Aldo Valmassoi firma nelle Dolomiti la prima discesa della nord del Cristallo di Mezzo

Lo sciatore Aldo Valmassoi ha effettuato in solitaria la prima discesa dalla parete nord del Cristallo di Mezzo nelle Dolomiti. Il report di Valmassoi.
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Aldo Valmassoi durante la prima discesa dalla parete nord del Cristallo di Mezzo, Dolomiti
archivio Aldo Valmassoi

Martedì 23 marzo Aldo Valmassoi di Domegge di Cadore ha sciato una nuova linea sulla parete nord del Cristallo di Mezzo, firmando quella che è indubbiamente una discesa di grande classe nelle Dolomiti. Colta il giorno dopo averla notata, la linea è estremamente logica ed è stata aperta in solitaria e, fatto da sottolineare, onsight, ovvero senza aver risalito prima la via di discesa ma raggiungendo la cima dal versante opposto. Questo è lo stile che caratterizza la gran parte delle prime discese da lui sciate, perchè regala "quel valore aggiunto che va oltre il semplice gesto di sciare rendendole fortemente avventurose ed artistiche."

L'AVVENTURA ONSIGHT SUL CRISTALLO DI MEZZO di Aldo Valmassoi

Ci sono linee che vedi è ti nasce il desiderio di sciarle, le corteggi, le osservi a volte anche per anni attendendo la condizione giusta per poterle sciare... Ma non è il caso di questa linea, vista e sciata il giorno successivo!

Questa montagna non ha mai attirato più di tanto la mia attenzione, per quanto sia il Gruppo del Cristallo indiscutibilmente spettacolare e in cui ho sciato tantissime linee classiche e qualche impegnativa variante nuova di linee già esistenti, io amo di più stare in luoghi più selvaggi, poco conosciuti e frequentati. Non cerco le montagne per il loro nome ma per quello che provo nel trovarmici in mezzo.

Sono capitato lì quel giorno perché in quel mese passavo spesso per Carbonin recandomi alle sedute di terapia, così il lunedì di quella settimana mi sono fermato ad osservarle per il semplice gusto di godermi i raggi del sole che ad una certa ora della mattina raggiunge la cima del Cristallo. E così ho pensato che mi sarebbe piaciuto creare una linea nuova che partisse dalla cima e arrivasse fino ai piedi della parete.

Osservandola avevo visto la possibilità di farlo, avevo intuito che tecnicamente era sicuramente sciabile ma non riuscivo a capire che continuità potesse avere a causa di alcune fasce di roccia difficili da decifrare per la prospettiva che quel parcheggio offriva, ma che poi il più delle volte quando ti trovi lì tutto cambia e la strada la trovi. Così ho deciso di salirci il giorno dopo e farla.

Dopo un lungo periodo di stop avevo bisogno di un'avventura, di stare in mezzo alle montagne in pace con i miei sci, e una nuova discesa da solo lassù era la situazione giusta.

Sono salito dal versante opposto fino alla cima e da lì ho cominciato la mia discesa.
Ho scelto di scenderla nello stile che più mi piace e che ho sempre cercato di seguire, cioè quello "Onsight", a vista, ovvero salendo da un altro versante anziché risalire per la linea di discesa.

Questo cambia totalmente tutto, perché la discesa diventa un'incognita, una scoperta, in cui non centra solo l'abilità tecnica, ma di fondamentale importanza sono l'intuito, la capacità di valutazione del pendio e delle condizioni e di cercare la via più naturale, logica, sciabile ed estetica che ti permetta di disegnare una linea che porti dalla cima fino in fondo alla montagna, creata metro per metro nel momento in cui la stai sciando.

Questo stile aggiunge alla discesa una componente fondamentale, l'avventura! Quella cosa che prima di tutto mi spinge a fare qualunque cosa, soprattutto quel giorno dopo un periodo lontano da tutto questo.

Del resto quel che conta davvero sono le grandi emozioni che vivi in determinati momenti, legati al rispetto, alla paura, alla meraviglia alla grandezza e alla bellezza di tutte quelle cose incredibili che abbiamo attorno e che ho la fortuna di poter vivere.

Ne è uscita una linea davvero spettacolare e completa, pendii aperti, canali, traversi e cengie che la rendono per quanto mi riguarda la linea più bella estetica logica ed elegante del Cristallo.

Non si tratta certo della linea più ripida o tecnicamente più difficile che abbia tracciato e sciato, ma sicuramente mi ha regalato quello che cercavo.

Non scio per dei record, per dei primati o per sciare da qualche parte prima che lo faccia qualcun'altro, no, lo faccio perché mi fa stare bene, perché mi piace, perché è uno dei tanti modi che ho di vivere grandi emozioni. Quelle cose che alla fine ti porti dentro per sempre, che ti arricchiscono e ti cambiano.

Sono sempre grato alla vita di avere la fortuna di vivere questi momenti, di apprezzare ogni cosa che ho attorno e di vivere tra le montagne più belle del mondo, le Dolomiti.

 
 
 
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