Le Chemin des Phares tra l'Oceano e il cielo di Bretagna
Dopo i vertiginosi Fiordi norvegesi, Franco Voglino e Annalisa Porporato ci accompagnano tra i silenzi antichi della Bretagna, lungo il "Cammino dei fari". Un trekk tra il cielo e il soffio dell'Oceano alla scoperta di una natura speciale, fatta di atmosfere mai scontate.
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L'immagine si sviluppa sempre in orizzontale. Compressa e appiattita dal cielo da una parte e dall'oceano dall'altra. Il Faro è di per sé un'anomalia verticale.
F. Voglino, A. Portporato
LE CHEMIN DES PHARES
Pays d'Iroise, Finisterre (Bretagna, Francia)
di Franco Voglino e Annalisa Porporato
Realizzare il percorso de “il cammino dei fari” nella capricciosa primavera bretone è stata un’esperienza affascinante. L’itinerario è lungo 95 km e segue il sentiero gr 34 che si snoda sulle coste della Bretagna del nord Finisterre al cospetto dei più bei fari della più bella costa francese.
Il percorso che inizia da Brest e termina a Portsall riserva il meglio della Bretagna agli escursionisti in cerca di serenità e di grandi spazi al soffio dell’oceano.La descrizione che accompagna il nostro trekking è stata realizzata “a caldo” a livello di diario, non rielaborata al nostro arrivo. Questo per dare più freschezza e genuinità alle impressioni incontrate sul percorso.
Buona Bretagna e buon cammino a tutti.
sabato 22 aprile 2006
Si parte. Tanto pensare, progettare, informarsi ogni volta si ha la sensazione di affidarsi comunque al caso. Farà bello? Ce la faremo? Ci saranno intoppi? Sveglia nel buio più totale. Viaggiare alle prime luci dell’alba, silenziosi. Pensieri che si rincorrono con i primi km. Poi il sole, la luce, scioglie le menti.
Torino Brest (1.370 chilometri) Viaggio senza storia, per fortuna. Il tempo, bello per tutta la Francia, diventa nebbioso. Piove. Basta. E' più logorante restare tutto il giorno seduti in auto che camminare. Per la mente, per lo meno.
Abbiamo attraversato da Sud a Nord la Francia. La nebbia del Finisterre ci accoglie con la pioggia di scogliera. Benvenuti in Bretagna.
domenica 23
In cammino, finalmente! Via, via dalla città! E subito appare il primo dei fari, il Phare de Porzic. Appare di lontano, poi sparisce tra gli alberi. Gioca a nascondino e ti sorprende all’ultimo con il tetto rosso. Lo zaino pesa. Pesa sempre, all'inizio.
Da lontano appare già il secondo faro che ci guida passo dopo passo, il Phare de Petit Minou. Bello! E' su uno sperone con ponti che saltabeccano di roccia in roccia. Quasi più fortezza che faro. Il sentiero è ben segnato, in molti tratti affiancato da siepi di biancospini fioriti.
Sulle spiagge della bassa marea gente che vaga alla ricerca di frutti di mare. Per oggi ci fermeremo a Le Trez Hir (in bretone = lunga spiaggia).
Il sentiero costiero si distende sulla linea di confine netta: Fine / Inizio Oceano. Inizio / Fine Terra. Dove cammineremo? Cosa stiamo percorrendo esattamente?
lunedì 24
Oggi nebbia, freddo. Il mondo si chiude su sé stesso e si limita ai pochi metri di sentiero davanti a noi. Mondo di fate che giocano tra le onde. Anche il Fort de Bertheaume è su uno sperone in mezzo al mare, collegato da due ponti. Cavi d’acciaio corrono dalla riva al forte. Un ragazzo si scarrucola su e giù con rumore di me-tallo che evoca cigolii di navi in preda alla tempesta.
Ma è il Phare de St. Mathieu, a conquistarci il cuore. Un tempo abba-zia benedettina, ora dalle rovine sorge il faro. Nulla è cambiato negli anni: un tempo guida spirituale, oggi guida materiale alla navigazione. Piove. Anche questa è Bretagna. Anzi: questa è Bretagna.
Nella nebbia cerchiamo d'indovinare l'orizzonte: il Phare de Le Pierre Noire, l'arcipelago di Molène, l'isola d'Ouessant. Inutilmente. Tutto sfuma nel biancore della nebbia.
