World Cup Difficoltà, Aprica, portfolio e risultati
28/09 l'austriaca Angela Eiter e lo spagnolo Julian Ramón Puigblanque hanno vinto, all'Aprica (SO), la 5a tappa della World Cup Difficoltà.
Nello sport non si dovrebbe mai dare nulla per scontato. Lo si faceva da troppo tempo per la Difficoltà, tanto che si faticava un po' a trovar entusiasmo per gare sempre più prigioniere di un monotono, quanto inevitabile, finale sempre uguale a sé stesso. Sempre con gli stessi vincitori: Alexandre Chabot, asso pigliatutto tra gli uomini, e, anche se con meno ineluttabilità, Muriel Sarkany, regina tra le donne. Ma il 2003 ha, lentamente, scardinato quello che sembrava un copione immutabile e... fatale fino all'Aprica. Infatti, la 5a tappa della World Cup Difficoltà ha visto Angela Eiter e Julian Ramón Puigblanque conquistare un primo posto che sa di novità, una bella novità, peraltro già annunciata da tanti, inesorabili, piccoli segnali. Ma insieme a questa vitalità, un altro piano di lettura, più particolare e... "nazionale", fa saltare agli occhi unaltra verità, questa volta sconfortante: nessun atleta italiano è entrato in finale. E anche questo ci sembra un risultato da lungo tempo annunciato e non legato alla casualità. Nel lungo periodo, i risultati, come gli atleti, come i campioni sono una storia, un divenire, che si costruisce gara per gara e non sono mai frutto del caso. Ma torniamo all'Aprica, cercando di fare il punto, a 4 tappe dal termine, sulla Coppa del Mondo e sulle sue novità. Angela Eiter, dunque, minuta austriaca classe 1986, esplosa una settimana fa al Rock Master con una strepitosa vittoria priva di penalità, si è ripetuta sull'enorme soffitto dell'Aprica con un en plain che va al di là di uno stato di forma eccezionale. I "tutti top" dell'austriaca (ingigantiti dall'unica catena in finale) portano il segno della classe, quella vera, che parla con lo stile di arrampicata, impeccabile e deciso, di una giovanissima e sicura campionessa. Puntare tutto sul futuro di questa 17enne, insomma, non sembra così azzardato come poteva sembrare pochi giorni fa. Labbiamo già detto, lo dicono tutti: è nata una stella. Ma, è bene ricordarlo: la Coppa del Mondo è un circuito mondiale, non una gara singola. Così, sia chiaro da subito che la Eiter - partendo dall11° posto della classifica generale di Coppa - non può impensierire Muriel Sarkany che, è vero, è arrivata solo terza allAprica, ma è ancora bene in sella per la vittoria finale del Trofeo. Per Muriel è stato importante aver tenuto dietro la francese Chloé Minoret (quarta allAprica) che, a sua volta, ora è pressata dalla sempre più onnipresente Sandrine Levet, splendida seconda in questoccasione. Insomma, in Coppa si corre a tappe e nel tragitto nascono per fortuna nuovi eroi, ma quello che più conta è la resistenza al vertice e sbagliare il meno possibile. Perciò dispiace ancora di più il passo falso di Jenny Lavarda che la fa scivolare via dal quarto posto in classifica generale... Daltra parte Jenny, da anni ormai, è troppo sola nel difendere le nostre chance mondiali, e questo non laiuta, e non lha aiutata per nulla, nel trovare la tranquillità di cui più di altri sembra aver bisogno. Chi non ha problemi di quantità, invece, è la nazionale francese che, per la serie saranno famosi, presenta Caroline Ciavaldini; un bel 5° posto il suo, davanti nell'ordine alle altre finaliste: la svizzera Alexandra Eyer, laustriaca Barbara Bacher e la tedesca Damaris Knorr. Resta da dire di altri passi falsi, come quello della slovena Martina Cufar (11a), dellaustriaca Bettina Schöpf (12a) e della francese, vincitrice allAprica nel 2002, Emilie Pouget (16a), ma appunto le loro nazionali hanno anche altre cartucce da sparare... Continuando a ragionare con i numeri, la potenza di squadra è ben evidente nella classifica maschile: nei primi 4 posti troviamo 3 francesi, che diventano 4 nei primi 8 e 6 (il 50%) nei primi 12 classificati. Non è una novità, certo! Ma ci si è domandati come mai i nostri cugini sono così forti, sarà mica anche per una diversa organizzazione? Comunque la finale ha visto il peso piuma spagnolo, il velocissimo Julian Puigblanque Ramón alias Ramonet, conquistare più metri di soffitto di Alexandre Chabot che ha dovuto accontentarsi - per la prima volta nella Coppa 2003 e per la seconda volta considerando anche la Coppa 2002 del secondo posto... Quasi un avvenimento! Ora i due sono divisi in classifica generale da 112 punti, a favore di Chabot. Per la matematica, con quattro gare da giocare, tutto è ancora possibile. Ma è inutile nascondersi che molto dipenderà da Alexandre. Il francese è sempre il solito: anche qui allAprica, è stato lunico a raggiungere il top della semifinale. Chi può fare la differenza, quindi, sono solo i suoi avversari che, e qui sta la novità, mai come questanno hanno dimostrato di aver colmato il gap che li divideva dallasso pigliatutto. Staremo a vedere. Intanto, vista la defezione di Tomás Mrazek (allAprica solo 25°), i francesi piazzano la vecchia conoscenza François Auclair e la novità (un'altra!) Mickael Fuselier rispettivamente al 3° e 4° posto di tappa, mentre Gérome Pouvreau è 8°. In mezzo trovano spazio Yevgen Krivocheicev con un bel 5° posto (da incorniciare), Iouri Douloub (6°) e Patxi Usobiaga (7°). Primo degli italiani è Flavio Crespi, 13°, mentre gli altri due semifinalisti, Dino Lagni e Alberto Gnerro, sono luno 16° e laltro 21°. Degli altri, Luca Zardini è 28°, Roberto Colonetti 29° e Christian Sordo 30°. A prescindere dal valore e dallimpegno indiscusso di questi vecchi e nuovi gladiatori azzurri, e senza ripetere che tutti stanno aspettando dalla FASI la risposta decisiva sullesclusione di Cristian Brenna (davvero una faccenda che più il tempo passa e più rasenta il ridicolo), la domanda è: si tratta di un episodio, di casualità o cè qualcosa che non va? Un risultato non è mai frutto del caso dicevamo allinizio, e alcuni numeri che abbiamo dato ci sembra lo confermino, o quantomeno fanno meditare... Per il seguito non resta che attendere la prossima puntata.
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