Fred Nicole, l'intervista boulder

Intervista al leggendario boulderista e arrampicatore svizzero Fred Nicole.
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Fred Nicole su Witness the Fitness
Fred Nicole archive

Non c’è niente da fare: se pensi al boulder, viene subito in mente Fred Nicole. Da quando ha iniziato a fare boulder insieme a suo fratello François nel 1987, ci sono pochi climber che hanno dominato e influenzato questo sport in maniera così convincente e coerente come Frédéric, e gli innumerevoli bellissimi e difficilissimi boulder saliti in tutto il mondo durante l’ultimo quarto di secolo testimoniano la sua visione e la capacità.

Fred ha anche un eccellente passato con la corda e nel 1987 aveva sconvolto l’arrampicata sportiva quando, a 16 anni e ancora poco conosciuto, ha ripetuto assieme a suo fratello la via Le Toit d'Auguste, l’8b+ di Patrick Berhault a Nizza considerata all’epoca una della vie più di difficile al mondo. E sei anni più tardi Fred era ancora li, al vertice, liberando il terzo 9a al mondo, la bellissima placca di Bain de Sang che ancora oggi incute timore.

Ma il suo primo amore resta legato ad uno spazzolino da denti e un crashpad. I suoi boulder rappresentano degli importanti capitoli di questo sport, come La danse des Balrog - il primo 8B al mondo nel 1992 - e, quattro anni più tardi, Radja, il primo 8B+ al mondo. Questo limite è stato alzato ulteriormente all’inizio del nuovo millennio con Dreamtime a Cresciano, il primo boulder che ha toccato il mitico ed inaudito grado 8C. Un boulder che, un po' come Midnight Lightening a Yosemite nel suo periodo di massimo splendore, ha rappresentato e rappresenta ancora un irrinunciabile punto di riferimento per i migliori del mondo.

Dopo 25 anni, la ricerca verticale di Fred Nicole continua ancora oggi. Nella foresta. Nel deserto. Fontainebleau, Hueco, Cresciano, Rocklands, India. Un po’ ovunque. All’insegna dell’esplorazione, assieme alla sua compagna di vita Mary Gabrielli. In armonia con la natura, con il massimo rispetto possibile verso essa e gli altri.

Fred, arrampichi da oltre un quarto di secolo ...
Sì, ma ho sempre avuto altri interessi oltre all’arrampicata e il boulder, come disegnare, dipingere, leggere e anche scrivere un po'. Sono anche preoccupato per l'attuale situazione ambientale e le questioni sociali ed umanitarie che il mondo sta affrontando. Penso che stiamo vivendo dei momenti cruciali e abbiamo bisogno di alcuni nuovi valori per evolverci.

Beh, hai subito messo le cose su un piano ben più ampio che la semplice arrampicata
Cerco di essere attivo, evito il più possibile la plastica, riciclo, per quanto possibile viaggio con i mezzi pubblici, cerco di guidare con almeno un passeggero in macchina (la maggior parte delle volte sono io il passeggero…). Non ci sono dubbi, dobbiamo ridurre il nostro impatto nel mondo. Nella vita faccio parte di alcune organizzazioni come "Greenpeace", "WWF", "Terre des hommes", e alcuni altri gruppi di attivisti. Per quanto riguarda invece l’arrampicata, possiamo fare molto. Cose ovvie come seguire i sentieri per ridurre al minimo l'erosione, portare a casa tutte le nostre immondizie (sigarette, carta igienica, sacchetti di plastica, bottiglie ecc.) Ma dobbiamo anche stare attenti durante la pulizia dei massi, non tagliare gli alberi interi soltanto per salire una nuova linea...

