Guardare la montagna #2. Intervista a Bernardo Gimenez, fotografo.
Intervista al fotografo argentino Bernardo Gimenez che ha fatto della montagna, dell'arrampicata e dell'alpinismo il suo set privilegiato. Di Marco Ferrario.
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In arrampicata in Brasile
Bernardo Gimenez
Bernardo Gimenez, uno dei migliori fotografi di arrampicata e di montagna. Da dove vieni? Qual è stata la tua prima esperienza con la montagna?
Sono nato in Argentina, nella parte occidentale del paese, in montagna, ma vivo in Europa da 12 anni. Le mie prime esperienze in montagna, in realtà, sono state con gli sci. Ho iniziato a sciare quando ero un ragazzino, sulle piste, e quando decisi di andare fuori pista dovetti imparare le tecniche di sicurezza in montagna e quindi poi ho scoperto l'arrampicata.
Cosa rappresenta la montagna (e il mondo connesso ad essa) per te?
Negli ultimi 25 anni, gli sport di montagna e tutto ciò che è connesso ad essa, rappresentano una parte molto importante della mia vita. Potrei dire che le montagne e le rocce sono la mia vita adesso.
Quale fu la tua prima esperienza con l'arrampicata?
In Argentina 25 anni fa, non esistevano le palestre di arrampicata e le poche vie attrezzate con i chiodi non erano molto conosciute. Così la mia prima scalata più o meno seria fu su una via di più tiri in stile trad. Fu un modo duro di apprendere, però sono contento che sia stato così.
Raccontaci della fotografia. Quando hai scoperto questo mondo? Hai sempre fotografato gli arrampicatori o le montagne? Dove trovi l'ispirazione per la tua fotografia?
La fotografia è il mio primo amore ed è arrivato nella mia vita prima dell'arrampicata. Ho iniziato a scattare foto dei miei amici mentre sciavamo e durante le prime esperienze fuori delle piste. Poi ho lasciato i miei studi di topografia per studiare fotografia e dedicarmi ad essa. Le mie prime esperienze professionali con la fotografia furono con il fotogiornalismo. Lavoravo per un giornale ed ero così immerso nel fotogiornalismo, tra workshop e corsi che spendevo quasi tutto il mio tempo in quel tipo di occupazione. Dopo però scoprii che accumulavo molto stress e decisi di fare un periodo di pausa. Sono venuto in Europa un paio di mesi per scalare, ma poi, non sono più tornato in Argentina.
Da quanto lavori come fotografo professionista?
Mi dedico professionalmente alla fotografia dal 1999.
Perché fotografi gli arrampicatori in tutti i luoghi del mondo? Qual è il "fuoco" che ti porta in qualsiasi posto dove c'è un forte arrampicatore che prova a fare del suo meglio sulle vie più difficili?
Mi piace viaggiare e vedere posti nuovi e la fotografare è un buon modo per farlo. Non realizzo solo foto o video di scalate particolarmente difficili, ma a volte viaggio con amici che sono alpinisti professionisti oppure lavoro per le aziende che chiedono immagini o video dei loro atleti colti nei loro sforzi migliori. Mi piace allo stesso modo realizzare immagini su vie facili ma poste in un ambiente o in un contesto stupendo.
Qual è stata la migliore esperienza che hai vissuto e quale la peggiore?
Forse una delle migliori esperienze che ho avuto è stato quello di vedere dal vivo e da molto vicino la realizzazione de "La dura dura" da parte di Adam Ondra. Allo stesso modo ricordo quando Nico Favresse e Adam Pustelnik scalarono Orbayu (Naranjo de Bulnes) in due giorni consecutivi. Condividere la scalata, i momenti insieme in parete e le emozioni con loro è stata un'esperienza molto intensa per me. Sicuramente la peggiore esperienza è stata nel corso della stessa spedizione, quando Adam Pustelnik è caduto per circa 20 metri ed è atterrato proprio accanto a me.
Puoi descrivere il collegamento che c'è tra un fotografo ed il mondo che prova a rappresentare nelle sue immagini?
Io mi pongo l'obiettivo di realizzare la più vera rappresentazione possibile di ciò che vedo e per questo mi piace molto lo stile del reportage giornalistico.
Qual è il tuo stile personale?
Cerco, quando possibile, di evitare foto posate, di lasciare la situazione il più naturale possibile e di non eccedere nella postproduzione.
Cosa cerchi in una fotografia?
Una buona immagine per me mantiene un buon equilibrio tra il soggetto (alpinista, sciatore, ecc) e l'ambiente in cui pratica la sua attività. E 'una foto che mi sorprende, perché pulita, ordinata, senza eccesso di informazioni ma anche completa di tutto il necessario.
Che relazione c'è tra Bernardo Gimenez e le rocce, le montagne, la natura?
Sto in montagna o sulle rocce quasi ogni giorno, la maggior parte del tempo per attività personali. Infatti vivo a Siurana, in mezzo alle rocce!
Cosa pensi del mondo dell'arrampicata nel 2014? Cosa prospetti per il futuro di questo mondo?
Non posso fare previsioni su quello che accadrà in futuro. Spero solo che la attuale ossessione per le classifiche, i gradi ed il rendimento atletico si mantengano nel mondo delle competizioni senza coinvolgere troppo il mondo della montagna e della roccia.
Qual è la fotografia migliore che tu abbia mai scattato?
