Tor des Géants 2015: un finale all'insegna dell'incertezza
Patrik Bohard e Denise Zimmermann al comando del Tor des Geants 2015 in Valle d'Aosta, ma tutto può ancora succedere nella gara di corsa in montagna considerata la più difficile al mondo.
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Tor des Géants 2015
Tor des Geants
Il Tor ha "perso" ieri uno dei suoi protagonisti, l’irlandese Dan Doherthy, fermato lungo il sentiero che da Valtournanche porta al rifugio Barmasse, all’incirca al 240° chilometro. Ritiro dovuto a un problema a un ginocchio che gli ha impedito di procedere di buon passo. Rallentamento anche per il leader della corsa, il cinquantunenne francese Patrik Bohard. Nessun problema per lui, solo un ritmo più blando; il suo arrivo calcolato al rifugio Cunéy erà slittato in avanti di almeno un paio d’ore. Subito dietro si sono così accese le micce: sia Masahiro Ono, per il Giappone, sia Oscar Perez, spagnolo, hanno aumentato l’andatura e recuperato posizioni. Perez due anni fa fece un recupero sorprendente proprio negli ultimi chilometri chiudendo al secondo posto. Tra loro e il primo, da non dimenticare di certo l’imolese Gianluca Galeati, che ora occupa, seppur virtualmente, il terzo gradino del podio quando mancano meno di un centinaio di chilometri all’arrivo, in calendario oggi, mercoledì, a metà mattinata, considerando che i tempi di percorrenza sono superiori a quelli dello scorso anno di un paio d’ore. Insomma grande incertezza e questo non fa che rendere ancora più interessante il finale di gara riservato agli uomini di testa.
Ci sono, naturalmente, anche le donne in lizza; conduce sempre la svizzera Denise Zimmermann, dodicesima nella classifica generale, seguita dalla padovana Lisa Borzani, ventesima in classifica generale. Ancora una italiana a caccia della terza posizione, Marina Plavan. Certo, tutto ancora può cambiare e i pronostici, in una gara come questa, hanno poco valore. Anche perché di nuovo il tempo può mettere i bastoni fra le ruote. Le previsioni danno per la giornata di oggi pioggia e neve a quote sopra i 2800 metri. Fortunatamente solo il Colle del Malatrà supera questa altezza, con i suoi 2936 metri. Gli uomini della sicurezza sono già a presidiarlo per mettere eventualmente in sicurezza il tratto finale del colle, pochi metri ma impegnativi se c’è neve. Le temperature in alto sono però al momento elevate e i metereologi potrebbero anche cancellare la voce "neve" dal loro bollettino del giorno. Ma anche qui, per saperlo con certezza, bisognerebbe avere davvero la testa fra le nuvole. Nelle retrovie nessun problema di rilievo se non una giustificata e prevedibile, questa sì, stanchezza. Abbiamo però visto anche atleti splendidamente in forma, segno di una accurata preparazione per una gara simile che richiede fisico ma anche responsabilità e consapevolezza.
I soccorsi anche ieri hanno avuto poco da fare. Due soli i recuperi sui sentieri, per ginocchia bloccate o eccessivo affaticamento. Tutti visitati e tutti dimessi, compreso il runner portoghese che due giorni fa aveva manifestato sintomi di ipotermia. Si prosegue, dunque, sempre con gli occhi al cielo. E’ clima mutevole il Leitmotiv s fa per dire, di questa edizione.
Ci sono, naturalmente, anche le donne in lizza; conduce sempre la svizzera Denise Zimmermann, dodicesima nella classifica generale, seguita dalla padovana Lisa Borzani, ventesima in classifica generale. Ancora una italiana a caccia della terza posizione, Marina Plavan. Certo, tutto ancora può cambiare e i pronostici, in una gara come questa, hanno poco valore. Anche perché di nuovo il tempo può mettere i bastoni fra le ruote. Le previsioni danno per la giornata di oggi pioggia e neve a quote sopra i 2800 metri. Fortunatamente solo il Colle del Malatrà supera questa altezza, con i suoi 2936 metri. Gli uomini della sicurezza sono già a presidiarlo per mettere eventualmente in sicurezza il tratto finale del colle, pochi metri ma impegnativi se c’è neve. Le temperature in alto sono però al momento elevate e i metereologi potrebbero anche cancellare la voce "neve" dal loro bollettino del giorno. Ma anche qui, per saperlo con certezza, bisognerebbe avere davvero la testa fra le nuvole. Nelle retrovie nessun problema di rilievo se non una giustificata e prevedibile, questa sì, stanchezza. Abbiamo però visto anche atleti splendidamente in forma, segno di una accurata preparazione per una gara simile che richiede fisico ma anche responsabilità e consapevolezza.
I soccorsi anche ieri hanno avuto poco da fare. Due soli i recuperi sui sentieri, per ginocchia bloccate o eccessivo affaticamento. Tutti visitati e tutti dimessi, compreso il runner portoghese che due giorni fa aveva manifestato sintomi di ipotermia. Si prosegue, dunque, sempre con gli occhi al cielo. E’ clima mutevole il Leitmotiv s fa per dire, di questa edizione.
Note:
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Grivel | |
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