Il vento è freddo. “Possa la strada sollevarsi per venirti incontro / Possa il vento soffiare sempre alle tue spalle.” Anche in Finisterre.
Il brutto tempo ci fa accelerare. Siamo già a Le Conquet. E mangiando avviene il miracolo bretone: esce il sole. Torniamo al faro? Sì. No.
A Le Conquet i pescatori tornano al porto con il lavoro della giornata. In fretta, in fretta. Si scaricano granchi e capesante. Allora andiamo alla Presqu'île de Kermorvan. Sperone roccioso domi-nato dal Phare de Kermorvan che accompagna in porto le barche. E poi scendiamo ai Blancs Sablons. Spiagge di sabbia fine che si appiccica ai piedi e acqua così fredda da non resistere. Scrivo il diario e calcolo km. Si sta bene.
Quando torna la luce l'orizzonte è blu oceano. Nessuno per mare, solo cormorani.
Nel movimento del peschereccio nel Porto guardiamo i gabbiani combattere per un pezzo di granchio.
Fumano i pescatori sul peschereccio arrivato al porto di Le Conquet. Non ne possono più di aria pura.
L'oceano si agita contro gli scogli affioranti. Il sentiero si guadagna pace verso una spiaggia di sabbia bianca in assenza di vento.
martedì 25
Isole abbandonate nel vento. L’Ile d’Ouessant e l’arcipelago di Molène si stagliano all’orizzonte già dalla costa. Fantasmi evanescenti nella nebbia, scogliere solide e scure nel sole. Phare de Stiff, bianco, tozzo e solido. Phare de La Jument, in mezzo al mare, estremo. Il Phare de Creac’h, a strisce bianche e nere, sede del Museo dei Fari. Il sole è accecante, l’aria fredda. Luce stupenda. Al ritorno non c'è bisogno di parlare: si torna al Phare de St. Mathieu. Le fate sono scomparse, ma la bellezza degli archi sospesi nel tempo risplende alla luce del tramonto. ‘
Brughiere di fari blu oceano l'isola di Ouessant.
La giornata era luminosa e colorata. L'isola ci aveva ben accolti. Noi, marinai di acqua dolce.
La luce filtra tra le arcate della rovina dell'abbazia di St. Mathieu. Il faro di Le Conquet di fronte cerca ad intermittenza di illuminare l'oceano. Senza speranze. Ma continua con coraggio.
mercoledì 26
Si riprende il cammino. Oggi siamo di nuovo nella Bretagna misteriosa delle nebbie. Spiaggioni immensi di Les Blancs Sablons. La marea bassa li scopre e lo sguardo si perde smarrito da queste distese percorse dai gabbiani. Freddo.
La Chapelle de Locmeven ci aspetta dietro una curva. Sorpresa. Bella. Angolo di spiritualità silenziosa abbandonata a sé stessa nella pace della nebbia. Un faro risuona a scadenze fisse da qualche parte. Al Pointe de Corsen si ripete il miracolo bretone: arriva il sole. La marea sale con ondate violente e s’infrange contro gli scogli indifferenti.
Il Phare de Trezien, finora nascosto, appare, grigio e bianco. Non sulla costa. All’interno. A Porspaul ci attendono i ‘four à goèmon’, vecchi forni per l’essiccatura delle alghe. Anche questa è sopravvivenza: raccogliere una cosa così informe come un’alga, farla seccare, imballarla, trasportarla… e viverci.
La nebbia attutisce il suono delle sirene del Faro di Trezien che si ripete ciclico. Il sentiero si riempie di lumache per la pioggia.
giovedì 27
Giornata pessima. Nebbia senza scampo. Non sempre i miracoli accadono. Porscav, piantato all’inizio dell’Aber Idult, un grosso fiordo che dovremo costeggiare del tutto. Mondo immerso nel silenzio. Anche i pescatori al lavoro sulle imbarcazioni arenate non fanno rumore. Freddo. Che penetra nelle ossa. Breles dalle case di pietra. Nessuno per strada. Dove vuoi andare? A Lanildut, dal porticciolo di pescatori, la nebbia si solleva appena per far indovinare la sponda di fronte. Eravamo là, questa mattina. Meglio consolarsi. Una birra bretone, magari. La Mor Braz si fa apprezzare. “Grande mare”, in bretone. Oceano… Non lo respirano solo, lo bevono pure.
