Spigolo a destra della crepa - Gran Sasso d'Italia, Corno Piccolo
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Spigolo a destra della crepa: La parete Est del Corno Piccolo all'alba (arch. F. Antonioli)
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Gigi Mario e Emilio Caruso il 5/07/1959 e 2/06/1961
Autore scheda
Roberto Iannilli
Versante
Est
Lunghezza dislivello
320m
Quota
2655m
Difficoltà
TD (tratto VI-)
La via supera lo spigolo evidentissimo accanto ad un profondo ed altrettanto evidente diedrone che solca tutta la parete (“via della Crepa”). I chiodi ci sono tutti ma alcune soste sono da attrezzare con dadi e friend, che sono indispensabili. La via segue lo spigolo evitando tutte le difficoltà maggiori, a volte la linea da seguire non è la più evidente, ma la più facile, occorre quindi essere muniti di una relazione dettagliata e non andare a “naso”, con il rischio di ritrovarsi sulla difficile “Direttissima”.
Accesso generale
Dall’arrivo della seggiovia che sale dai Prati di Tivo (TE), in massimo un'ora di sentiero si è alla zona più alta della parete, la Punta dei Due. Se si vuole salire presto, o evitare i seggiolini appesi alla fune, occorre aggiungere 45 minuti partendo da Cima Alta (comunque attualmente la seggiovia è in ristrutturazione). Per il Monolito serve salire lo zoccolo (passi di II ed un passaggio di III), oppure una delle vie delle placche/diedri il “Monolito Inferiore” (150/200 m., dal V al 7B). Accesso
L'attacco dello Spigolo a destra della crepa è nel profondo diedrone che taglia in verticale tutta la parete, “la Crepa”. Itinerario
1) Si devia subito verso destra superando una paretina e si continua sempre verso destra fino ad un terrazzino con spuntone alla base di un diedro, portandosi sul lato destro dello spigolo (V-; chiodi e friend). (40 m.)
2) Si sale il diedro e poi una rampa poco definita sempre verso destra (IV; chiodi, dadi e friend). (40 m.)
3) Continuare per fessure e spostarsi sulla destra, in un diedro dall’ apparenza di roccia poco solida, superare uno strapiombetto e raggiungere una rampa-fessura (V, passo di V+; dadi e chiodi. Attenzione a non restare troppo a sinistra). ( 30 m.)
4) In verticale in direzione di strapiombi gialli si raggiunge una cengia (“Cengia dei mughi”) che porta a sinistra, verso lo spigolo, sotto uno strapiombo (III e IV-; dadi). (25 m.)
5) Spostarsi sulla sinistra dello spigolo e con un passo aereo superare uno strapiombetto verso sinistra, raggiungendo delle fessure, da qui prima dritti e poi verso destra, raggiungere una fessura che incide a tal punto lo spigolo da formare una struttura staccata monolitica, “L’ obelisco” (tratto di VI-, chiodi e friend). Continuare per fessura che va allargandosi, fino alla cima acuminata de “l’ obelisco” (V; friend).Non sostare (possibile) ma proseguire verso sinistra su una rampetta fin sotto un’ altro strapiombo (III+). Da qui, la via originale traversava lungamente a sinistra. (50 m.)
6) Salire la placca sopra la sosta verso destra, in direzione del filo dello spigolo (V+; clessidra). Raggiunto un ancoraggio con moschettone calarsi obliquando verso destra (tratto denominato con enfasi “il pendolo”, in libera è V). Traversare brevemente a destra fino a delle fessure da risalire che portano alla sosta. (35 m.)
7) Salire poco sopra la sosta e raggiungere una compatta scaglia orizzontale, che porta facilmente a destra, verso un camino (IV-; friend). (25 m.)
8) Risalire il camino che si allarga a canale (IV, passo di V-; friend). (30 m.)
9) Per il canale e le facili roccette seguenti si esce in cresta (III+). (40 m.) Discesa
Dalle vie oltre la vetta (salendo il sentiero), Monolito compreso, conviene scendere per la Ferrata Danesi, fino alla Sella dei Due Corni, che si affaccia sul Vallone delle Cornacchie. Oppure (vie del Monolito) in doppia, fino allo zoccolo, da scendere in facile arrampicata (passaggio di III e roccette di II). Per le vie prima della vetta è più rapido seguire la cresta nord del Corno Piccolo (con relazione della via al seguito e due brevi doppie), se non si deve tornare al rifugio, altrimenti conviene seguire le indicazioni precedenti. Materiale
Normale dotazione da alpinismo. I chiodi ci sono tutti ma alcune soste sono da attrezzare con dadi e friend, che sono indispensabili.
