure A1); traversare il placcone verso sx fino in sosta.
L6: dalla sosta superare direttamente il breve ma intenso muretto fessurato (V+) e ribaltarsi sulla grande placca superiore (III+), facile ma improteggibile. Traversarla verso dx fino alla base di un muro (spit vecchio). Superare il muro, liscio ma non difficile, e dopo una spaccatura con un pinetto attraversare verso dx in sosta sotto il tetto finale (V+ max). in alternativa. invece che andare in sosta si può proseguire dritto sullo spigolo, seguendo una variante attrezzata a fix e circa di 6a, evitando così il tetto finale.
L7: superare con arrampicata difficile ad incastro la fessura alla base del tetto (attrezzatura ottima a fix, in libera 6c, altrimenti A0). Discesa
Dall’ultima sosta calarsi verticalmente sino ad una nicchia (sosta con catena). Da qui calarsi sino alla sosta alla base del diedro del quinto tiro. Da questa sosta si arriva, con una doppia spettacolare sotto il grande tetto (prusik utile) alla cengia con albero. Ancora una breve doppia (circa 20m) riporta alla base. Le quattro doppie, a parte la seconda, sono sulla via. Materiale
La via è stata, da qualche anno, riattrezzata con fix dalla guida C. Bernardi. Accanto al primo tiro originale è stata aperta una variante di 6a. Utili un paio di friends medi per il secondo tiro, due corde da 50m.
Torino-Germagnano-Cantoira-Chialamberto-Bonzo Accesso
Parcheggiare l’auto nel posteggio accanto alla chiesa. Attraversare la strada e, in prossimità di una fontana di fronte alla chiesa, salire, in mezzo alle case, per una ripida stradina. Seguirla sino ad incontrare una strada asfaltata. Da questa, accanto al muro di cinta di un cortile (cartello in legno con indicazione Bec di Mea), imboccare un sentiero. Costeggiato il muro e attreversato un ruscelletto si giunge in un prato con grosse piante; seguire ancora l’evidente sentiero verso dx sino ad incontrare una deviazione che s’inerpica a sx. Seguire questa deviazione (che fa tornare nella direzione del prato) fino a giungere, dopo pochi minuti, ad un edificio in cemento. Il sentiero è ben individuabile, anche se in questo tratto molto disturbato dalla vegetazione. Il sentiero sale dapprima nel bosco con ripide svolte, per diventare poi un bel sentierone, a mezza costa, in mezzo ad una bella e suggestiva pineta. Dopo la pineta seguono altre ripide svolte e un traverso verso sx; a questo punto si incontra un bivio. Prendere il sentiero in piano verso sx (se si guarda bene c’è una freccia rossa molto scolorita). In breve si giunge in prossimità della parete; salire in mezzo al bosco, come meglio si può, alla base, seguendo qualche ometto. Circa 45 minuti. Itinerario
L1 (variante): placca leggermente lichenosa. Il 6a è abbastanza obbligatorio e la spittatura in un paio di punti non è proprio ottimale; in alternativa si può salire per il tiro originale che passa nella zona rotta appena a dx (III e IV-, utili un paio di friend poiché la lunghezza è sprotetta). Entambi portano ad una bella cengia con albero.
L2: spostarsi a dx e attaccare un diedro protetto a fix. Seguire tutto il diedro (nella parte centrale utile un friend) fin sotto uno strapiombino che si supera con un passo un po’ atletico ma ben protetto (V+).
L3: dalla sosta salire ed infilarsi in una curiosa spaccatura strapiombante (V+). Uscire da questa e raddrizzarsi su una scomoda cengetta all’inizio del grande tetto.
L4: traversare a sx sopra il bordo del tetto, sfruttando, per le dita, una netta fessura fino ad arrivare, con un passo un po’ delicato, alla base di un marcato diedro (V+, sosta scomoda).
L5: superare con bella arrampicata il diedro (chiodi e alcuni fix, 6a+) che termina su un liscio placcone (chiodi a pressione, 6a+ oppure A1); traversare il placcone verso sx fino in sosta.
L6: dalla sosta superare direttamente il breve ma intenso muretto fessurato (V+) e ribaltarsi sulla grande placca superiore (III+), facile ma improteggibile. Traversarla verso dx fino alla base di un muro (spit vecchio). Superare il muro, liscio ma non difficile, e dopo una spaccatura con un pinetto attraversare verso dx in sosta sotto il tetto finale (V+ max). in alternativa. invece che andare in sosta si può proseguire dritto sullo spigolo, seguendo una variante attrezzata a fix e circa di 6a, evitando così il tetto finale.
L7: superare con arrampicata difficile ad incastro la fessura alla base del tetto (attrezzatura ottima a fix, in libera 6c, altrimenti A0). Discesa
Dall’ultima sosta calarsi verticalmente sino ad una nicchia (sosta con catena). Da qui calarsi sino alla sosta alla base del diedro del quinto tiro. Da questa sosta si arriva, con una doppia spettacolare sotto il grande tetto (prusik utile) alla cengia con albero. Ancora una breve doppia (circa 20m) riporta alla base. Le quattro doppie, a parte la seconda, sono sulla via. Materiale
La via è stata, da qualche anno, riattrezzata con fix dalla guida C. Bernardi. Accanto al primo tiro originale è stata aperta una variante di 6a. Utili un paio di friends medi per il secondo tiro, due corde da 50m.
Commenti
20/11/2009 diego antidiego
come sempre no mi ha deluso la cordata del nuovo mattino. gli spit ci posson anche stare ove necessario ma forse qualcuno è di troppo oltre che posizionato male. come accesso è possibile giungere dagli alboni in 20 min sulla sommità della parete e da quì in doppie
23/09/2009 D. Trad
Via simbolo del Nuovo Mattino, riattrezzata a Fix... non ci vedete una certa contraddizione?
12/02/2004 CHIARA GIOVANDO
BELLA VIA, OTTIMAMENTE RICHIODATA, IN MODO DA NON STRAVOLGERE LE DIFFICOLTA' ORIGINARIE. NON SONO NECESSARI NUTS E FRINEDS. RACCOMANDO IL PRUSIK NELLA DOPPIA DEL GRANDE TETTO! SPETTACOLARE!
13/10/2003 __ __
bellissima e divertente via: supera una serie di diedri, fessure e tetti spettacolari! bella ed esposta! il bec di mea è sicuramente un posto da riscoprire..
Bellezza
Primi salitori
Grassi-Motti, Gennaio 1969
Autore scheda
Matteo e Luca Enrico
Versante
Sud-Ovest
Lunghezza dislivello
170m
Difficoltà
6c
Difficoltà obbligatoria
V+
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