Alla sera un bicchiere di Mor Braz (l’unica birra con acqua di mare) davanti a un caminetto scoppiettante di musica bretone: il tempo poteva anche essere peggiore…
venerdì 28
Il sole torna. Meno male. Ile de Melon, Porspoder dal porto minuscolo. La Presqu’île de St. Laurent è una tappa obbligata. Da qui appare in tutta la sua forza il Phare du Four. Isolato al largo. Grigio. Sembra roccia. Oggi è bello, ma negli occhi resta sempre la foto vista con l’ondata alta quanto il faro stesso. Un brivido.
La figura del guardiano del faro è storia. Ma resisterà ai satellitari? Più avanti, dal Pointe de Landunvez, il faro appare ancora, minuscolo, oltre la linea della colza coltivata. E poi appare la Chapelle St. Samson. Chiesetta affacciata sulle scogliere. Ultimo sole. Il tempo torna a chiudersi.
Le ondate si frangono nella nebbia di nuovo fitta. Colpi che fan tremare la terra e il cuore. L’energia è tanta. Molta gente che passeggia. E' normale, qui, respirare l'oceano che si sgranchisce. Siamo alla fine. Portsall è appena dietro l'angolo. Ormai la nebbia è totale. Finale malinconico. Va bene così.
Il Faro di Four sembra faccia parte del paesaggio da sempre. L'occhio stanco di oceano si posa su di lui che resiste come roccia.
Rumore e schiuma. Tutto è in tumulto. Sea change / sea change rich and strange. Il mare cambia / il mare cambia ricco e strano. Shelley, il poeta, lo sapeva bene.
Onde di 3, 4, 5 metri scuotono le scogliere. Con la coda dell'occhio controlliamo le ondate. Non possono raggiungerci. Ma questo non è Borghetto S. Spirito. È Oceano.
La luce spazia nella luce del mattino freddo. Il blu è tagliato diagonalmente dalle onde di vento. Chi vorrebbe essere in mare adesso?
Le fioriture sulle scogliere hanno sempre un colore complementare al mare o al cielo. I colori sono sempre accostati con grande sapienza.
sabato 29
Ritorno a Brest sonnacchioso. La sensazione è di aver fatto tutto. Non è così. Si riparte. Con l»auto. Andiamo ancora al Phare de lle Vierge. Leggeri. Sembra di volare. Il faro è alto (il più alto d»Europa), bianco, accecante alla luce del sole. Sulla spiaggia, piccole conchiglie cat-turano il sole mentre i gabbiani cerca-no granchi. E' finito il tempo. Adesso, possiamo dire di aver concluso.
domenica 30
Resta solo più il ritorno. Altri lunghi km da percorrere su strade veloci. Negli occhi, le immagini di grandi ondate, di spazi silenziosi. Nulla va perduto. Tutto resta nella nostra mente, nella nostra anima.
di Franco Voglino e Annalisa Porporato
Il diario di viaggio de Le Chemin des Phares
Pays d'Iroise, Finisterre (Bretagna, Francia)
di Franco Voglino e Annalisa Porporato
Realizzare il percorso de “il cammino dei fari” nella capricciosa primavera bretone è stata un’esperienza affascinante. L’itinerario è lungo 95 km e segue il sentiero gr 34 che si snoda sulle coste della Bretagna del nord Finisterre al cospetto dei più bei fari della più bella costa francese.
Il percorso che inizia da Brest e termina a Portsall riserva il meglio della Bretagna agli escursionisti in cerca di serenità e di grandi spazi al soffio dell’oceano.La descrizione che accompagna il nostro trekking è stata realizzata “a caldo” a livello di diario, non rielaborata al nostro arrivo. Questo per dare più freschezza e genuinità alle impressioni incontrate sul percorso.
Buona Bretagna e buon cammino a tutti.
sabato 22 aprile 2006
Si parte. Tanto pensare, progettare, informarsi ogni volta si ha la sensazione di affidarsi comunque al caso. Farà bello? Ce la faremo? Ci saranno intoppi? Sveglia nel buio più totale. Viaggiare alle prime luci dell’alba, silenziosi. Pensieri che si rincorrono con i primi km. Poi il sole, la luce, scioglie le menti.
Torino Brest (1.370 chilometri) Viaggio senza storia, per fortuna. Il tempo, bello per tutta la Francia, diventa nebbioso. Piove. Basta. E' più logorante restare tutto il giorno seduti in auto che camminare. Per la mente, per lo meno.
