Palestre di arrampicata: prospettive di successo e timori di rischi e responsabilità
I risultati del convegno sulle prospettive delle palestre di arrampicata, svoltosi a Trento il 28 aprile 1999 nell’ambito del Filmfestival della Montagna
Il convegno del 28 aprile sulle palestre artificiali di arrampicata si proponeva di delineare alcune disposizioni per una gestione sicura di questi impianti al fine di prevenire incidenti e le conseguenti responsabilità. Al convegno sono stai invitati in qualità di relatori alcuni esperti nella realizzazione e gestione di palestre artificiali e due esperti in diritto sportivo.
Con un tasso di crescita del 20% annuo ed una dotazione di oltre 220 strutture, concentrate nelle regioni del nord Italia, le strutture artificiali per arrampicata stanno diventando una realtà soprattutto nelle palestre pubbliche ma anche tra le sezioni CAI, le società FASI ed i privati. Benchè l80% delle strutture siano realizzate dallente pubblico esse sono spesso inutilizzabili, dato che sono state realizzate in luoghi inopportuni senza tenere conto delle esigenze di questa disciplina.
Relativamente ai requisiti di sicurezza delle strutture, benchè la recente normativa europea EN 12572 non sia ancora in vigore in Italia, il buonsenso consiglia comunque di realizzare strutture nel completo rispetto della stessa, dato che in sede di giudizio per un qualsiasi infortunio occorso sulla struttura artificiale, il fatto di disporre di un impianto a regola costituirà una valida argomentazione delle cautele prese dal chiamato in causa (il gestore della palestra) per scongiurare pericoli.
Alla stessa maniera il gestore dellimpianto dovrà porre adeguate attenzioni nellapposizione al pubblico di avvisi e disposizioni di sicurezza, nella manutenzione periodica della parete e nella vigilanza costante della palestra (negli orari di apertura al pubblico), avvalendosi di personale preparato ed esperto, meglio se avente la qualifica di guida alpina, istruttore CAI, istruttore FASI In tutti i casi sono da considerarsi nulle le clausole di esonero da responsabilità che talvolta i gestori o gli organizzatori di manifestazioni fanno firmare ai partecipanti.
Per maggiori dettagli sulla normativa EN 12572 chiamare Marco Parolini al 0461/910434.
Con un tasso di crescita del 20% annuo ed una dotazione di oltre 220 strutture, concentrate nelle regioni del nord Italia, le strutture artificiali per arrampicata stanno diventando una realtà soprattutto nelle palestre pubbliche ma anche tra le sezioni CAI, le società FASI ed i privati. Benchè l80% delle strutture siano realizzate dallente pubblico esse sono spesso inutilizzabili, dato che sono state realizzate in luoghi inopportuni senza tenere conto delle esigenze di questa disciplina.
Relativamente ai requisiti di sicurezza delle strutture, benchè la recente normativa europea EN 12572 non sia ancora in vigore in Italia, il buonsenso consiglia comunque di realizzare strutture nel completo rispetto della stessa, dato che in sede di giudizio per un qualsiasi infortunio occorso sulla struttura artificiale, il fatto di disporre di un impianto a regola costituirà una valida argomentazione delle cautele prese dal chiamato in causa (il gestore della palestra) per scongiurare pericoli.
Alla stessa maniera il gestore dellimpianto dovrà porre adeguate attenzioni nellapposizione al pubblico di avvisi e disposizioni di sicurezza, nella manutenzione periodica della parete e nella vigilanza costante della palestra (negli orari di apertura al pubblico), avvalendosi di personale preparato ed esperto, meglio se avente la qualifica di guida alpina, istruttore CAI, istruttore FASI In tutti i casi sono da considerarsi nulle le clausole di esonero da responsabilità che talvolta i gestori o gli organizzatori di manifestazioni fanno firmare ai partecipanti.
Per maggiori dettagli sulla normativa EN 12572 chiamare Marco Parolini al 0461/910434.
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