Cinque giorni… quasi un’estate. La traversata scialpinistica delle Alpi Marittime fra Cuneo e Nizza

La traversata scialpinistica da Cuneo a Nizza attraverso le Alpi Marittime, un incontro con la vera essenza del vagabondare d’inverno 'a portata di mano e di sci per chiunque voglia inoltrarsi in questo mondo fantastico.' Di Alberto Sciamplicotti
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Salendo verso il Lago di Nasta e il passo del Brocan durante la traversata scialpinistica delle Alpi Marittime fra Cuneo e Nizza
Alberto Sciamplicotti

Parafrasando il bellissimo film del 1982 di Fred Zinnemann, in cinque giorni può essere veramente racchiusa un’intera stagione. Soprattutto in quest’anno, in cui l’inverno sembra non aver mai fatto la sua comparsa, lasciando il posto a una primavera che somiglia più a un principio d’estate, cinque giorni passati sci ai piedi, lungo un percorso che si snoda fra il Parco delle Alpi Marittime in Italia e il confinante Parco del Mercatour in Francia, possono veramente valere tutta una stagione.

I sentimenti provati durante una traversata sono sempre superiori a quelle di una semplice gita andata e ritorno: emozioni si sommano a emozioni, in minuti che si vanno a dilatare e che sembrano ore e con ore che assurgono al livello di giornate per quanto sono piene.

Non c’è inizio e non c’è fine, in questo vagare che riesce a regalare la condizione suprema cui aspira ogni viandante delle alte quote e che possa godere al contempo di un buon paio di sci ai piedi: quello di peregrinare fra pendii e colli innevati cercando quella poesia che solo la bellezza riesce a regalare.

Jacques Dieterlen è stato senza alcun dubbio il più grande cantore di questo sci: uno sci solare, colmo di neve e pendii ma in ugual misura anche di amicizia e del sapere condividere quelle emozioni che solo i vasti ambienti riescono a regalare. Il suo romanzo "Ski de Printemps" può essere considerato a buon titolo come lo scritto perfetto dello sci, quello che più ha saputo descrivere e trasmettere le sensazioni dello scivolare su un pendio di neve cotta dal sole.

Così, andando in cinque giorni di rifugio in rifugio, dalla Casa Savoia di Valdieri, al Rifugio Remondino, al Rifugio Cougourde nell’Haut Boréon, fino al Rifugio Nizza prima di scendere a Casterino, angolo di paradiso incontaminato nel comune di Tenda in Francia, spesso il pensiero è andato a quel romanzo di oltre ottanta anni fa: quanto vissuto era troppo simile a quello che aveva raccontato Dieterlen.

L’ambiente delle Alpi Marittime è forse differente da quello dei Vosgi, dove è ambientato il romanzo, tanto più che il settore della Alpi che va da Cuneo a Nizza è anch’esso differente al suo interno, con il versante italiano più severo, formato da graniti e gneiss, e quello francese più dolce e arrotondato formato da calcari - quasi un incontro fra la rudezza maschile e la dolcezza femminile. Eppure questo attraversare mondi, versanti e nevi differenti è quanto di più forte possa unire lo sciatore alla montagna.

Così, partire da Tetti Gaina, poco oltre Sant’Anna di Valdieri, giungere a Casa Savoia presso le Terme di Valdieri, proseguire poi per il Rifugio Remondino, salire verso il lago di Nasta e il passo del Brocan e la cima Ghiliè, compiere la discesa al refuge de la Couguarde e poi da qui per la Madone de Fenestre e il Pas du Mont Colombe giungere al refuge de Nice, e ancora risalire alla Baisse du Basto e poi al vallone di Fontanalba fino a Casterino, non è stato solo concatenare ricoveri, valli, cime e pendii ma formare – come quei disegni delle enigmistiche che appaiono solo dopo aver uniti i puntini numerati – un panorama di emozioni e di vissuto scialpinistico che supera la somma del valore dei singoli percorsi.

Un viaggiare in cui è cambiata persino l’essenza dell’aria respirata: da quella pura dei versanti nord del primo tratto a quella odorosa già di mare della seconda parte, distese liquide annunciate in lontananza dalle vette più alte.

La chiave per rendere più accessibile la traversata di questo settore della Alpi è stata comunque il poter contare su punti d’appoggio sicuri: bivacchi e rifugi che hanno offerto ricovero evitando l’incombenza di dover viaggiare con tenda e sacco a pelo sulle spalle. In tal senso, la disponibilità all’apertura invernale dei rifugi situati lungo l’itinerario ha rappresentato veramente l’equivalente di oasi nel deserto delle vastità delle nevi. A tutto questo, si è aggiunto che la varietà degli ambienti percorsi, la bellezza dei luoghi, la solitudine in cui è svolta l’azione ha regalato la certezza che non serva necessariamente percorrere itinerari famosi e blasonati per vivere le emozioni regalate da una grande traversata. Perché sulle Alpi Marittime l’incontro con la vera essenza del vagabondare d’inverno è a portata di mano e di sci per chiunque voglia inoltrarsi in questo mondo fantastico.

La traversata Cuneo/Nizza è stata promossa dal tour operator Snowder in collaborazione con Global Mountain e coordinata dalle guide alpine Adriano Ferrero e Simone Greci con il supporto di Conitours, Consorzio Operatori Turistici Provincia di Cuneo.

di Alberto Sciamplicotti

L'autore ringrazia SCARPA, K2 Skis e Rrtrek per il personale supporto




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