Abbiamo attraversato da Sud a Nord la Francia. La nebbia del Finisterre ci accoglie con la pioggia di scogliera. Benvenuti in Bretagna.
domenica 23
In cammino, finalmente! Via, via dalla città! E subito appare il primo dei fari, il Phare de Porzic. Appare di lontano, poi sparisce tra gli alberi. Gioca a nascondino e ti sorprende all’ultimo con il tetto rosso. Lo zaino pesa. Pesa sempre, all'inizio.
Da lontano appare già il secondo faro che ci guida passo dopo passo, il Phare de Petit Minou. Bello! E' su uno sperone con ponti che saltabeccano di roccia in roccia. Quasi più fortezza che faro. Il sentiero è ben segnato, in molti tratti affiancato da siepi di biancospini fioriti.
Sulle spiagge della bassa marea gente che vaga alla ricerca di frutti di mare. Per oggi ci fermeremo a Le Trez Hir (in bretone = lunga spiaggia).
Il sentiero costiero si distende sulla linea di confine netta: Fine / Inizio Oceano. Inizio / Fine Terra. Dove cammineremo? Cosa stiamo percorrendo esattamente?
lunedì 24
Oggi nebbia, freddo. Il mondo si chiude su sé stesso e si limita ai pochi metri di sentiero davanti a noi. Mondo di fate che giocano tra le onde. Anche il Fort de Bertheaume è su uno sperone in mezzo al mare, collegato da due ponti. Cavi d’acciaio corrono dalla riva al forte. Un ragazzo si scarrucola su e giù con rumore di me-tallo che evoca cigolii di navi in preda alla tempesta.
Ma è il Phare de St. Mathieu, a conquistarci il cuore. Un tempo abba-zia benedettina, ora dalle rovine sorge il faro. Nulla è cambiato negli anni: un tempo guida spirituale, oggi guida materiale alla navigazione. Piove. Anche questa è Bretagna. Anzi: questa è Bretagna.
Nella nebbia cerchiamo d'indovinare l'orizzonte: il Phare de Le Pierre Noire, l'arcipelago di Molène, l'isola d'Ouessant. Inutilmente. Tutto sfuma nel biancore della nebbia.
Il vento è freddo. “Possa la strada sollevarsi per venirti incontro / Possa il vento soffiare sempre alle tue spalle.” Anche in Finisterre.
Il brutto tempo ci fa accelerare. Siamo già a Le Conquet. E mangiando avviene il miracolo bretone: esce il sole. Torniamo al faro? Sì. No.
A Le Conquet i pescatori tornano al porto con il lavoro della giornata. In fretta, in fretta. Si scaricano granchi e capesante. Allora andiamo alla Presqu'île de Kermorvan. Sperone roccioso domi-nato dal Phare de Kermorvan che accompagna in porto le barche. E poi scendiamo ai Blancs Sablons. Spiagge di sabbia fine che si appiccica ai piedi e acqua così fredda da non resistere. Scrivo il diario e calcolo km. Si sta bene.
Quando torna la luce l'orizzonte è blu oceano. Nessuno per mare, solo cormorani.
Nel movimento del peschereccio nel Porto guardiamo i gabbiani combattere per un pezzo di granchio.
Fumano i pescatori sul peschereccio arrivato al porto di Le Conquet. Non ne possono più di aria pura.
L'oceano si agita contro gli scogli affioranti. Il sentiero si guadagna pace verso una spiaggia di sabbia bianca in assenza di vento.
martedì 25
Isole abbandonate nel vento. L’Ile d’Ouessant e l’arcipelago di Molène si stagliano all’orizzonte già dalla costa. Fantasmi evanescenti nella nebbia, scogliere solide e scure nel sole. Phare de Stiff, bianco, tozzo e solido. Phare de La Jument, in mezzo al mare, estremo. Il Phare de Creac’h, a strisce bianche e nere, sede del Museo dei Fari. Il sole è accecante, l’aria fredda. Luce stupenda. Al ritorno non c'è bisogno di parlare: si torna al Phare de St. Mathieu. Le fate sono scomparse, ma la bellezza degli archi sospesi nel tempo risplende alla luce del tramonto. ‘
Brughiere di fari blu oceano l'isola di Ouessant.
La giornata era luminosa e colorata. L'isola ci aveva ben accolti. Noi, marinai di acqua dolce.
