Traversata delle Tre Vette - Corno Grande, Gran Sasso
1 / 5
Traversata delle Tre Vette: Tre vette, il tunnel presso la Madonnina
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Hans Schmidt e K. Riebeling, agosto 1910.
Autore scheda
Luca Mazzoleni
Versante
Traversata da esta a ovest
Quota
2912m
Difficoltà
AD- (3°)
La Traversata delle Tre Vette è la via classica per eccellenza, l’arrampicata che non può mancare nel carnet d’ogni alpinista che ami il Gran Sasso. Via mai difficile ma complessa nella ricerca del percorso, delicata con lunghi tratti assai esposti su roccia friabile. Itinerario assolutamente consigliabile, esaltante e panoramico come può esserlo una via che cavalca il filo di cresta più alto e aereo di tutto l’Appennino Centrale, scalando le quattro vette del Corno Grande: l’Orientale, la Centrale, il Torrione Cambi e infine l’Occidentale.
E’ qui descritta con direzione da est a ovest, come dai più è ripetuta e come si ritiene consigliabile.
E’ qui descritta con direzione da est a ovest, come dai più è ripetuta e come si ritiene consigliabile.
Accesso generale
Dalla SS. n°80 L’Aquila-Teramo al bivio di Ponte Arno si sale lungo la provinciale a Pietracamela e ai Prati di Tivo. Accesso
Con la cabinovia si sale alla Madonnina 2028m, quindi per sentiero evidente al rifugio Franchetti 2433m e da questo per il sentiero alpinistico Ricci su alla Vetta Orientale (tot. ore 2.30) Itinerario
Dalla cima dell’Orientale seguire la cresta che scende verso il Calderone (ovest) per 10-15 m e prendere a sinistra il facile quanto friabile canalino che si abbassa fino alla Forchetta Sivitilli, quindi si risale prima su una terrazza inclinata (3 spit di una vecchia calata di soccorso) poi una facile paretina (ometti) porta ad una forcella; sempre sul lato destro della cresta si sale un altro breve e friabile canalino che porta sulla Vetta Centrale 2893 m. Dalla cima si scende a sud lungo la via normale, segnata dai bolli giallorossi del Sentiero n. 4 (sentiero per modo di dire, è un percorso alpinistico, facile ma delicato ed esposto), fino ad un intaglio ove è una catena di calata, utile quando nel pur facile canale-camino successivo sia ancora presente ad inizio stagione un nevaio. A metà del canale si oltrepassa un masso incastrato (altro ancoraggio per breve doppia sopra il masso), quindi si risale il breve canale che porta alla Forchetta Gualerzi 2840 m. Dalla Forchetta salire la facile cengia e per una paretina appoggiata si guadagna anche la bella cima del Torrione Cambi 2875 m. Ora scendere brevemente il canalino subito a sinistra del filo di cresta (sud) fin sul bordo di un salto (2 spit e catena): da qui con una prima doppia da 30 m precisi ci si cala lungo il Camino Jannetta fino ad una successiva doppia (2 spit e catena) sempre da 30 m che arriva in prossimità della Forchetta del Calderone 2790 m.
E’ altrimenti possibile dalla Forchetta Gualerzi evitare la salita e le doppie del Torrione Cambi seguendo i boli del Sentiero n. 4 lungo l’obliquo canale-camino che scende verso il Calderone e poi attraversare i caratteristici “Terrazzoni” che tagliano il versante nord del Torrione Cambi (pericolosi con neve o vetrato) e così risalire con brevi e facili passaggi (2°) alla Forchetta del Calderone. Questa può anche essere un’utile via di fuga dalle creste in caso di maltempo.
Dalla Forchetta del Calderone scendere poche metri verso il ghiacciaio seguendo i bolli quindi risalire a sinistra (si lascia il Sentiero n. 4 prima di un bollo vicino ad una freccia) per una rampetta che porta alla profonda fenditura che spacca la triangolare guglia della Madonnina. Ci si infila nello stretto e buio corridoio, problematico ad inizio stagione quando è intasato dalla neve, facile ma tanto angusto da lasciar passare a male pena lo zaino.
Sbucati infine all’aperto seguire la cengia affacciata in piena esposizione su quello che rimane del Ghiacciaio del Calderone. Salire di seguito una rampetta e una paretina che risalgono presso un intaglio sul filo di cresta (1 ch). Scalare la fessura soprastante e proseguire per via intuitiva sempre sul lato del Calderone, guidati anche dai segni graffiati dai ramponi sulla roccia (3°). Altra breve discesa per canalino breccioso e risalita per un breve caminetto ad un forcellino con due chiodi di sosta. Seguire l’aereo filo di cresta e dopo un ultimo più esposto passaggio (3°, ch) per facili rocce si arriva sulla Vetta Occidentale del Corno Grande 2912 m (ore 3.00/8.00).
Volendo è possibile evitare l’ultimo esposto passo scendendo sul lato di Campo Imperatore per un facile canalino e poi risalirne un successivo, evitando così il filo di cresta sempre per facili rocce si guadagna la cima. Discesa
Vedi gli itinerari della parte escursionistica (E 15-16-17) Note
Attacco: Vetta Orientale del Corno Grande
Tempo di salita: ore 3.00/8.00
Difficoltà: AD- (3°)
Rifugio Franchetti - 0861-959634 / 333-2324474.
