Canalone di Lourousa democratico e lo sci ripido
Il canalone di Lourousa appartiene alla storia dello sci ripido. Quando Heini Holzer lo scende per la prima volta è il 7 luglio 1973. Quarant’anni fa. In queste quattro decadi c’è tutto il resto ovvero l’evoluzione di una disciplina che ha saputo farsi democratica passando da prerogativa di pochi ed ammirati funamboli ad attività ricreativa del fine settimana appannaggio di molti.
In quarant’anni il Lourousa è diventata una meta gettonatissima dagli amanti del ripido. Sul più noto dei siti web dedicati allo scialpinismo e che si ispira al protagonista del famoso romanzo di viaggi di Jonathan Swift, si possono contare, ad oggi, ben 129 ripetizioni. Un record inavvicinabile per qualunque altro itinerario di sci ripido, ma numeri che possono ingannare.
Il Lourousa non è una discesa facile e tanto meno scevra di pericoli. Circa a metà del suo sviluppo, due affioramenti rocciosi interrompono la delicata trama bianca della neve e si conficcano al centro del canale come ostacoli insormontabili per chi dovesse perdere il controllo degli attrezzi. Senza quei due isolotti rocciosi il Lourousa non sarebbe il Lourousa e soprattutto non rappresenterebbe così bene il senso di una disciplina. Nella più classica e ripetuta delle discese estreme, quei due affioramenti rocciosi ricordano allo sciatore che l’errore non è ammesso, che non si può venire a patti. Vai se te la senti, altrimenti no. Bianco o nero, come il canale ed il suo magnifico dirimpettaio roccioso a forma di corno.
In questo video presentiamo una discesa in soggettiva quasi “integrale” del canalone nel senso che sono state tagliate solo le pause per contenerne la visione in tempi accettabili. Il giorno in cui è stato girato il video il canale è stato percorso da una decina di sciatori provenienti non solo dall’Italia, ma anche dall’estero, addirittura dal Lussemburgo. Come mostrano le immagini, alla partenza la neve è molto segnata, il che giustifica almeno in parte le esitazioni dello sciatore, in parte, invece, da attribuirsi a materiali non proprio adatti alla bisogna … Degli scarponi pensati per le gare di scialpinismo non sono esattamente i più indicati per una persona di 90 kg che voglia cimentarsi con pendenze che raggiungono i 50°. Così come non lo è avere una lamina rotta su uno dei due sci, anche se accuratamente posta all’esterno dello sci a valle come sapientemente consigliato da chi, Renato Onofri, gli sci li cura con passione da oltre trent’anni.
E sicuramente non sono indicati sulla neve compatta degli sci lunghi 179 cm e larghi al centro 112 mm come uno dei protagonisti del video candidamente dichiarerà di avere…
Ovviamente la massificazione di una disciplina comporta che non tutti coloro che si cimentano con essa abbiano le credenziali giuste per farlo.
Il fenomeno, però, ormai è noto agli esperti che da molti anni lamentano la frequentazione dei ghiacciai con le scarpe da ginnastica e voi, come detto, non fatevi ingannare, perché il Lourousa, per quanto democratico, rimane pur sempre una discesa di sci estremo con due isolotti rocciosi conficcati proprio nel mezzo…
Daniele Caneparo