Ancora non ho scattato la mia migliore immagine. Anche quando guardo le migliori, mi pare sempre che avrei potuto ottenere qualcosa di meglio.
di Marco Ferrario
>> Guardare la montagna #1. Intervista ad Erri De Luca
Sono nato in Argentina, nella parte occidentale del paese, in montagna, ma vivo in Europa da 12 anni. Le mie prime esperienze in montagna, in realtà, sono state con gli sci. Ho iniziato a sciare quando ero un ragazzino, sulle piste, e quando decisi di andare fuori pista dovetti imparare le tecniche di sicurezza in montagna e quindi poi ho scoperto l'arrampicata.
Cosa rappresenta la montagna (e il mondo connesso ad essa) per te?
Negli ultimi 25 anni, gli sport di montagna e tutto ciò che è connesso ad essa, rappresentano una parte molto importante della mia vita. Potrei dire che le montagne e le rocce sono la mia vita adesso.
Quale fu la tua prima esperienza con l'arrampicata?
In Argentina 25 anni fa, non esistevano le palestre di arrampicata e le poche vie attrezzate con i chiodi non erano molto conosciute. Così la mia prima scalata più o meno seria fu su una via di più tiri in stile trad. Fu un modo duro di apprendere, però sono contento che sia stato così.
Raccontaci della fotografia. Quando hai scoperto questo mondo? Hai sempre fotografato gli arrampicatori o le montagne? Dove trovi l'ispirazione per la tua fotografia?
La fotografia è il mio primo amore ed è arrivato nella mia vita prima dell'arrampicata. Ho iniziato a scattare foto dei miei amici mentre sciavamo e durante le prime esperienze fuori delle piste. Poi ho lasciato i miei studi di topografia per studiare fotografia e dedicarmi ad essa. Le mie prime esperienze professionali con la fotografia furono con il fotogiornalismo. Lavoravo per un giornale ed ero così immerso nel fotogiornalismo, tra workshop e corsi che spendevo quasi tutto il mio tempo in quel tipo di occupazione. Dopo però scoprii che accumulavo molto stress e decisi di fare un periodo di pausa. Sono venuto in Europa un paio di mesi per scalare, ma poi, non sono più tornato in Argentina.
Da quanto lavori come fotografo professionista?
Mi dedico professionalmente alla fotografia dal 1999.
Perché fotografi gli arrampicatori in tutti i luoghi del mondo? Qual è il "fuoco" che ti porta in qualsiasi posto dove c'è un forte arrampicatore che prova a fare del suo meglio sulle vie più difficili?
Mi piace viaggiare e vedere posti nuovi e la fotografare è un buon modo per farlo. Non realizzo solo foto o video di scalate particolarmente difficili, ma a volte viaggio con amici che sono alpinisti professionisti oppure lavoro per le aziende che chiedono immagini o video dei loro atleti colti nei loro sforzi migliori. Mi piace allo stesso modo realizzare immagini su vie facili ma poste in un ambiente o in un contesto stupendo.
Qual è stata la migliore esperienza che hai vissuto e quale la peggiore?
Forse una delle migliori esperienze che ho avuto è stato quello di vedere dal vivo e da molto vicino la realizzazione de "La dura dura" da parte di Adam Ondra. Allo stesso modo ricordo quando Nico Favresse e Adam Pustelnik scalarono Orbayu (Naranjo de Bulnes) in due giorni consecutivi. Condividere la scalata, i momenti insieme in parete e le emozioni con loro è stata un'esperienza molto intensa per me. Sicuramente la peggiore esperienza è stata nel corso della stessa spedizione, quando Adam Pustelnik è caduto per circa 20 metri ed è atterrato proprio accanto a me.
Puoi descrivere il collegamento che c'è tra un fotografo ed il mondo che prova a rappresentare nelle sue immagini?
Io mi pongo l'obiettivo di realizzare la più vera rappresentazione possibile di ciò che vedo e per questo mi piace molto lo stile del reportage giornalistico.
Qual è il tuo stile personale?
Cerco, quando possibile, di evitare foto posate, di lasciare la situazione il più naturale possibile e di non eccedere nella postproduzione.
Cosa cerchi in una fotografia?
Una buona immagine per me mantiene un buon equilibrio tra il soggetto (alpinista, sciatore, ecc) e l'ambiente in cui pratica la sua attività. E 'una foto che mi sorprende, perché pulita, ordinata, senza eccesso di informazioni ma anche completa di tutto il necessario.
Che relazione c'è tra Bernardo Gimenez e le rocce, le montagne, la natura?
Sto in montagna o sulle rocce quasi ogni giorno, la maggior parte del tempo per attività personali. Infatti vivo a Siurana, in mezzo alle rocce!
Cosa pensi del mondo dell'arrampicata nel 2014? Cosa prospetti per il futuro di questo mondo?
Non posso fare previsioni su quello che accadrà in futuro. Spero solo che la attuale ossessione per le classifiche, i gradi ed il rendimento atletico si mantengano nel mondo delle competizioni senza coinvolgere troppo il mondo della montagna e della roccia.
Qual è la fotografia migliore che tu abbia mai scattato?
Ancora non ho scattato la mia migliore immagine. Anche quando guardo le migliori, mi pare sempre che avrei potuto ottenere qualcosa di meglio.
di Marco Ferrario
>> Guardare la montagna #1. Intervista ad Erri De Luca
Note:
www | |
www.bernardogimenez.com |
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