Bocca del leone - Punta Euringer
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Bocca del leone: Punta Euringer, Sciliar, Dolomiti
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Maurizio Giordani, Ivo Rabanser 18 giugno 2013
Autore scheda
Ivo Rabanser
Lunghezza dislivello
250m
Quota
2124m
Difficoltà
VII- e 1 passaggio di VII+
Orario
Primi salitori 6:15 ore; ripetitori 5 ore
Conosciuto come uno dei simboli più noti del Südtirol/Alto Adige, lo Sciliar si alza in una cornice d’idillio, alto sopra le foreste di Siusi e a lato dell’Alpe di Siusi, con un profilo inconfondibile, formato dal massiccio del Monte Castello a cui si appoggiano la torre svettante della Punta Euringer e la regolare piramide della Punta Santner. La zona è frequentata più che altro dagli escursionisti, mentre gli itinerari d’arrampicata, a eccezione di poche classiche, vengono percorsi solo saltuariamente e per lo più dagli alpinisti locali. Eppure la roccia è sana, una «dolomia dello Sciliar» tutta lavorata a buchi d’erosione e quindi bene appigliata anche sul giallo, dove sembrerebbe più repulsiva. Certo, gli accessi ai vari attacchi sono lunghi e faticosi! Ma se intesa come parte integrante dell’impegno globale, la marcia d’avvicinamento e il suggestivo giro di discesa, completano una giornata di grande soddisfazione.
La parete Nord della Punta Euringer venne salita la prima volta nell’autunno 1948 da Otto Eisenstecken e Flor Rabanser, con un itinerario raramente ripetuto. Il settore di sinistra, giallastro e strapiombante, è solcato da una serie discontina di diedri e fessure, che segna la direttiva di questo percorso. Presenta un’arrampicata interessante con difficoltà sostenute e omogenee. La qualità della roccia è buona su quasi l’intero percorso: dapprima gialla e lavorata a buchi di varie dimensioni, diventa poi nera e più porosa. In seguito alle poche ripetizioni, alcuni passaggi non sono ancora ripuliti.
La via prende il nome da una gigantesca grotta sotto la parete, rassomigliante alle fauci di un felino intento all’attacco. L’impegno della scalata è determinato anche dalla necessità di doversi assicurare e richiede esperienza nella posa di protezioni mobili. È opportuno intraprendere la salita dopo un periodo di tempo asciutto, in modo che la colata nella parte centrale non butti fuori tanta acqua.
Dal commento di Moritz Tirler: «La ripetizione era un dovere, anche perché spesso avevo meditato di tentare questa impressionante parete, una nuova via tracciata da una coppia di grande calibro sulla nostra montagna di casa. Arrampicata fantastica per fessura e diedri, su roccia dello Sciliar della miglior qualità. Complimenti agli apritori!» Laconico il commento della cordata Nardi/Piardi: «Altletica e intensa!»
Nel corso della prima salita sono stati impiegati e lasciati in posto 11 chiodi di sosta e 2 chiodi intermedi. Adeguatamente proteggibile con una serie di camalot. Portare tutte le misure e quelle piccole possibilmente anche doppie.
La parete Nord della Punta Euringer venne salita la prima volta nell’autunno 1948 da Otto Eisenstecken e Flor Rabanser, con un itinerario raramente ripetuto. Il settore di sinistra, giallastro e strapiombante, è solcato da una serie discontina di diedri e fessure, che segna la direttiva di questo percorso. Presenta un’arrampicata interessante con difficoltà sostenute e omogenee. La qualità della roccia è buona su quasi l’intero percorso: dapprima gialla e lavorata a buchi di varie dimensioni, diventa poi nera e più porosa. In seguito alle poche ripetizioni, alcuni passaggi non sono ancora ripuliti.
La via prende il nome da una gigantesca grotta sotto la parete, rassomigliante alle fauci di un felino intento all’attacco. L’impegno della scalata è determinato anche dalla necessità di doversi assicurare e richiede esperienza nella posa di protezioni mobili. È opportuno intraprendere la salita dopo un periodo di tempo asciutto, in modo che la colata nella parte centrale non butti fuori tanta acqua.
