Il Vecchiaccio - Gran Sasso d'Italia, Corno Piccolo, Seconda Spalla
1 / 7
Il Vecchiaccio: Pierluigi Bini su Il Vecchiaccio Seconda Spalla Corno Piccolo (ph F. Antonioli)
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Pierluigi Bini, Massimo Marcheggiani, Vito Plumari nel luglio 1977 e Bini da solo nel giugno 1978, per il tiro chiave.
Autore scheda
Roberto Iannilli
Versante
Sud Ovest
Lunghezza dislivello
210m
Quota
2385m
Difficoltà
D+
La via più indicativa di queste pareti è “il Vecchiaccio”, uscendo per il tiro con i chiodi a pressione dell’Aquilotti 72. Aperta da Pierluigi Bini con Massimo Marcheggiani ed il mitico “Vecchiaccio” Vito Plumari, la via segue delle bellissime fessure e, nell’abitudine dei ripetitori, supera una placca attrezzata a chiodi a pressione - l’originale passa invece più a sinistra ed ha un passo piuttosto difficile, protetto da un recente “spit galeotto”, che però resta ben lontano. Questo tiro è stato aperto da Bini in occasione della prima ripetizione, che è stata anche la prima solitaria. In questa “confezione” ha un tratto di VI- nella placca dell’Aquilotti 72 ed il resto viaggia sul V grado, sempre con arrampicata elegante su roccia perfetta.
Accesso generale
Come per la est del Corno Picco, dai Prati di Tivo si raggiunge la stazione di arrivo della seggiovia (per sentiero partendo da Cima Alta occorrono 45 min.), quindi si prende il Sentiero Ventricini che taglia orizzontalmente per prati sotto la nord del Corno Piccolo e arriva sotto le nord della Prima e Seconda Spalla. Dall’arrivo della seggiovia occorrono 30/40 min. circa per ritrovarsi alle prime scalette e passamano sotto la sud-ovest della Seconda Spalla. Accesso
Dopo il tratto attrezzato del Sentiero Ventricini si prosegue fino all'attacco, poco prima di arrivare alla Forcella del Belvedere (circa 30 minuti dal primo passamano. Dopo la forcella si cammina più agevolmente alla base della parete). Itinerario
1) Si scala una fessurina sulla sinistra, per abbandonarla dopo pochi metri e obbliquare lungamente a sinistra in placca, per poi salire in verticale ad una cengetta erbosa, che sulla sinistra porta sotto una scaglia (III+). (40 m.)
2) Salire la scaglia e sostare da una successiva, ancora più evidente e visibile dal basso (IV). (20 m.)
3) Scalare anche questa e, prima di un tratto orizzontale, abbandonarla per un diedrino sulla destra. Continuare per il diedrino fin sotto un tetto (IV). (35 m.)
4) Superare una specie di costola a sinistra e raggiungere una fessura poco accentuata con la quale si giunge alla sosta in comune con la “Aquilotti 72” (V- e IV. Si può arrivare alla fessura anche direttamente dalla scaglia, senza traversare, superando una placca con difficoltà di V). (35 m.)
5) Superata una placca raggiungere una rampa che porta alle placche terminali, sotto il tiro con i chiodi a pressione (IV+, passo di V). (40 m.; tiro in comune con l’ “Aquilotti 72”)
6) Seguire i chiodi fin sotto uno strapiombo (VI-), poi per una fessura che porta a sinistra ed un diedro (V) si esce in cima alla Seconda Spalla. (40 m.) Discesa
Dalla sommità della Seconda Spalla, se non si sale una via anche sulla Prima Spalla, conviene scendere dal Canale Bonacossa se non innevato (fino a giugno inoltrato è possibile che lo sia, dipende dalla stagione), c’ è un passaggio di III grado (possibile breve doppia), il resto è piuttosto facile, ma attenzione ai sassi che possono cadere smossi inavvertitamente dalla parte alta. Ultimamente la crescente pigrizia degli scalatori e il proliferare di vie attrezzate a spit sulla nord della Seconda, hanno fatto si che grappoli di alpinisti si ritrovino appesi alle soste della parete in attesa delle doppie, invero veloci se non fossero spesso affollate. Materiale
Normale dotazione da alpinismo. Soste e chiodi in parete. Occorrono dadi e friend medi per le fessure. Note
Se si è veloci in meno di due ore si è fuori e quindi c'è tutto il tempo per continuare per la superlativa “Zarathustra e nonna Jole” (vedi relazione).