Dall’arrivo della seggiovia che sale dai Prati di Tivo (TE), in massimo un'ora di sentiero si è alla zona più alta della parete, la Punta dei Due. Se si vuole salire presto, o evitare i seggiolini appesi alla fune, occorre aggiungere 45 minuti partendo da Cima Alta (comunque attualmente la seggiovia è in ristrutturazione). Per il Monolito serve salire lo zoccolo (passi di II ed un passaggio di III), oppure una delle vie delle placche/diedri il “Monolito Inferiore” (150/200 m., dal V al 7B). Accesso
L'attacco dello Spigolo a destra della crepa è nel profondo diedrone che taglia in verticale tutta la parete, “la Crepa”. Itinerario
1) Si devia subito verso destra superando una paretina e si continua sempre verso destra fino ad un terrazzino con spuntone alla base di un diedro, portandosi sul lato destro dello spigolo (V-; chiodi e friend). (40 m.)
2) Si sale il diedro e poi una rampa poco definita sempre verso destra (IV; chiodi, dadi e friend). (40 m.)
3) Continuare per fessure e spostarsi sulla destra, in un diedro dall’ apparenza di roccia poco solida, superare uno strapiombetto e raggiungere una rampa-fessura (V, passo di V+; dadi e chiodi. Attenzione a non restare troppo a sinistra). ( 30 m.)
4) In verticale in direzione di strapiombi gialli si raggiunge una cengia (“Cengia dei mughi”) che porta a sinistra, verso lo spigolo, sotto uno strapiombo (III e IV-; dadi). (25 m.)
5) Spostarsi sulla sinistra dello spigolo e con un passo aereo superare uno strapiombetto verso sinistra, raggiungendo delle fessure, da qui prima dritti e poi verso destra, raggiungere una fessura che incide a tal punto lo spigolo da formare una struttura staccata monolitica, “L’ obelisco” (tratto di VI-, chiodi e friend). Continuare per fessura che va allargandosi, fino alla cima acuminata de “l’ obelisco” (V; friend).Non sostare (possibile) ma proseguire verso sinistra su una rampetta fin sotto un’ altro strapiombo (III+). Da qui, la via originale traversava lungamente a sinistra. (50 m.)
6) Salire la placca sopra la sosta verso destra, in direzione del filo dello spigolo (V+; clessidra). Raggiunto un ancoraggio con moschettone calarsi obliquando verso destra (tratto denominato con enfasi “il pendolo”, in libera è V). Traversare brevemente a destra fino a delle fessure da risalire che portano alla sosta. (35 m.)
7) Salire poco sopra la sosta e raggiungere una compatta scaglia orizzontale, che porta facilmente a destra, verso un camino (IV-; friend). (25 m.)
8) Risalire il camino che si allarga a canale (IV, passo di V-; friend). (30 m.)
9) Per il canale e le facili roccette seguenti si esce in cresta (III+). (40 m.) Discesa
Dalle vie oltre la vetta (salendo il sentiero), Monolito compreso, conviene scendere per la Ferrata Danesi, fino alla Sella dei Due Corni, che si affaccia sul Vallone delle Cornacchie. Oppure (vie del Monolito) in doppia, fino allo zoccolo, da scendere in facile arrampicata (passaggio di III e roccette di II). Per le vie prima della vetta è più rapido seguire la cresta nord del Corno Piccolo (con relazione della via al seguito e due brevi doppie), se non si deve tornare al rifugio, altrimenti conviene seguire le indicazioni precedenti. Materiale
Normale dotazione da alpinismo. I chiodi ci sono tutti ma alcune soste sono da attrezzare con dadi e friend, che sono indispensabili.
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Bellezza
Primi salitori
Gigi Mario e Emilio Caruso il 5/07/1959 e 2/06/1961
Autore scheda
Roberto Iannilli
Versante
Est
Lunghezza dislivello
320m
Quota
2655m
Difficoltà
TD (tratto VI-)
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