Rock Master 2005 Special
Angela Eiter e Ramon Julien Puigblanque hanno vinto il 19° Rock Master. Emozioni e risultati del Rock Master che festeggiava la ventesima grande gara di arrampicata ad Arco.
E' stato un Rock Master proprio speciale. Difficile togliersi dalla testa questa sensazione. Ho aspettato che si dissolvessero i colori e le emozioni della ventesima edizione di una grande gara di arrampicata ad Arco, dopo quella prima volta dello Sport Roccia '86 in combinata con Bardonecchia. Ho aspettato che svanissero i fumi dei festeggiamenti (o bagordi?) notturni al bar da Pio. Ho cercato, insomma, prima di tirare le somme, di smaltire le tossine delle tre intese giornate passate tra serate, pellegrinaggi a Massone e gare al Climbing Stadium. A dirla tutta c'ho messo un po' a riavermi, però l'impressione è sempre la stessa: è stato proprio speciale. Per la verità ho anche il dubbio di non essere del tutto imparziale. Sono mesi che scrivo (per il libro, per l'ufficio stampa ) di Rock Master: ci sarà mica un conflitto di interessi? Poi mi sono deciso, anche perché mi sembra pretenzioso pensare ad un conflitto di interessi, e comunque pare che qui in Italia non conti poi molto. E, poi, per un Rock Master come questo vale proprio la pena spendersi un po'. E' stato speciale, dicevo. Anche se dire il perché, trovare le ragioni vere, non è così facile. Va da sé, per esempio, che lo è stato per lo spettacolo offerto da Angela Eiter e Ramon Julian Puigblanque, veri trionfatori del 19° Rock Master. La stella austriaca è stata davvero perfetta: top sulla via a vista, con un po' di brivido sul traverso carognoso di metà strada, seguito poi dal top (regale) sulla via lavorata. Era già scritto che Angela vincesse il suo terzo Rock Master consecutivo - fin qui, oltre al Campionato del mondo, ha vinto ogni volta che è scesa in campo - ma è certo che l'ovazione del pubblico, dopo il top della vittoria, resterà nella storia del Master. E' stata una vera incoronazione quella tributata ad Angela. Un'esplosione, emozionante e coinvolgente, quanto la grande corsa di Ramon Julien sulla via lavorata. Alla sua quarta partecipazione ad Arco, il campione europeo, è salito sulla via lavorata con un ritmo così travolgente che il pubblico s'è messo addirittura a ritmarne la salita battendo le mani. Una cosa mai vista e sentita. Come, del resto, non si erano mai visti tanti campioni tutti assieme ad un Rock Master. C'erano molti di quelli che l'hanno reso un mito come Lynn Hill e Stefan Glowacz, Patrick Edlinger e Luisa Iovane, e ancora François Legrand, JB Tribout, Liv Sansoz, Laurence Guyon, Aña Ibanez, Cristian Brenna, Alberto Gnerro, Stefano Alippi, Luca Giupponi. E c'erano anche molti di quelli che all'arrampicata sportiva tout-court hanno dedicato tutta la loro passione come Heinz Mariacher (incredibile!), Marco Ballerini, Heinz Zak, Marzio Nardi, Rolando Larcher, Rosanna Manfrini, e l'elenco potrebbe continuare. Anche questo ha avuto il suo peso per rendere l'evento del tutto unico. Come ha detto la mia amica Nicoletta Costi, vederli, mischiati ai tanti climbers, salire in fila tra gli ulivi di Massone (o del Getsemani?) e poi arrampicare tutti assieme (sotto un sole torrido) per aspettare l'inizio della gara è stato anche questo speciale e anche bello. Uno dei molti ricordi e quadretti da non dimenticare. Come il duetto tra Edlinger e Glowacz alla serata di venerdì, con Stefan che, rispondendo a Leonardo Bizzarro sul famoso ex aequo del Rock Master '88, dice convinto che quella volta è stato Patrick il vincitore, e Le blonde di rimando: Ma sì, che t'importa, l'importante è che siamo qui . Oppure come Lynn Hill e Angela Eiter che cercano di capire chi è la più piccola (o la più grande?), mentre posano per una foto che unisce l'assoluta protagonista dei primi sei Master di Arco all'attuale dominatrice della competizione. Ce ne sarebbero altre da raccontare, ma per