Forza 17 - Gran Sasso d'Italia, Pizzo d’Intermesoli, II° Pilastro
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Forza 17: II° Pilastro di Pizzo d’Intermesoli (ph F. Antonioli)
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Delisi e Luca Bucciarelle II° in più tentativi nell’estate del 1986
Autore scheda
Roberto Iannilli
Versante
Sud
Lunghezza dislivello
260m
Quota
2635m
Difficoltà
ED+, vari pass. VII e 1 pass. A1
Pur tra tante vie interessanti, non c’ è storia, “Forza 17”è la più bella, non è la più difficile, ma di certo non è facile. E' di soddisfazione dal primo metro alla cima, non è mai scontata e, anche se attrezzata a spit resta molto impegnativa e con passaggi obbligati. Molto varia, alterna difficili diedri nella prima parte e tipiche placche a buchetti nella parte alta. Lunga 260 metri, mentre sali sembra non finire mai, per poi essere delusi in cima, per essere finita troppo presto.
Accesso generale
Dai Prati di Tivo si prende un sentiero/strada sterrata poco dopo la partenza della seggiovia, lungo la strada che gira in circolo il comprensorio alberghiero. Ci sono le indicazioni per i percorsi escursionistici verso, le Cascate del Rio Arno, il Rifugio Garibaldi e Campo Pericoli. In realtà il “sentiero” è il risultato dello sbancamento per captare l’acqua alle sorgenti del Rio Arno, il corso d’acqua che scende dalla Val Maone, che con andamento sali e scendi conduce alla parte alta della valle, dopo le Cascate di Rio Arno (breve deviazione segnalata). Qui la strada cessa e ritorna il semplice sentiero alpestre, tra massi da boulder e macchie di faggeta. Per salire al II° Pilastro non serve inoltrarsi molto, poche centinaia di metri dopo la stazione di captazione della sorgente (è possibile rifornirsi di acqua sorgiva da una cannella), si sale sulla destra, su tracce di sentiero, verso una grotta alla base di una bastionata rocciosa (Le Strutture), prima della piccola faggeta, spesso calpestando i resti di una ricorrente slavina. Arrivati alla Grotta dell’ Oro (non cercate, di oro neppure l’ ombra) si costeggia la parete per tracce vaghe. Si passa sotto l’imponente, anche se non alto, Pilastro Giallo, strapiombantissimo pezzo de Le Strutture, poi sotto l’ articolato I° Pilastro e quindi si gira sotto la prua di roccia che delimita il I° dal II° Pilastro, creando la Spaccatura d’ Armi, un nettissimo camino/canale che taglia diagonalmente tutta la parete, creando un avancorpo al II° Pilastro e, più in alto, il vero e proprio confine geologico tra i due pilastri. Siamo quasi arrivati, il canale successivo è l’Herrion-Franchetti, quello che porta alle vie della parete sud. Alcune vie attaccano all’ imbocco del canale, ma quella che interessa a noi è un po più in alto ed occorre salire un poco. Si accede al canale sulla destra, tramite un blocco incastrato che forma un buco. Di lì, in breve, ma con attenzione, si arriva all’ attacco. Con un passo medio occorrono circa un'ora e mezza/due. Accesso
Risalendo il canale Herrion-Franchetti, dopo un paio di salti, è visibile in alto sulla destra uno spit (da non confondere con la fila di spit di “Nemesi”, subito successiva), l’ attacco è a sinistra di un diedro. Itinerario
1) Si traversa facilmente nel diedrino (III+) e si sosta scomodamente su terrazzo. (10 m.).
2) Continuare poco a destra, poi in verticale, quindi traversare, sempre a destra, ad una sosta in un diedro-rampa (VII-, VI sostenuto; vari spit e chiodi). (15 m.)
3) Salire il diedro (VI+), ad uno spit ci si sposta sulla sinistra in placca (VII-) ad un’ altro diedro che porta in alto a sinistra ad un terrazzo (V+). (30 m.)