Come per la est del Corno Picco, dai Prati di Tivo si raggiunge la stazione di arrivo della seggiovia (per sentiero partendo da Cima Alta occorrono 45 min.), quindi si prende il Sentiero Ventricini che taglia orizzontalmente per prati sotto la nord del Corno Piccolo e arriva sotto le nord della Prima e Seconda Spalla. Dall’arrivo della seggiovia occorrono 30/40 min. circa per ritrovarsi alle prime scalette e passamano sotto la sud-ovest della Seconda Spalla. Accesso
Dopo il tratto attrezzato del Sentiero Ventricini si prosegue fino all'attacco, poco prima di arrivare alla Forcella del Belvedere (circa 30 minuti dal primo passamano. Dopo la forcella si cammina più agevolmente alla base della parete). Itinerario
1) Si scala una fessurina sulla sinistra, per abbandonarla dopo pochi metri e obbliquare lungamente a sinistra in placca, per poi salire in verticale ad una cengetta erbosa, che sulla sinistra porta sotto una scaglia (III+). (40 m.)
2) Salire la scaglia e sostare da una successiva, ancora più evidente e visibile dal basso (IV). (20 m.)
3) Scalare anche questa e, prima di un tratto orizzontale, abbandonarla per un diedrino sulla destra. Continuare per il diedrino fin sotto un tetto (IV). (35 m.)
4) Superare una specie di costola a sinistra e raggiungere una fessura poco accentuata con la quale si giunge alla sosta in comune con la “Aquilotti 72” (V- e IV. Si può arrivare alla fessura anche direttamente dalla scaglia, senza traversare, superando una placca con difficoltà di V). (35 m.)
5) Superata una placca raggiungere una rampa che porta alle placche terminali, sotto il tiro con i chiodi a pressione (IV+, passo di V). (40 m.; tiro in comune con l’ “Aquilotti 72”)
6) Seguire i chiodi fin sotto uno strapiombo (VI-), poi per una fessura che porta a sinistra ed un diedro (V) si esce in cima alla Seconda Spalla. (40 m.) Discesa
Dalla sommità della Seconda Spalla, se non si sale una via anche sulla Prima Spalla, conviene scendere dal Canale Bonacossa se non innevato (fino a giugno inoltrato è possibile che lo sia, dipende dalla stagione), c’ è un passaggio di III grado (possibile breve doppia), il resto è piuttosto facile, ma attenzione ai sassi che possono cadere smossi inavvertitamente dalla parte alta. Ultimamente la crescente pigrizia degli scalatori e il proliferare di vie attrezzate a spit sulla nord della Seconda, hanno fatto si che grappoli di alpinisti si ritrovino appesi alle soste della parete in attesa delle doppie, invero veloci se non fossero spesso affollate. Materiale
Normale dotazione da alpinismo. Soste e chiodi in parete. Occorrono dadi e friend medi per le fessure. Note
Se si è veloci in meno di due ore si è fuori e quindi c'è tutto il tempo per continuare per la superlativa “Zarathustra e nonna Jole” (vedi relazione).
Commenti
Ancora nessun commento...
Bellezza
Primi salitori
Pierluigi Bini, Massimo Marcheggiani, Vito Plumari nel luglio 1977 e Bini da solo nel giugno 1978, per il tiro chiave.
Autore scheda
Roberto Iannilli
Versante
Sud Ovest
Lunghezza dislivello
210m
Quota
2385m
Difficoltà
D+
Itinerari nello stesso gruppo montuoso
News correlate