non buttarla troppo su emozioni stile libro Cuore, è meglio ritornare alle emozioni forti, quelle della gara giocata. Ad esempio quelle che ci ha regalato una superba Sandrine Levet, l'unica a contrastare la dittatura della Eiter arrivando a poche prese dal top sia nella prova a vista sia nella lavorata. Sandrine c'è riuscita spendendo, come sempre, tutto quello che aveva in corpo. Non si sa dove trovi la forza per farlo, addirittura nella prova lavorata è sembrata andare fin troppo oltre, spendendo anche energie che non aveva. Davvero superlativa la Levet, è un secondo posto tutto meritato il suo. Com'è stata bravissima Maya Vidmar che, partendo dall'ottava posizione dopo la prova a vista, ha conquistato il quarto posto con un'incredibile rimonta sulla via lavorata. Tanto incredibile che per poco non soffiava la terza piazza alla più regolare Olha Shalagina, la neo campionessa del mondo di boulder che s'è messa in gioco anche nella difficoltà. Emozioni anche per Jenny Lavarda che questa volta aveva dato l'impressione di poter aspirare al podio, il suo 5° posto non è certo da buttare ma sicuramente una gestione di gara più attenta le avrebbe consentito qualcosa di più. Ma tant'è, il Rock Master è anche questo: difficile controllare le emozioni, lo sa bene la giovanissima Katharina Saurwein che s'è vista precipitare dal terzo posto provvisorio al 7° finale dopo la sua deludente seconda manche. E lo sa bene Marietta Uhden che con questa gara ha dato l'addio alle competizioni internazionali con una prova lavorata da vera guerriera, peraltro molto apprezzata dal pubblico. Alla fine la tedesca è sesta, mentre chiudono la classifica Alexandra Eyer e Martina Cufar, entrambe un po' sotto tono. Bellissima gara quella femminile. Oserei dire perfetta nel suo svolgimento che ha visto, mano a mano che le atlete entravano in campo, continui superamenti del limite massimo raggiunto, fino al gran finale della Levet che arriva ad un passo dalla catena e, subito dopo, della Eiter che afferra il top e la gloria. Spettacolare! Certo non è mancato lo spettacolo nemmeno in gara maschile dove dopo la prima giornata c'erano ben sei atleti con speranze di vittoria, un fatto più unico che raro al Rock Master. Detto della prestazione del furetto spagnolo Puigblanque che domenica ha rimontato due posizioni sul podio, va detto anche della straordinaria performance di mister Evgueni Ovtchinnikov nella prova a vista di sabato che gli ha fruttato il comando della classifica provvisoria e poi il 2° posto finale. E va detto del solito, incorreggibile, fortissimo Tomasz Mrazek, autentico cyborg delle competizioni, che senza arrivare agli eccessi di sbadataggine di altre edizioni ha dato l'impressione, ancora una volta, di essere rimasto al di sotto delle sue possibilità. Sia sabato che domenica, infatti, il due volte campione del mondo ceco è sembrato camminare fino a pochi passi dalla catena per poi perdersi banalmente. Ma lui è fatto così... una cosa è certa: quanta ne ha lui, di forza, pochi ne hanno. Uno di questi è sicuramente l'attuale leader della World Cup 2005, Flavio Crespi, che questa volta si è fermato davvero a poco dal podio, se non dalla prima storica vittoria di un italiano al Rock Master. Il quarto posto di Flavio, che ha rimontato una posizione in classifica tra sabato e domenica, è sicuramente un bel risultato, anche se in coabitazione con Jorg Verhoeven (bello il primo Master del giovane olandese). Ma certo, vedendo con che facilità saliva il varesino, tutti abbiamo creduto nel colpo grosso. Vorrà dire - e incrocio le dita! - che ci consoleremo con la Coppa del mondo... A proposito, uno che si è consolato subito, anche se ha mancato la sua possibile quarta vittoria consecutiva ad Arco, è stato Alexandre Chabot che domenica non sembrava affatto scosso del 6° posto finale e delle due posizioni perse rispetto a sabato. Ma, si sa, Chabot non è più l'asso