Di nuove linee ne hai fatto tante. Parlaci dei tuoi inizi
E’ stato mio fratello François che per primo mi ha portato in falesia nel 1983, allora il free climbing non era ancora stato sviluppato nella nostra regione. Durante i primi anni abbiamo sperimentato con l’alpinismo, l’arrampicata sportiva e una sorta di bouldering, ma questo era inteso più come una forma di allenamento. La mia prima vera volta sui massi è stata qualche anno più tardi, nel 1987, nella regione del Wallis assieme a Lucien Abbet, un'icona per noi arrampicatori, che mi ha mostrato Branson e alcuni altre zone per fare boulder. I climbers del posto erano molto attivi già da anni e questa è stata una delle prime volte che ho visto dei boulder veri.
Nel Wallis ho avuto la fortuna di incontrare un bel mondo dell'arrampicata: la forza trainante era Filou Scherrer, un grande personaggio ed arrampicatore molto attivo di Ginevra. Sfortunatamente è morto pochi anni dopo assieme a suo fratello Mark per un'enorme valanga sul Peak Lenin nel Pamir, dove 43 persone hanno persero la vita.
Naturalmente ci sono stati altri che hanno svolto un ruolo importante agli inizi come Kidet (ancora molto attivo e sempre alla ricerca di nuove rocce), il famoso Peponne, lo scozzese Graeme Livingstone che ci ha insegnato l’approccio britannico al boulder, Benoit Dorsaz e molti altri ancora. La loro esperienza ha contribuito ad ampliare la nostra visione di ciò che poteva essere l’arrampicata.

Che ti ha portato rapidamente a La Danse des Balrog, il primo boulder di 8B  al mondo
La danse sale una parete strapiombante sul sasso principale a Branson. Tutti l’abbiamo considerata una cosa pazza, sembrava futuristica ma allo stesso tempo in qualche modo possibile. Ho frequentato il posto alcune volte ma soprattutto per ripetere le linee esistenti dato che all'epoca eravamo più presi dall’arrampicata con la corda. Poi, nel 1989, abbiamo iniziato a provare alcuni movimenti su questa intrigante parete ed il risultato è stato il primo boulder moderno, La traction céleste, con partenza in piedi gradata 7B+.  Un anno dopo ho aggiunto la partenza da seduto, con difficoltà 8A. Altri due anni sono passati ed è arrivato La danse des Balrog e poi, nel 1996, finalmente Radja 8B+. Non era solo un periodo importante perché questi sono stati i primi boulder che ho aperto di queste difficoltà, ma soprattutto per via delle persone che abbiamo incontrato e i bei momenti che abbiamo avuto la fortuna di vivere.
 
Nel 2000 è arrivato Dreamtime, il primo 8C al mondo. Un sogno, oppure una ossessione?
No, Dreamtime non è stata una ossessione. Più che altro era una sorta di progressione logica che ha concluso il mio periodo di boulder nel Ticino. Grazie alla purezza della linea e la bellezza del masso rappresenta ai miei occhi il meglio di quello che questo tipo di roccia possa offrire.

Nello stesso anno hai anche aperto Oliphant Dawn a Rocklands, un boulder alla riballata in questi giorni grazie alla prima ripetizione da parte di Nalle Hukkataival.
E' un boulder davvero figo che ho aperto nel settembre 2000. Tre movimenti difficili, il primo è il più duro con una pinza particolare. Per quanto riguarda il grado, non sono sicuro in quanto lo sforzo richiesto è così breve. Ma è certamente uno dei singoli più difficili che io abbia mai fatto. Le condizioni sono molto importanti per questa salita: il posto è caldo e soleggiato e l'ho fatto molto presto di mattina, in quella che è stata uno delle mie annate migliori. E' fantastico che Nalle Hukkataival l’abbia ripetuto adesso!

Hai iniziato, e continui, ad arrampicare anche con la corda. Viene in mente Bain De Sang del 1993...
Sì, vado ancora in falesia ogni tanto. Non fa per me quanto il boulder - ho troppa paura - ma a volte mi diverto ancora. In realtà entrambe le attività sono collegate nella mia mente, anche se pratico più il boulder che la falesia. Per quanto riguarda invece Bain de Sang, la via è collegata alle mie radici perché St. Loup è uno dei posti dove ho iniziato ad arrampicare. E' bello guardare indietro e cercare di ripercorrere la lunga strada, dalla mia prima via di V fino alle porte del 9a. Bain de sang lo sento come un punto di riferimento per me, soprattutto in relazione alle altre vie a St. Loup, proprio come Dreamtime in Ticino...