Dal commento di Moritz Tirler: «La ripetizione era un dovere, anche perché spesso avevo meditato di tentare questa impressionante parete, una nuova via tracciata da una coppia di grande calibro sulla nostra montagna di casa. Arrampicata fantastica per fessura e diedri, su roccia dello Sciliar della miglior qualità. Complimenti agli apritori!» Laconico il commento della cordata Nardi/Piardi: «Altletica e intensa!»
Nel corso della prima salita sono stati impiegati e lasciati in posto 11 chiodi di sosta e 2 chiodi intermedi. Adeguatamente proteggibile con una serie di camalot. Portare tutte le misure e quelle piccole possibilmente anche doppie.
Accesso
Dai Bagni di Razzes 1212, salire per il «Touristensteig» (segn. 1) al Rifugio Schlernbödele 1726 m, posto in una idilliaca radura sotto le incombenti pareti dello Sciliar (ore 1.15). Dietro la baita una ripida traccia prosegue nel bosco, per poi piegare verso destra, oltrepassando un canale e proseguendo in piano sotto un contrafforte roccioso. Giunti a un secondo canalone con biforcazione, salire lungo il ramo di sinistra, superando alcuni facili risalti rocciosi. Superare sulla sinistra un enorme blocco incastrato nella gola (III) e proseguire in un canale nella parete di destra, raggiungendo un terrazza erbosa, nota come «villa Santner». Per un camino scendere nella gola che delimita sulla sinistra la Punta Euringer e dalla parte opposta superare un risalto roccioso (II e III). Seguire le tracce verso destra e salire per una costola, quindi per una canale ghiaiosa a una sella con detriti di un recente franamento (I e II). All’innesto della gola he fiancheggia l’incombente parete Nord della Punta Euringer, un gigantesco blocco incastrato, chiamato «Bocca del leone» e rassomigliante alle fauci di un felino, viene superato sulla parete di sinistra (III+). Proseguire lungo la gola dal fondo detritico (cadute sassi), salendo alcuni gradoni, fino a una grande nicchia, per la quale si raggiunge verso sinistra la cengia erbosa d’attacco (II); (ore 2; ore 3.15). Itinerario
Vedi relazione Discesa
Due le possibilità:
- calarsi con una serie di corde doppie lungo l’itinerario di salita. Sono necessarie 2 corde di 60 m. Dalla vetta scendere per gradoni all’uscita della via (II). Con 4 calate, utilizzando come ancoraggi le soste della via, si approda nel canale franoso sotto l’attacco (ore 1.30).
- scendere per la «via normale» sul versante Ovest. Dalla cresta sommitale, sotto un masso squadrato, ancoraggio per le doppie.
1. calata di 30 m, verso Ovest.
2. calata di 45 m, a una creta di massi sovrapposti e poco sotto a una cengetta.
3. calata di 45 m alle ghiaie sotto la Forcella Santner, che si raggiunge sulla destra.
4. calata di 30 m, per rocce friabili, raggiungendo il canale che divide la Punta Euringer dalla Punta Santner. Per detriti e gradoni frantumati da un recenete franamento, ci si tiene verso sinistra, collegandosi alla «discesa» dalla Punta Santner. Lungo le tracce scendere ancora e poi traversare a destra fino sopra un risalto, calandosi per 25 m nel canale franoso sotto l’attacco della via (ore 1.30).
Proseguire insieme alla «discesa» dalla Punta Santner, abbassandosi lungo il canale detritico (cadute sassi) fino al prossimo ancoraggio sulla destra. 5. calata di 25 m nella «Bocca del leone». Su detriti traversare a destra a una sella, scendere lungo il canale ghiaioso di destra (in direzione dello Sciliar), per poi alzarsi si una spalla con mughi (I e II).
6. calata di 25 m da un mugo, sulla parte opposta, quindi abbassarsi altri 10 m lungo la gola.
7. calata di 20 m, lungo un profondo camino.
8. calata di 25 m.
9. calata di 25 m e abbassarsi altri 10 m. 10. calata di 20 m. Sulla destra scendere per gradoni friabili e un ripido canalino (II) sul fondo del largo canale sassoso, che si segue fino a incontrare il sentiero d’accesso, lungo il quale si ritorna al al Rifugio Schlernbödele (ore 1.30; ore 3). Note
Seconda salita: Moritz Tirler e Felix Karbon, 3 agosto 2013. Terza salita: Filippo Nardi e Silvia Piardi, 15 agosto 2015.