La luce filtra tra le arcate della rovina dell'abbazia di St. Mathieu. Il faro di Le Conquet di fronte cerca ad intermittenza di illuminare l'oceano. Senza speranze. Ma continua con coraggio.
mercoledì 26
Si riprende il cammino. Oggi siamo di nuovo nella Bretagna misteriosa delle nebbie. Spiaggioni immensi di Les Blancs Sablons. La marea bassa li scopre e lo sguardo si perde smarrito da queste distese percorse dai gabbiani. Freddo.
La Chapelle de Locmeven ci aspetta dietro una curva. Sorpresa. Bella. Angolo di spiritualità silenziosa abbandonata a sé stessa nella pace della nebbia. Un faro risuona a scadenze fisse da qualche parte. Al Pointe de Corsen si ripete il miracolo bretone: arriva il sole. La marea sale con ondate violente e s’infrange contro gli scogli indifferenti.
Il Phare de Trezien, finora nascosto, appare, grigio e bianco. Non sulla costa. All’interno. A Porspaul ci attendono i ‘four à goèmon’, vecchi forni per l’essiccatura delle alghe. Anche questa è sopravvivenza: raccogliere una cosa così informe come un’alga, farla seccare, imballarla, trasportarla… e viverci.
La nebbia attutisce il suono delle sirene del Faro di Trezien che si ripete ciclico. Il sentiero si riempie di lumache per la pioggia.
giovedì 27
Giornata pessima. Nebbia senza scampo. Non sempre i miracoli accadono. Porscav, piantato all’inizio dell’Aber Idult, un grosso fiordo che dovremo costeggiare del tutto. Mondo immerso nel silenzio. Anche i pescatori al lavoro sulle imbarcazioni arenate non fanno rumore. Freddo. Che penetra nelle ossa. Breles dalle case di pietra. Nessuno per strada. Dove vuoi andare? A Lanildut, dal porticciolo di pescatori, la nebbia si solleva appena per far indovinare la sponda di fronte. Eravamo là, questa mattina. Meglio consolarsi. Una birra bretone, magari. La Mor Braz si fa apprezzare. “Grande mare”, in bretone. Oceano… Non lo respirano solo, lo bevono pure.
Alla sera un bicchiere di Mor Braz (l’unica birra con acqua di mare) davanti a un caminetto scoppiettante di musica bretone: il tempo poteva anche essere peggiore…
venerdì 28
Il sole torna. Meno male. Ile de Melon, Porspoder dal porto minuscolo. La Presqu’île de St. Laurent è una tappa obbligata. Da qui appare in tutta la sua forza il Phare du Four. Isolato al largo. Grigio. Sembra roccia. Oggi è bello, ma negli occhi resta sempre la foto vista con l’ondata alta quanto il faro stesso. Un brivido.
La figura del guardiano del faro è storia. Ma resisterà ai satellitari? Più avanti, dal Pointe de Landunvez, il faro appare ancora, minuscolo, oltre la linea della colza coltivata. E poi appare la Chapelle St. Samson. Chiesetta affacciata sulle scogliere. Ultimo sole. Il tempo torna a chiudersi.
Le ondate si frangono nella nebbia di nuovo fitta. Colpi che fan tremare la terra e il cuore. L’energia è tanta. Molta gente che passeggia. E' normale, qui, respirare l'oceano che si sgranchisce. Siamo alla fine. Portsall è appena dietro l'angolo. Ormai la nebbia è totale. Finale malinconico. Va bene così.
Il Faro di Four sembra faccia parte del paesaggio da sempre. L'occhio stanco di oceano si posa su di lui che resiste come roccia.
Rumore e schiuma. Tutto è in tumulto. Sea change / sea change rich and strange. Il mare cambia / il mare cambia ricco e strano. Shelley, il poeta, lo sapeva bene.
Onde di 3, 4, 5 metri scuotono le scogliere. Con la coda dell'occhio controlliamo le ondate. Non possono raggiungerci. Ma questo non è Borghetto S. Spirito. È Oceano.
La luce spazia nella luce del mattino freddo. Il blu è tagliato diagonalmente dalle onde di vento. Chi vorrebbe essere in mare adesso?
