Aspettando Alice - Dent d’Ecot
Il vasto ed imponente versante del Martellot è speculare a quello della Gura e da esso è diviso dalla lunga cresta che culmina sulla Dent d’Ecot. Sugli speroni che sorreggono tale cresta non era mai stato tracciato nessun itinerario. Si è così pensato di correre ai ripari individuando ed aprendo una via che arriva a toccare la quota 2870m. Ne è uscito un itinerario sempre su roccia da buona a ottima. Un granito che passa dal bianco, al verde al rosso e che regala una scalata varia, su placca e in fessura. La prima lunghezza è molto bella e degna di una via 'da Monte Bianco'. La via è sicuramente alpinistica sia come tipologia che come gradi di difficoltà e permette di vivere una bella giornata in un luogo grandioso e affascinante, senza i problemi e l’impegno che richiedono invece le vie della Gura. La comodità di accesso, l’essere sempre visti dal rifugio, le calate in doppia e qualche fix in via non tolgono comunque nulla all’avventura che si vive in questa porzione di Alpi Graie, lontana dalle folle e misteriosa. La speranza è quella che possa diventare una classica della zona servita da uno dei rifugi più belli ed accoglienti delle nostre Alpi ma purtroppo solo raramente visitato dagli arrampicatori.
Da Lanzo seguire le indicazioni per la Val Grande (Cantoira, Chialamberto, Groscavallo) e arrivare fino in fondo alla valle, all’ultimo paese, Forno Alpi Graie (1220m). Posteggiare l’auto nell’ampio piazzale o ancor meglio subito prima del ponte sulla Stura.
AccessoDa Forno A.G. seguire il sentiero N°315 per il rifugio Daviso. Dopo circa 550m si arriva al vasto pianoro del Gias di Lei. Al suo termine il sentiero supera il torrente e prosegue sulla destra giungendo al rifugio (2280m, 2h30’). Dal rifugio prendere il sentiero 315A per il Colle della Fea che inizia alla destra della costruzione, vicino alla stanza adibita a locale invernale. Lo si segue fino a quota 2400m dove lo si abbandona per seguire la diramazione a sinistra per il Colle Girard, sentiero 315B. Il bivio è segnalato da un palo in ferro. Si segue per un breve tratto questo sentiero per poi abbandonarlo tagliando a sinistra su prati e pietraie verso l’evidente morena che delimita il canalone che scende dal Colle Martellot. Si giunge alla morena e la si risale sul suo filo fino a quota 2500m circa, dove è possibile scavalcarla. Si traversa allora verso i nevai dei rimasugli del ghiacciaio del Martellot. Si procede sul glacio-nevato in diagonale verso sinistra transitando sotto alle cascate e puntando all’ultimo evidente filo morenico all’estrema sinistra, oltre il quale il pendio inizia a scendere. La via attacca sulla porzione di parete a destra dello scudo di placche verde-grigio (poste sopra tale morena), in corrispondenza di una fascia di rocce basali dal colore rossastro. Spit-fix con cordone rosa appena sopra il nevaio. Ci si può cambiare su uno degli isolotti detritico-rocciosi e poi portarsi in breve verso l’attacco. Passare quindi dalla neve ai gradoni di roccia addossati alla parete dove ci si può cambiare le scarpe. La neve arriva in questo punto abbastanza ben contro alla parete, in stagione particolarmente avanzata potrebbe però anche crearsi una più profonda crepaccia terminale. Quota attacco 2580m, 300m di dislivello, 1h 15’ dal rifugio
ItinerarioL1: dallo spit-fix con cordone rosa non salire direttamente sulla levigata placca rossastra ma traversare qualche metro a sinistra per poi tornare più facilmente a destra sopra allo spit-fix. Salire quindi verso il secondo spit-fix ben visibile. Il tiro prosegue con andamento ascendente a destra su roccia granitica molto bella e compatta. Sul tiro 5 spit-fix più la sosta. Grado 6a
L2: dalla sosta spostarsi a sinistra verso il primo spit-fix e quindi salire il diedrino appoggiato verso destra. Al suo termine salire dritti fino al salto finale da cui si esce sulla placca si sinistra. Si sosta sotto un evidente diedro con larga fessura ben visibile da S1. Sul tiro 5 spit-fix più la sosta. Grado V.
L3: non andare verso il diedro fessurato ma salire dritti verso lo spigolo (spit-fix visibile). Salirlo e seguire il sistema di fessure e speroni fino alla compatta, anche se breve, placca finale protetta da 2 spit-fix. Sul tiro 3 spit-fix più la sosta. Grado V+
L4: trasferimento. Dalla sosta a destra si sale sulla dorsale di blocchi fino al suo termine dove si trova uno spit-fix di sosta.
L5: salire verticalmente in direzione del diedro obliquo da sinistra a destra. Al suo termine (spit-fix visibile da sotto) ribaltarsi a sinistra e traversare decisamente a sinistra, stando al di sotto delle zone erbose, fino allo spigolo dalla parte opposta (spit-fix visibile). Ribaltarsi sullo spigolo e seguire la placca fino al comodo terrazzino erboso di sosta. Sul tiro 3 spit-fix più la sosta. Grado V+
L6: superare le belle fessure sopra la sosta fino allo spigolo e da qui a sinistra nel diedro compatto e cieco (2 spit-fix). Sul tiro 2 spit-fix più la sosta. Grado V+
L7: si è ora alla base del catino di placche verdastre ben visibile dal basso. Salire dritti sopra la sosta verso l’unico spit-fix del tiro. Salire ancora dritti con piacevole arrampicata fino alla cengia di sosta. Sul tiro 1 spit-fix più la sosta. Grado: un passo di IV-
L8: salire un po’ a sinistra della sosta vincendo la spaccatura (spit-fix visibile) che permette di accedere alle placche superiori che si raggiungono traversando a sinistra e poi salendo dritti. Sul tiro 5 spit-fix più la sosta. Grado 6a
L9: dalla sosta salire a sinistra dove la roccia è più articolata. Moschettonato l’unico spit-fix del tiro (allungare bene), posto sotto uno strapiombo (visibile dalla sosta), ribaltarsi oltre lo spigolo e seguire le fessure con bella arrampicata in stile granitico. Sosta su cornice a destra. Sul tiro 1 spit-fix più la sosta. Grado V
L10: salire inizialmente nella larga spaccatura, poi uscire sul muro a tacche a sinistra e quindi traversare a destra in una nicchia da cui si vince l’ultima placca-diedro verso sinistra. Sul tiro 3 spit-fix più la sosta. Grado 6a
Con 9 doppie. Non si fa solo quella di S4.
Dalla base della via, se si è guardato attentamente il percorso dall’alto, si può scendere lungo i nevai traversando verso il canalone che scende dal Colle di Martellot. Lo si raggiunge scendendo sulle facili balze erbose a fianco della cascata. Attraversatolo si taglia per prati in direzione del rifugio (30 min).
Materiale in posto: 47 spit-fix comprese le soste. Portare rinvii, una serie friend BD dal n°0.2 al n°3 raddoppiando 0.5, 0.75, 1. Corde 60m. Per l’attacco ramponi consigliati (anche ramponi leggeri), indispensabili in caso di neve dura. Si consiglia di allungare bene le protezioni.
NoteUn grande grazie va al Rifugio Paolo Daviso – C.A.I. sezione di Venaria per aver sponsorizzato l’opera
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