Negli ultimi anni il boulder è esploso in popolarità, il che è un bene, ma il rovescio della medaglia e che alcune aree sono sempre più a rischio di chiusura.
Le aree che vengono chiuse, o che sono a rischio di chiusura, tendono ad essere su terreni privati sotto una tutela regionale o nazionale (parchi per esempio) e i proprietari e gestori semplicemente non sono preparati per questo aumento di arrampicatori. Quindi non è detto che stiamo facendo qualcosa di sbagliato, è solo che non sono pronti per questo numero crescente di visitatori e il loro logico impatto. Qui in Europa dobbiamo organizzarci per evitare problematiche, magari creando l’equivalente dell' Access Fund degli Stati Uniti. Non possiamo imporre la nostra presenza, dobbiamo discutere con le persone e le organizzazioni interessate, essere consapevoli del loro punto di vista e, infine, rispettarlo.

Durante l’ultimo inverno a Cresciano ti eri stupito del gran numero di boulderisti. In tutta onestà, davvero questo ti ha sorpreso?
E' difficile da spiegare, perché agli inizi del boulder in Ticino eravamo un gruppo molto piccolo. Gli altri arrampicatori ridevano di noi e non hanno mostrato nessun tipo di reale interesse verso quello che stavamo facendo. Allora alcuni boulderisti provenienti da altri paesi hanno visitato il Ticino e qualcuno ci ha detto che non sarebbe mai stato abbastanza interessante da attirare una grande folla. L’ironia della sorte è che il grande boom del bouldering sia arrivato immediatamente dopo.

Ci ricordiamo che in quell'inverno hai aperto un bel boulder, semplicemente camminando un po’ e trovandoti improvvisamente completamente da solo ...
E' stato durante il Capodanno, quindi è abbastanza normale che il posto fosse pieno di gente. Non ho nessuna critica da fare su questo, è soltanto un grande contrasto rispetto al tempo (nella mia mente non molti anni fa), quando eravamo abituati a stare da soli in quella foresta. Ma la maggior parte dei climber rimangono concentrati in una zona particolare, e dopo il settore "La Boule" la foresta era completamente tranquilla ...

Nella foresta si era anche parlato di prese scavate.  E’ un fenomeno che appartiene al passato?
Purtroppo no, anche se probabilmente è un problema più grande nell’arrampicata sportiva che nel boulder. Sì, lo scavare le prese viene ancora fatto e io rimango fermo nella mia posizione che non ha alcun senso scavare se si vuole praticare l’arrampicata libera. L'obiettivo, per definizione, è quello di trovare una linea e cercare i possibili appigli che possono o non possono portare verso l'alto. Ci vuole pazienza, la capacità di osservare ed adattarsi. Lo scavare non mi sembra altro che l’adattare l'ambiente alle proprie esigenze.

Recentemente i boulder stanno diventando sempre più alti, per fare alcuni highballs ci vogliono sempre più crashpads.
Anche se questa sembra essere una direzione in cui sta andando il boulder, non è esattamente la mia ricerca. Ma è impressionante vedere quello che alcuni riescono a fare in questo stile!

Cresciano, Hueco, Rocklands, India... sei famoso per aver aperto nuovi boulder ovunque. Ma non ripeti mai i boulder degli altri?
Beh, anche se sono più per la scoperta di nuovi boulder e nuovi posti, mi piace ovviamente anche ripetere i problemi esistenti. Quando una linea è bella, ripeterla è eccitante quanto aprire qualcosa di nuovo. Faccio alcuni esempi di boulder che ho ripetuto: Kryptos 8C Widmer, The Swarm V14, The spectre V13, Goldfish V14, Satan L'hélvète 8B, New Base line 8B+, Witness the Fitness, Derailed 8B/B+, Ray of Light 8B, Ammagama V13, ecc ... Però se mi trovo in un nuovo posto, l'unica scelta che ho è di aprire nuove linee. E questa è una delle cose che mi piacciono di più!