Le fioriture sulle scogliere hanno sempre un colore complementare al mare o al cielo. I colori sono sempre accostati con grande sapienza.
sabato 29
Ritorno a Brest sonnacchioso. La sensazione è di aver fatto tutto. Non è così. Si riparte. Con l»auto. Andiamo ancora al Phare de lle Vierge. Leggeri. Sembra di volare. Il faro è alto (il più alto d»Europa), bianco, accecante alla luce del sole. Sulla spiaggia, piccole conchiglie cat-turano il sole mentre i gabbiani cerca-no granchi. E' finito il tempo. Adesso, possiamo dire di aver concluso.
domenica 30
Resta solo più il ritorno. Altri lunghi km da percorrere su strade veloci. Negli occhi, le immagini di grandi ondate, di spazi silenziosi. Nulla va perduto. Tutto resta nella nostra mente, nella nostra anima.
di Franco Voglino e Annalisa Porporato
Il diario di viaggio de Le Chemin des Phares
Note:
Franco Voglino e Annalisa Porporato
Amiamo viaggiare in modo autonomo costruendoci personalmente l'itinerario con l'appoggio degli uffici del turismo per cartine, mappe, guide. Siamo specializzati nei Paesi del Nord, dove la luce cambia attimo dopo attimo (come del resto anche il tempo atmosferico...).
In questi anni abbiamo documentato la Norvegia, la Svezia, la Finlandia, l'Islanda, il Quebèc, l'Alaska del sud-est, il nord della Spagna, il Cammino di Santiago (percorso a piedi), il Galles, la Scozia (percorrendo a piedi il lungo sentiero della West Highland Way), e la Francia nelle sue numerose regioni (Languedoc, Borgogna, Alvernia, Provenza, Perigord, Camargue) tra cui la Bretagna con il Trekking nella primavera 2006 dello Chemin des Phares, il Cammino dei Fari.
Collaboriamo con la 'Rivista del Trekking' e 'Viaggia l'Italia', e alcuni nostri reportages sono stati pubblicati su alcune delle più importanti riviste di viaggi e natura (Airone, Tuttoturismo, Ambiente, PleinAir Ã). Le nostre immagini sono state esposte, con mostre personali o in collaborazione con il Gruppo Fotografico Volverese, presso luoghi prestigiosi quali la Certosa di Montebenedetto, la Sacra di San Michele, Chateau Chillon (Svizzera), il Castello di Moncrivello, la sede della Subalpina (la centenaria Associazione Fotografica di Torino), l'Ospizio del Gran San Bernardo, il Forte di Fenestrelle.
La nostra attrezzatura fotografica comprende una fotocamera panoramica Noblex.
Tutte le immagini sono realizzate vivendo i ritmi lenti del cammino, cos“ si ha il tempo di crearsi un sogno. Ciò che si vede è colorato dall'immaginazione.
Franco Voglino e Annalisa Porporato
Amiamo viaggiare in modo autonomo costruendoci personalmente l'itinerario con l'appoggio degli uffici del turismo per cartine, mappe, guide. Siamo specializzati nei Paesi del Nord, dove la luce cambia attimo dopo attimo (come del resto anche il tempo atmosferico...).
In questi anni abbiamo documentato la Norvegia, la Svezia, la Finlandia, l'Islanda, il Quebèc, l'Alaska del sud-est, il nord della Spagna, il Cammino di Santiago (percorso a piedi), il Galles, la Scozia (percorrendo a piedi il lungo sentiero della West Highland Way), e la Francia nelle sue numerose regioni (Languedoc, Borgogna, Alvernia, Provenza, Perigord, Camargue) tra cui la Bretagna con il Trekking nella primavera 2006 dello Chemin des Phares, il Cammino dei Fari.
Collaboriamo con la 'Rivista del Trekking' e 'Viaggia l'Italia', e alcuni nostri reportages sono stati pubblicati su alcune delle più importanti riviste di viaggi e natura (Airone, Tuttoturismo, Ambiente, PleinAir Ã). Le nostre immagini sono state esposte, con mostre personali o in collaborazione con il Gruppo Fotografico Volverese, presso luoghi prestigiosi quali la Certosa di Montebenedetto, la Sacra di San Michele, Chateau Chillon (Svizzera), il Castello di Moncrivello, la sede della Subalpina (la centenaria Associazione Fotografica di Torino), l'Ospizio del Gran San Bernardo, il Forte di Fenestrelle.
La nostra attrezzatura fotografica comprende una fotocamera panoramica Noblex.
Tutte le immagini sono realizzate vivendo i ritmi lenti del cammino, cos“ si ha il tempo di crearsi un sogno. Ciò che si vede è colorato dall'immaginazione.
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