Dai Bagni di Razzes 1212, salire per il «Touristensteig» (segn. 1) al Rifugio Schlernbödele 1726 m, posto in una idilliaca radura sotto le incombenti pareti dello Sciliar (ore 1.15). Dietro la baita una ripida traccia prosegue nel bosco, per poi piegare verso destra, oltrepassando un canale e proseguendo in piano sotto un contrafforte roccioso. Giunti a un secondo canalone con biforcazione, salire lungo il ramo di sinistra, superando alcuni facili risalti rocciosi. Superare sulla sinistra un enorme blocco incastrato nella gola (III) e proseguire in un canale nella parete di destra, raggiungendo un terrazza erbosa, nota come «villa Santner». Per un camino scendere nella gola che delimita sulla sinistra la Punta Euringer e dalla parte opposta superare un risalto roccioso (II e III). Seguire le tracce verso destra e salire per una costola, quindi per una canale ghiaiosa a una sella con detriti di un recente franamento (I e II). All’innesto della gola he fiancheggia l’incombente parete Nord della Punta Euringer, un gigantesco blocco incastrato, chiamato «Bocca del leone» e rassomigliante alle fauci di un felino, viene superato sulla parete di sinistra (III+). Proseguire lungo la gola dal fondo detritico (cadute sassi), salendo alcuni gradoni, fino a una grande nicchia, per la quale si raggiunge verso sinistra la cengia erbosa d’attacco (II); (ore 2; ore 3.15). Itinerario
Vedi relazione Discesa
Due le possibilità:
- calarsi con una serie di corde doppie lungo l’itinerario di salita. Sono necessarie 2 corde di 60 m. Dalla vetta scendere per gradoni all’uscita della via (II). Con 4 calate, utilizzando come ancoraggi le soste della via, si approda nel canale franoso sotto l’attacco (ore 1.30).
- scendere per la «via normale» sul versante Ovest. Dalla cresta sommitale, sotto un masso squadrato, ancoraggio per le doppie.
1. calata di 30 m, verso Ovest.
2. calata di 45 m, a una creta di massi sovrapposti e poco sotto a una cengetta.
3. calata di 45 m alle ghiaie sotto la Forcella Santner, che si raggiunge sulla destra.
4. calata di 30 m, per rocce friabili, raggiungendo il canale che divide la Punta Euringer dalla Punta Santner. Per detriti e gradoni frantumati da un recenete franamento, ci si tiene verso sinistra, collegandosi alla «discesa» dalla Punta Santner. Lungo le tracce scendere ancora e poi traversare a destra fino sopra un risalto, calandosi per 25 m nel canale franoso sotto l’attacco della via (ore 1.30).
Proseguire insieme alla «discesa» dalla Punta Santner, abbassandosi lungo il canale detritico (cadute sassi) fino al prossimo ancoraggio sulla destra. 5. calata di 25 m nella «Bocca del leone». Su detriti traversare a destra a una sella, scendere lungo il canale ghiaioso di destra (in direzione dello Sciliar), per poi alzarsi si una spalla con mughi (I e II).
6. calata di 25 m da un mugo, sulla parte opposta, quindi abbassarsi altri 10 m lungo la gola.
7. calata di 20 m, lungo un profondo camino.
8. calata di 25 m.
9. calata di 25 m e abbassarsi altri 10 m. 10. calata di 20 m. Sulla destra scendere per gradoni friabili e un ripido canalino (II) sul fondo del largo canale sassoso, che si segue fino a incontrare il sentiero d’accesso, lungo il quale si ritorna al al Rifugio Schlernbödele (ore 1.30; ore 3). Note
Seconda salita: Moritz Tirler e Felix Karbon, 3 agosto 2013. Terza salita: Filippo Nardi e Silvia Piardi, 15 agosto 2015.
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Primi salitori
Maurizio Giordani, Ivo Rabanser 18 giugno 2013
Autore scheda
Ivo Rabanser
Lunghezza dislivello
250m
Quota
2124m
Difficoltà
VII- e 1 passaggio di VII+
Orario
Primi salitori 6:15 ore; ripetitori 5 ore
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