Stefan Scarperi e il suo bronzo nel Campionato Europeo Boulder a Innsbruck
Nelle qualifiche e nella semifinale Scarperi ha gettato le basi, nella finale invece il 24enne non si è fatto intimorire dagli avversari e dalla difficile partenza, con solo una zona sul primo boulder ed un nulla di fatto sul secondo... sul terzo boulder poi ha fatto un piccolo miracolo, tenendo l'impossibile per arrivare, soltanto lui, al top che gli è valso il bronzo, dietro a Jan Hojer e Adam Ondra e davanti a Jakob Schubert, Martin Stranik e Alexey Rubtsov.
Stefan, con che aspettative sei andato a Innsbruck?
Con nessuna aspettativa, volevo entrare in semifinale e poi vedere come andava a finire. Era la prima gara della stagione: normalmente a me serve come test per vedere se il corpo è in forma, e devo dire che sì, non mi sarei mai aspettato di entrare in finale e poi di andare sul podio.
Come interpreti questo bronzo, punto di arrivo o più punto di partenza?
Direi un punto di partenza perché la stagione è appena iniziata. Nel prossimo mese mi tocca volare da una parte del mondo all’altra. Da Toronto a Vail poi a Chongquing e a Hayang. Questo periodo è molto stressante e sempre una dura prova per il corpo.
Hai detto che talvolta la fortuna è dalla tua parte e ti sei ritrovato sul podio.
Diciamo che dietro tutto c’è una preparazione che dura degli anni, ma alla fine è sempre la fortuna che conta. Negli ultimi anni ho fatto molte gare internazionali e ho notato che nel boulder non esiste un campione assoluto, in quasi ogni tappa vince un’altra persona e questo fa il boulder così interessante.
In che ambiente hai i maggiori stimoli per la tua crescita?
Direi proprio da me stesso. E’ da tre anni che mi sto allenando duramente e seriamente, provando vari allenamenti sul mio corpo. Forse ho trovato un buon compromesso tra lavoro e allenamento per quest’anno.
Lavori anche come tracciatore al Salewa Cube. E' di aiuto per le gare?
Il ruolo di tracciatore mi aiuta qualche volta a capire i blocchi e a capire cosa ha pensato il tracciatore. Fisicamente il ruolo di tracciatore è un lavoro durissimo però che devo integrare nel mio allenamento, altrimenti vado in sovraccarico.
Quanto individualismo e quanto squadra?
Io sono molto individualista anche perché in Italia purtroppo non esiste una squadra, facciamo tutto da soli e poi ci rivediamo sempre alle gare.
Come strutturi la tua settimana tipo?
Dipende dal periodo. Diciamo tre settimane mi alleno e una settimana lavoro e due volte a settimana ho un corso con i bambini. In alternativa quando mi alleno o faccio un giorno di scalata e un giorno di pesi e avanti così.
Cosa ti serve in più in questo momento per progredire?
Diciamo che ho trovato il giusto equilibrio tra lavoro e allenamento. Sinceramente non saprei in cosa dovrei migliorare, quello si vedrà a fine stagione.
Ultima domanda: ci racconti quel magico terzo blocco?
Quando l’ho visto sapevo che era il mio stile. All’inizio non sapevo come risolverlo ma poi lentamente ho capito. Quando ho quasi tenuto la zona e poi sono caduto sapevo che si faceva. Ho riposato bene e poi ho fatto un ultimo tentativo ed sono arrivato al top, come una magia. La folla era impazzita ma io non avevo neanche capito cosa avevo realizzato. Dopo il quarto blocco sono uscito dall’isolamento e ho guardato sul tabellone la classifica. In quel momento ho realizzato che ero terzo e che avevo centrato un mio grande sogno.
19/05/2015 - Campionato Europeo Boulder a Innsbruck - il report completo
Il report completo dei Campionati Europei di Boulder tenutasi ad Innsbruck in Austria tra il 14 e il 16 maggio e vinti dai tedeschi Jan Hojer e Juliane Wurm. Mentre Adam Ondra e Anna Stöhr si sono aggiudicati la medaglia d’argento, Stefan Scarperi e Katharina Saurwein hanno conquistato uno splendido bronzo. Di Franz Schiassi.
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