Monte Zebrù - Monte Zebrù
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Monte Zebrù
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Julius Payer, Johann Pinggera 29/09/1866
Autore scheda
Eraldo Meraldi, Guida Alpina
Versante
Sud, nord-ovest
Quota
3740m
Difficoltà
PD+ (poco difficile), AD (abbastanza difficile)
Il Monte Zebrù, o Piccolo Zebrù nel detto locale, si trova in uno degli angoli più solitari e selvaggi del gruppo dell’Ortles-Cevedale sulla linea di confine tra la Lombardia e l’Alto Adige ed è composto da due cime poco distanti, la Cima SE e quella NO che risulta essere la più elevata. Il nome Zebrù sembra abbia origine celtica e derivi dal termine se che significa “spirito buono, santo” e dal termine brugh, anch’esso celtico, che significa rocca o fortezza, quindi ”castello degli spiriti buoni”.
La via di salita classica ha subito negli ultimi anni una variazione notevole per il ritiro e l’abbassamento dei ghiacciai, rendendo il tratto finale più ripido e con rocce affioranti molto fratturate e friabili.
Accesso generale
Da Bormio, si segue la SS 300 per circa 3 km in direzione di Santa Caterina Valfurva: Giunti al paese di San Nicolò seguendo le evidenti indicazioni, si sale a sinistra all’arroccato e sempre soleggiato paese di Madonna dei Monti diviso in diverse frazioni. Si passa prima Paris, poi Plazzola fino ad arrivare a Niblogo dove si posteggia in un ampio posteggio al termine del paese. Accesso
Accesso al rifugio Quinto Alpini: dal posteggio di Niblogo (1600 m), si segue la carrareccia che pianeggiante si addentra nella bellissima e incassata Val Zebrù arrivando in breve alla località “Tre croci” dove fino a metà del secolo scorso veniva svolta a suo tempo, una suggestiva “via crucis”. Da qui a sinistra e passando più volte il torrente ci si addentra nel cuore della valle che man mano si apre, passando i caratteristici nuclei di antiche baite di Zebrù, Chitomas, Pramighen e Campo fino ad arrivare poco oltre il limite boschivo presso l’alpeggio della Baita del Pastore (2166 m). Da qui la stradina ora più erta, prosegue con qualche tornante passando su verdi pascoli dall’erba buona dove pasturano mandrie di mucche indolenti, arrivando fino alla morena laterale della valle del Rio Marè. Si continua su sentiero ghiaioso che porta al rifugio ben visibile sopra il contrafforte roccioso (3/4 ore). Dislivello dal posteggio di Niblogo 1278 m. E’ possibile arrivare con il servizio jepp presente al posteggio di Niblogo, fino alla Baita del Pastore riducendo così il tempo di salita al rifugio a 1,30/2 ore. Dislivello dalla Baita del Pastore 712 m. Itinerario
Corda, piccozza, ramponi, chiodi da ghiaccio, scarponi da montagna ramponabili, abbigliamento da alta montagna. Note
Da Bormio, si segue la SS 300 per circa 3 km in direzione di Santa Caterina Valfurva: Giunti al paese di San Nicolò seguendo le evidenti indicazioni, si sale a sinistra all’arroccato e sempre soleggiato paese di Madonna dei Monti diviso in diverse frazioni. Si passa prima Paris, poi Plazzola fino ad arrivare a Niblogo dove si posteggia in un ampio posteggio al termine del paese. Accesso
Accesso al rifugio Quinto Alpini: dal posteggio di Niblogo (1600 m), si segue la carrareccia che pianeggiante si addentra nella bellissima e incassata Val Zebrù arrivando in breve alla località “Tre croci” dove fino a metà del secolo scorso veniva svolta a suo tempo, una suggestiva “via crucis”. Da qui a sinistra e passando più volte il torrente ci si addentra nel cuore della valle che man mano si apre, passando i caratteristici nuclei di antiche baite di Zebrù, Chitomas, Pramighen e Campo fino ad arrivare poco oltre il limite boschivo presso l’alpeggio della Baita del Pastore (2166 m). Da qui la stradina ora più erta, prosegue con qualche tornante passando su verdi pascoli dall’erba buona dove pasturano mandrie di mucche indolenti, arrivando fino alla morena laterale della valle del Rio Marè. Si continua su sentiero ghiaioso che porta al rifugio ben visibile sopra il contrafforte roccioso (3/4 ore). Dislivello dal posteggio di Niblogo 1278 m. E’ possibile arrivare con il servizio jepp presente al posteggio di Niblogo, fino alla Baita del Pastore riducendo così il tempo di salita al rifugio a 1,30/2 ore. Dislivello dalla Baita del Pastore 712 m. Itinerario
Itinerario lungo la vedretta dello Zebrù - via normale: dal rifugio Quinto Alpini, a 2878 m si segue l’evidente sentiero che sale su pendii detritici in direzione nord portandosi sulla dorsale a sinistra. Da qui il sentiero scende leggermente fino ad entrare sul ghiacciaio che scende dal catino basale della Cima Miniera e Gran Zebrù; passato rapidamente la lingua ghiacciata che sta ritirando a vista d’occhio, si prosegue di nuovo su pietraia per entrare ora sulla vedretta dello Zebrù. Si sale in direzione nord fino a quando il ghiacciaio piega verso destra andando così in direzione del Giogo Alto nei pressi del bivacco Città di Cantù posto a 3535 m. Dal colle si piega leggermente verso destra salendo la parete fin quasi sotto la cima; da qui o traversare verso destra andando a prendere la cresta ovest e seguendola su rocce molto rotte, si arriva in cima; oppure salire direttamente la paretina sulla sinistra superando la crepaccia terminale con pendenze intorno ai 40° per circa 80 m fino a raggiungere la cresta finale che porta in vetta.
MaterialeCorda, piccozza, ramponi, chiodi da ghiaccio, scarponi da montagna ramponabili, abbigliamento da alta montagna. Note
Difficoltà: PD+ (poco difficile), AD (abbastanza difficile) - Ascensione abbastanza facile fino al Giogo Alto, il tratto finale è il più impegnativo. Il ghiacciaio è abbastanza crepacciato, e la cresta finale può presentare dei tratti delicati in presenza di neve o per le rocce molto friabili.
Periodo: da giugno a ottobre.
Periodo: da giugno a ottobre.
Quota di partenza: 2878 m Rifugio Quinto Alpini in Val Zebrù - Esposizione:
Dislivello: 862 m dal rifugio Quinto Alpini - Tempo di salita: 3/3,30 ore
Punti d’appoggio: Rifugio Quinto Alpini in Val Zebrù - Valfurva (SO) tel. 0342.929170, cell 335.6574017 info@rifugioquintoalpini.it - Bivacco Città di Cantù (3535 m) al Giogo Alto.
Il rifugio Quinto Alpini è uno degli storici rifugi del CAI di Milano e fu edificato nell’anno 1884. Ristrutturato molte volte anche in seguito all’utilizzo delle truppe italiane come avamposto durante la prima guerra mondiale. Ora si presenta caldo ed accogliente ed è un luogo dove si respira ancora un’aria vera di montagna.
CartografiaKompass 072 Parco Nazionale dello Stelvio 1:50 000 - Tabacco 08 Ortles-Cevedale 1:25.000
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Bellezza
Primi salitori
Julius Payer, Johann Pinggera 29/09/1866
Autore scheda
Eraldo Meraldi, Guida Alpina
Versante
Sud, nord-ovest
Quota
3740m
Difficoltà
PD+ (poco difficile), AD (abbastanza difficile)
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