Luca Mazzoleni è gestore del Rifugio Franchetti dal 1988, inoltre autore di "La montagna incantata, 204 itinerari di scialpinismo nell’Appennino Centrale" edita da Porzi Editoriali nel 2004 e "Guida della’Alta Via scialpinistica dell’Appennino" edita da Porzi Editoriali nel 2010. Cartografia
Gran Sasso, CAI Aquila
Dalla SS. n°80 L’Aquila-Teramo al bivio di Ponte Arno si sale lungo la provinciale a Pietracamela e ai Prati di Tivo. Accesso
Con la cabinovia si sale alla Madonnina 2028m, quindi per sentiero evidente al rifugio Franchetti 2433m e da questo per il sentiero alpinistico Ricci su alla Vetta Orientale (tot. ore 2.30) Itinerario
Dalla cima dell’Orientale seguire la cresta che scende verso il Calderone (ovest) per 10-15 m e prendere a sinistra il facile quanto friabile canalino che si abbassa fino alla Forchetta Sivitilli, quindi si risale prima su una terrazza inclinata (3 spit di una vecchia calata di soccorso) poi una facile paretina (ometti) porta ad una forcella; sempre sul lato destro della cresta si sale un altro breve e friabile canalino che porta sulla Vetta Centrale 2893 m. Dalla cima si scende a sud lungo la via normale, segnata dai bolli giallorossi del Sentiero n. 4 (sentiero per modo di dire, è un percorso alpinistico, facile ma delicato ed esposto), fino ad un intaglio ove è una catena di calata, utile quando nel pur facile canale-camino successivo sia ancora presente ad inizio stagione un nevaio. A metà del canale si oltrepassa un masso incastrato (altro ancoraggio per breve doppia sopra il masso), quindi si risale il breve canale che porta alla Forchetta Gualerzi 2840 m. Dalla Forchetta salire la facile cengia e per una paretina appoggiata si guadagna anche la bella cima del Torrione Cambi 2875 m. Ora scendere brevemente il canalino subito a sinistra del filo di cresta (sud) fin sul bordo di un salto (2 spit e catena): da qui con una prima doppia da 30 m precisi ci si cala lungo il Camino Jannetta fino ad una successiva doppia (2 spit e catena) sempre da 30 m che arriva in prossimità della Forchetta del Calderone 2790 m.
E’ altrimenti possibile dalla Forchetta Gualerzi evitare la salita e le doppie del Torrione Cambi seguendo i boli del Sentiero n. 4 lungo l’obliquo canale-camino che scende verso il Calderone e poi attraversare i caratteristici “Terrazzoni” che tagliano il versante nord del Torrione Cambi (pericolosi con neve o vetrato) e così risalire con brevi e facili passaggi (2°) alla Forchetta del Calderone. Questa può anche essere un’utile via di fuga dalle creste in caso di maltempo.
Dalla Forchetta del Calderone scendere poche metri verso il ghiacciaio seguendo i bolli quindi risalire a sinistra (si lascia il Sentiero n. 4 prima di un bollo vicino ad una freccia) per una rampetta che porta alla profonda fenditura che spacca la triangolare guglia della Madonnina. Ci si infila nello stretto e buio corridoio, problematico ad inizio stagione quando è intasato dalla neve, facile ma tanto angusto da lasciar passare a male pena lo zaino.
Sbucati infine all’aperto seguire la cengia affacciata in piena esposizione su quello che rimane del Ghiacciaio del Calderone. Salire di seguito una rampetta e una paretina che risalgono presso un intaglio sul filo di cresta (1 ch). Scalare la fessura soprastante e proseguire per via intuitiva sempre sul lato del Calderone, guidati anche dai segni graffiati dai ramponi sulla roccia (3°). Altra breve discesa per canalino breccioso e risalita per un breve caminetto ad un forcellino con due chiodi di sosta. Seguire l’aereo filo di cresta e dopo un ultimo più esposto passaggio (3°, ch) per facili rocce si arriva sulla Vetta Occidentale del Corno Grande 2912 m (ore 3.00/8.00).
Volendo è possibile evitare l’ultimo esposto passo scendendo sul lato di Campo Imperatore per un facile canalino e poi risalirne un successivo, evitando così il filo di cresta sempre per facili rocce si guadagna la cima. Discesa
Vedi gli itinerari della parte escursionistica (E 15-16-17) Note
Attacco: Vetta Orientale del Corno Grande
Tempo di salita: ore 3.00/8.00
Difficoltà: AD- (3°)
Rifugio Franchetti - 0861-959634 / 333-2324474.
Luca Mazzoleni è gestore del Rifugio Franchetti dal 1988, inoltre autore di "La montagna incantata, 204 itinerari di scialpinismo nell’Appennino Centrale" edita da Porzi Editoriali nel 2004 e "Guida della’Alta Via scialpinistica dell’Appennino" edita da Porzi Editoriali nel 2010. Cartografia
Gran Sasso, CAI Aquila
Commenti
Ancora nessun commento...
Bellezza
Primi salitori
Hans Schmidt e K. Riebeling, agosto 1910.
Autore scheda
Luca Mazzoleni
Versante
Traversata da esta a ovest
Quota
2912m
Difficoltà
AD- (3°)
Itinerari nello stesso gruppo montuoso
News correlate