4) Continuare appena sulla sinistra e raggiungere un diedro-fessura strapiombante che si sale fino a sotto uno strapiombo (VI+, passo di A1; spit). Un poco sulla destra e poi traversare, sempre a destra (VII-; spit), aggirare uno spigolo e sostare. (30 m.)
5) Proseguire per diedro strapiombante fino ad una sosta su cengetta a sinistra (VI+; chiodo e dado incastrato). (30 m.. Da qui inizia la parte di arrampicata in placca)
6) Salire verso destra e poi a sinistra in placca in direzione di due fessure divergenti, sotto una pancia leggermente strapiombante (VI-; chiodo e clessidra. Cercate di resistere alla tentazione di seguire la fila di spit di “Nemesi” sulla sinistra). Prendere il ramo di sinistra (a destra va “Terminesoli”) e di nuovo in placca a sinistra alla sosta. (30 m.)
7) Per placca a sinistra si perviene ad una scaglia rovescia, quindi raggiungere una clessidra con cordino e continuare più o meno verticalmente, fino a piegare sulla sinistra nella fessura da cui proviene la via “Ombromanto” e sostare in comune (VI+, VII-; spit e clessidra). (35 m.)
8) Seguire il diedro-fessura in comune con “Ombromanto, dal secondo chiodo traversare a sinistra e raggiungere una scaglia. Superatala si prosegue in placca (spit) e con andamento obliquo a destra e poi a sinistra si raggiunge una sosta (VI e VII). (45 m.)
9) Si sale un poco e si traversa a destra, quindi continuare dritti cercando la linea di minor difficoltà fino ad uscire in cima al pilastro, in prossimità della prima doppia (VI; spit e clessidre). (30 m.) Discesa
Due possibilità: alla vecchia maniera, lungo i ghiaioni che dalla cima del pilastro portano, andando verso destra (faccia a monte) verso la Val Maone, passando dietro al I° Pilastro e a Le Strutture, oppure in corda doppia, in pratica sulla stessa via per il primo ancoraggio e per gli ultimi. Ci si cala dall’ ultima sosta e si evita quella in piena placca dell’ ultimo tiro, ci si tiene più sulla destra (faccia a monte) per andare a prendere la calata di “Nemesi”, da questa si scende in verticale, fino a tornare sulle soste della via di salita. Materiale
Normale dotazione da alpinismo. dadi e friend per integrare e cordini per le clessidre.
Dai Prati di Tivo si prende un sentiero/strada sterrata poco dopo la partenza della seggiovia, lungo la strada che gira in circolo il comprensorio alberghiero. Ci sono le indicazioni per i percorsi escursionistici verso, le Cascate del Rio Arno, il Rifugio Garibaldi e Campo Pericoli. In realtà il “sentiero” è il risultato dello sbancamento per captare l’acqua alle sorgenti del Rio Arno, il corso d’acqua che scende dalla Val Maone, che con andamento sali e scendi conduce alla parte alta della valle, dopo le Cascate di Rio Arno (breve deviazione segnalata). Qui la strada cessa e ritorna il semplice sentiero alpestre, tra massi da boulder e macchie di faggeta. Per salire al II° Pilastro non serve inoltrarsi molto, poche centinaia di metri dopo la stazione di captazione della sorgente (è possibile rifornirsi di acqua sorgiva da una cannella), si sale sulla destra, su tracce di sentiero, verso una grotta alla base di una bastionata rocciosa (Le Strutture), prima della piccola faggeta, spesso calpestando i resti di una ricorrente slavina. Arrivati alla Grotta dell’ Oro (non cercate, di oro neppure l’ ombra) si costeggia la parete per tracce vaghe. Si passa sotto l’imponente, anche se non alto, Pilastro Giallo, strapiombantissimo pezzo de Le Strutture, poi sotto l’ articolato I° Pilastro e quindi si gira sotto la prua di roccia che delimita il I° dal II° Pilastro, creando la Spaccatura d’ Armi, un nettissimo camino/canale che taglia diagonalmente tutta la parete, creando un avancorpo al II° Pilastro e, più in alto, il vero e proprio confine geologico tra i due pilastri. Siamo quasi arrivati, il canale successivo è l’Herrion-Franchetti, quello che porta alle vie della parete sud. Alcune vie attaccano all’ imbocco del canale, ma quella che interessa a noi è un po più in alto ed occorre salire un poco. Si accede al canale sulla destra, tramite un blocco incastrato che forma un buco. Di lì, in breve, ma con attenzione, si arriva all’ attacco. Con un passo medio occorrono circa un'ora e mezza/due. Accesso
Risalendo il canale Herrion-Franchetti, dopo un paio di salti, è visibile in alto sulla destra uno spit (da non confondere con la fila di spit di “Nemesi”, subito successiva), l’ attacco è a sinistra di un diedro. Itinerario
1) Si traversa facilmente nel diedrino (III+) e si sosta scomodamente su terrazzo. (10 m.).
