Storie, emozioni e montagne da condividere, 5 video per le 5 storie raccontate al Winter Film 2016

I video delle 5 storie protagoniste della serata di avvio del Winter Film 2016. Una montagna e un alpinismo raccontati da punti di vista inusuali e diversi da: Giovanni Spitale, Luca Pisoni, Vinicio Stefanello, Daniela Zangrando, Emilio Previtali.
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Emilio Previtali per Altitudini. Storie da condividere (Winter Film Festival 2016 - Feltre)
Ariondo Schiocchet

E' successo a Feltre lo scorso 22 gennaio nella affollata serata, curata da Teddy Soppelsa e Andrea Benesso, di avvio del Winter Film 2016 (rassegna cinematografica che si è svolta a Feltre e Pedavena tra gennaio e febbraio). Cinque narratori sono saliti sul palco, ognuno con una storia, con la propria storia, per confrontarsi sul tema “meno è meglio”. Sono racconti che fanno pensare quanto diverse possono essere le montagne della nostra vita da scalare. A narrare le loro storie c’erano: Giovanni Spitale (filosofo e scalatore); Luca Pisoni (archeologo ed etnografo); Vinicio Stefanello (editor di planetmountain.com e regista); Daniela Zangrando (curatore); Emilio Previtali (esploratore e sci-alpinista). Tutte le storie sono state raccolte in questi 5 video:

#1| Aspettare | Giovanni Spitale | altitudini. storie da condividere


Giovanni Spitale / filosofo e scalatore: Sono uno che con l’attesa ci sa fare; si potrebbe dire che aspettare è una delle mie qualità migliori, sviluppata a forza, controvoglia e tramite un sacco di stratagemmi. Sei anni fa un medico, guardandomi attraverso i suoi spessi occhiali posati sul naso, mi ha informato che il mio midollo osseo aveva smesso di funzionare per via di una malattia che si chiama aplasia midollare idiopatica. Probabilità di decesso in sei mesi...

#2 | Cosa ti porti in Europa? | Luca Pisoni | altitudini. storie da condividere


Luca Pisoni / archeologo ed etnografo (Trento, 1972), è laureato in Conservazione dei Beni Culturali con una tesi sugli insediamenti pre- e protostorici della regione Trentino-Alto Adige. Nel 2007 ha conseguito il dottorato di ricerca con uno studio sui sistemi alimentari dell’età del ferro alpina. Con assegno di ricerca in etnoarcheologia ha seguito, presso il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, il progetto sulle scritte dei pastori della Valle di Fiemme. In seguito si è occupato del rapporto tra cultura materiale e migrazioni, con uno studio sui cosiddetti fatti di Rosarno del 2010 e una ricerca sui migranti eritrei in transito dal Brennero nell’estate 2015.

#3 | Meno pregiudizi | Vinicio Stefanello | altitudini. storie da condividere



Vinicio Stefanello / editor planetmountain.com e regista racconta l'esperienza vissuta nella foresta della Repubblica Democratica del Congo per la lavorazione del documentario Un giorno a Wamba (realizzato per la SOS Solidarietà Organizzazione Sviluppo onlus). Lì dove le montagne da scalare e “da conquistare con difficoltà e fatica giorno per giorno” si chiamano: energia elettrica, acqua, cibo, salute, scuola. Dove ogni giorno c’è chi corre e cammina per decine di chilometri e non lo fa per allenarsi ad una ultra trail, lo fa per necessità, per raggiungere un pozzo, per andare a scuola. Dove la normalità, agli occhi degli occidentali, sembra straordinaria e impossibile.

#4 | Big babol – any fucking thing you love | Daniela Zangrando | altitudini. storie da condividere


Daniela Zangrando / curatore. Le storie sfarfallano di marce, di virtù, di orchi e avvenimenti insoliti. Così meno prende la maiuscola e diventa il Signor Meno, borgomastro del paese di Poco. O rimane semplice segno che fa tirar su il naso al disobbediente moccioso che l’ha visto comparire in fondo alla pagina dei compiti di matematica. È il re di un mondo tutto in negativo, dove le cascate gelano anche in piena estate. Piantate a terra, pungono il cielo. E, e, e... Le storie si gonfiano. Una dentro l’altra. Anche di giorno.

#5 | Avventura è | Emilio Previtali | altitudini. storie da condividere


Emilio Previtali / esploratore e sci-alpinista. Ogni avventura comincia con una rinuncia. Nell’alpinismo, nella grande esplorazione, nel telemark ma anche nelle cose di tutti i giorni. La bici al posto della automobile. Uno zaino più leggero. Una valigia più piccola. Un telefono perso per strada e il viaggio che prosegue. Il telemark fa della rinuncia alla sua forza. Rinunciare al tallone fisso significa in realtà compensare con l’inventiva, con la tecnica, con la resistenza, con la sopportazione e certe volte con le bestemmie l’assenza della talloniera. Cominciare con una rinuncia, fissando un limite, è la porta di ingresso per accedere a un nuovo mondo. In fondo lo sappiamo tutti benissimo: basta la sensazioni di non avere più niente da fare e niente da perdere e le aspettative si abbassano e improvvisamente ci sentiamo liberi. E’ che siamo pigri. La libertà in fondo è il risultato di una ricerca. Quello della rinuncia, del fare di più con meno cose, è un metodo. Una tecnica. Uno stile. Un modo di stare al mondo.

Info: altitudini.it




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