Simone Moro e l'Annapurna a Milano
Il 18/11, alle 18.00, nella sede del CAI, in S.Pellico 6 a Milano, è in programma un incontro con l'alpinista Simone Moro che avrà per tema "Una vita a 8000". Inoltre Simone Moro presenterà il suo libro "Cometa sull’Annapurna.
Martedì 18 novembre, alle 18.00, presso la sede del CAI, in S.Pellico 6 a Milano, è in programma un incontro con l'alpinista Simone Moro che avrà per tema "Una vita a 8000". Nell'occasione Simone Moro presenterà il suo libro "Cometa sullAnnapurna. Una splendida montagna, una grande amicizia e un tragico Natale dalla voce dellunico sopravvissuto" pubblicato dalla Corbaccio Editori per la collana Exploit. Insieme allautore interverrà: Roberto Mantovani. Introdurranno: Giorgio Tieghi, Marco Tieghi, Piero Carlesi. L'incontro è organizzato da Il Club Alpino Italiano e lEditore Corbaccio Cometa sullAnnapurna Una splendida montagna, una grande amicizia e un tragico Natale dalla voce dellunico sopravvissuto di Simone Moro Ed. Corbaccio recensione PlanetMountai.com Simone Moro ripercorre le vicende che, nell'inverno del 1997, l'hanno visto protagonista, insieme al fortissimo Anatolij Bukreev e al cineoperatore Dimitri Sobolev, di un difficilissimo tentativo di prima salita invernale all'Annapurna. Dei tre alpinisti, Moro fu l'unico che, miracolosamente, scampò all'enorme cornice di neve che travolse l'intera cordata, mentre ormai era già in vista della cresta e della possibile salvezza. Investito e scaraventato dalla valanga ai piedi della parete, l'alpinista bergamasco, dopo lo spaventoso volo, lottò fino allo stremo per rimanere in vita, e raggiungere da solo la lontanissima salvezza. Unico sopravvissuto e unico testimone, dunque. Un'unicità di "ruoli" che, pagina dopo pagina, si avverte con sempre maggiore intensità, quasi l'autore cercasse di tenere a bada due anime contrapposte. Da una parte spinge una sepolta tensione che si risveglia e monta sempre più libera, dall'altra un invisibile filo tenta di tenere separate l'angoscia dell'incubo e la volontà di ripercorrerlo, passo passo, quasi per superarlo e farsene una ragione. E' sempre difficile trovare i perché di un destino ormai scritto, com'è impossibile trovare ragione di una tragedia. E' per questo, forse, che in Cometa sullAnnapurna emergono, e restano impressi nella mente del lettore, soprattutto lo sgomento, l'incredulità e l'impotenza di fronte alla tragedia. Come risaltano la grande amicizia e il ricordo che l'autore tributa ad Anatolij Bukreev, suo compagno, amico e maestro "di vita e d'alpinismo". Una vita e un alpinismo che per Simone Moro non si sono mai arrestati perché, come scrive lui stesso: "Se io smettessi di scalare le montagne significherebbe che la valanga si è presa anche me". |
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