Allora che cosa deve avere un boulder per essere bello?
Non esistono regole specifiche per definire un problema bello oppure no. Una partenza da seduto può essere perfetta ed essere migliore di una partenza in piedi e viceversa. E’ quindi una scelta del tutto soggettiva. A mio parere, tutte le rocce sono un dono di madre terra, ogni masso è così diverso e offre così tante possibilità che è impossibile stabilire quello che vale la pena salire e cosa no.

Ultima domanda: quando prepari lo zaino e parti con il tuo crashpad, qual è la tua regola d'oro per fare boulder?
Non ho una regola d'oro! Ogni giorno è così diverso! Quello però che cerco sempre di fare è essere consapevole del nostro ambiente e degli altri esseri umani. Suppongo quindi che il mio messaggio debba essere: abbiate una mentalità più aperta e rispettosa possibile!


Alcune salite scelte di Fred Nicole.
1983
– Inizio con fratello François a Eclèpens, primo 3+ (senza name).
1987- Le toit d’Auguste 8b+, Loubière France.
1989 - La vie, l’univers et le reste 8c a St-Loup.
1990 - La traction céleste 8A boulder Branson.
1992 - La danse des Balrogs 8B boulder Branson
1993 - Bain de Sang 9a St-Loup. Primo viaggio negli USA.
1994 - E la nave va 8c traverso, Lindental.
1995 - Broadsword 8b+/c traverso Lindental, The crown of Aragorn v13 at Hueco, Dominator 8a+/b in a day Yosemite, Karma 8a in Font.
1996 - Radja 8b+ boulder, Branson. primo viaggio Rockland: Black Eagle Stand –up 8a+, Leopard cave 8a+ , Pendragon 8a flash, Tai chi 8a.
1997 - Li v13, Slashface v13/14 a Hueco.
1998 - Coeur de Léon v14 a Hueco, La pierre philosophale 8b a Fontainebleau.
1999 - Fatman sitdown 8b boulder a Font.
2000 - Nunjanuka 8b Armidale Australia, Oliphant’s Dawn 8B/Cc a Rockland, Dreamtime 8C a Cresciano.
2001 - Goldfish v14 a Bishop, Esperanza v14 Hueco.
2002 - La Chimère 9a+ St-Loup. Black Eagle sitdown 8C boulder, Monkey Weading 8Cc boulder, entrambi a Rockland, Le galet 8b boulder a Murg.
2003 - Massive attack 8a+/b flash, New Base Line 8b+ both at Avers. Madiba 8b+, Mooiste Meisie 8b+ both in Rockland.Nagual V13, Hueco.
2004 - Le poinçonneur des Lilas 8c boulder nel Baslerjura, Golden Shadow 8b+/c.
2005 - Entlinge 8c boulder in Murg. Amandla 8c boulder a Rockland, prima della rottura di una presa che poi è diventata un po' più grande. Terremer 8c a Hueco.
2006 - Witness the Fitness, Arkansas.
2007 - Ragtime 8b+ at Amden, Flanagan 8b in Murg, White stripe 8b a Brione.
2008 - Derailed 8b+ boulder, Quintessential 8b a Rockland.
2009 - L’Isola che non c’è in Amden, a ibrido di boulder e via, una grande linea, molto difficile, forse simile ad una via nel 9 grado, Kryptos 8c boulder a Balstal, The Swarm 8b a Bishop.
2011 - Le Boa 8c boulder in Svizzera. Mandragore 8b+ boulder, Cuzzago. L’ombre du vent 8b boulder at Murg.Trice v12, Flagstaff.


Fred Nicole ringrazia i sponsor: Prana, Five Ten, Black Diamond e Arcteryx


Note:
Expo.Planetmountain
Expo Five Ten



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