2) Continuare poco a destra, poi in verticale, quindi traversare, sempre a destra, ad una sosta in un diedro-rampa (VII-, VI sostenuto; vari spit e chiodi). (15 m.)
3) Salire il diedro (VI+), ad uno spit ci si sposta sulla sinistra in placca (VII-) ad un’ altro diedro che porta in alto a sinistra ad un terrazzo (V+). (30 m.)
4) Continuare appena sulla sinistra e raggiungere un diedro-fessura strapiombante che si sale fino a sotto uno strapiombo (VI+, passo di A1; spit). Un poco sulla destra e poi traversare, sempre a destra (VII-; spit), aggirare uno spigolo e sostare. (30 m.)
5) Proseguire per diedro strapiombante fino ad una sosta su cengetta a sinistra (VI+; chiodo e dado incastrato). (30 m.. Da qui inizia la parte di arrampicata in placca)
6) Salire verso destra e poi a sinistra in placca in direzione di due fessure divergenti, sotto una pancia leggermente strapiombante (VI-; chiodo e clessidra. Cercate di resistere alla tentazione di seguire la fila di spit di “Nemesi” sulla sinistra). Prendere il ramo di sinistra (a destra va “Terminesoli”) e di nuovo in placca a sinistra alla sosta. (30 m.)
7) Per placca a sinistra si perviene ad una scaglia rovescia, quindi raggiungere una clessidra con cordino e continuare più o meno verticalmente, fino a piegare sulla sinistra nella fessura da cui proviene la via “Ombromanto” e sostare in comune (VI+, VII-; spit e clessidra). (35 m.)
8) Seguire il diedro-fessura in comune con “Ombromanto, dal secondo chiodo traversare a sinistra e raggiungere una scaglia. Superatala si prosegue in placca (spit) e con andamento obliquo a destra e poi a sinistra si raggiunge una sosta (VI e VII). (45 m.)
9) Si sale un poco e si traversa a destra, quindi continuare dritti cercando la linea di minor difficoltà fino ad uscire in cima al pilastro, in prossimità della prima doppia (VI; spit e clessidre). (30 m.) Discesa
Due possibilità: alla vecchia maniera, lungo i ghiaioni che dalla cima del pilastro portano, andando verso destra (faccia a monte) verso la Val Maone, passando dietro al I° Pilastro e a Le Strutture, oppure in corda doppia, in pratica sulla stessa via per il primo ancoraggio e per gli ultimi. Ci si cala dall’ ultima sosta e si evita quella in piena placca dell’ ultimo tiro, ci si tiene più sulla destra (faccia a monte) per andare a prendere la calata di “Nemesi”, da questa si scende in verticale, fino a tornare sulle soste della via di salita. Materiale
Normale dotazione da alpinismo. dadi e friend per integrare e cordini per le clessidre.
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Bellezza
Primi salitori
Delisi e Luca Bucciarelle II° in più tentativi nell’estate del 1986
Autore scheda
Roberto Iannilli
Versante
Sud
Lunghezza dislivello
260m
Quota
2635m
Difficoltà
ED+, vari pass. VII e 1 pass. A1
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