pigliatutto, o meglio non è più solo al vertice e poi, come ci ha detto, veniva da un intenso training con il canyonig... Non proprio felice, invece, deve essere stato Patxi Usobiaga (uno dei favoriti) che si è giocato tutto nella prima prova finendo 8°, dietro a Maxim Petrenko (7°) e davanti a un Luca Zardini (9°) come sempre emozionantissimo ad Arco. Seguono al 10° un Christian Bindhammer non in gran spolvero e Sylvain Millet all'11° posto. Mentre le due giovani matricole Fabrizio Droetto e Timo Preußler chiudono le fila al 12° e 13°. Una grande esperienza per loro a giudicare dalla faccia super felice di Fabrizio mentre s'aggirava per il Climbing Stadium. E' bello anche così perché penso che ormai sia chiaro questa è stata una grande edizione anche dal punto di vista agonistico e della bellezza delle vie disegnate da Leonardo Di Marino e Donato Lella. Forse il più bello e spettacolare Rock Master degli ultimi anni. Domandare agli atleti ma soprattutto al pubblico per credere! Poche volte s'è percepito un feeling così intenso come quello di quest'anno. E non solo nel Rock Master classico. Anche il Parallelo di difficoltà, vinto dal solito polacco volante Tomasz Oleksy, sul venezuelano Manuel Escobar, la novità dell'arrampicata speed, è stato coinvolgente. Come sono stati intensi i due appuntamenti del Sint Roc Boulder Contest. Entrambi decisi sul filo di lana. Con Melanie Son che, danzando, batte sul filo di lana dell'ultimo blocco la campionessa Olga Bibik. Mentre un ispirato Kilian Fischhuber fa suo l'oro battendo Loic Gaidioz, con un'entusiasmante salita del 4° boulder al primo tentativo. Bello il feeling creatosi tra atleti e spettatori: in molti se lo ricorderanno, come in molti si ricorderanno la magia del finlandese Faille Hukkataival sull'incredibile placca inventata dal solito folletto Jacky Godoffe. Parlando di magie mi verrebbe di aggiungere che questo è stato un Rock Master magico. Ma ve lo risparmio, anche perché potreste davvero pensare ad un'azione da giornalista embedded. Quel che è sicuro, però, è che c'è stata passione. Sarà mica perché c'erano anche tutti quei vecchiacci dell'arrampicata in giro? Alla prossima! Vinicio Stefanello Trofeo RockMaster - maschile 1. PUIGBLANQUE Ramon Juli·n ESP 2. OVTCHINNIKOV Evgueni RUS 3. MRAZEK Tomas CZE 4. CRESPI Flavio ITA 4. VERHOEVEN Jorg NED 6. CHABOT Alexandre FRA 7. PETRENKO Maxim UKR 8. USOBIAGA Patxi ESP 9. ZARDINI Luca ITA 10. BINDHAMMER Christian GER 11. MILLET Sylvain FRA 12. DROETTO Fabrizio ITA 13. PREUßLER Timo GER Trofeo RockMaster - femminile 1. EITER Angela AUT 2. LEVET Sandrine FRA 3. SHALAGINA Olha UKR 4. VIDMAR Maja SLO 5. LAVARDA Jenny ITA 6. UHDEN Marietta GER 7. SAURWEIN Katharina AUT 8. EYER Alexandra SUI 9. CUFAR Martina SLO The duel femminile - Trofeo Ennio Lattisi 1.EITER Angela AUT 2.SHALAGINA Olha UKR 3.VIDMAR Maja SLO 4. LEVET Sandrine FRA The duel maschile - Trofeo Ennio Lattisi 1. CHABOT Alexandre FRA 1. VERHOEVEN Jorg NED 3. USOBIAGA Patxi ESP 4. PETRENKO Maxim UKR 5. CRESPI Flavio ITA 5. MRAZEK Tomas CZE 5. OVTCHINNIKOV Evgueni RUS 5. PUIGBLANQUE Ramon Julian ESP Il Trofeo Roberto Bassi destinato all'italiano che per due anni consecutivi si è classificato primo tra gli azzurri è stato assegnato a Flavio Crespi Altre info, classifiche, foto su rockmaster.com
Nelle foto: Rock Master 2005 (ph Giulio Malfer) | |||||||||
Ultime news
Vedi tutte le ultime news
Expo / News
Expo / Prodotti
Nuovissimi sci SCOTT, leggeri per lo scialpinismo e modellati per il freeride.
Ispirato al mondo della montagna, studiato in ogni dettaglio per fornire il massimo comfort in viaggio e nel tempo libero
Imbracatura estremamente leggera per scialpinismo, alpinismo e tour su ghiacciaio.
Il guscio definitivo per ogni uscita invernale.
Zaino da freeride e skitouring, equipaggiato con 2 device di sicurezza in caso di valanga: Sistema Airbag Alpride E2 e Riflettore RECCO
Moschettone con ghiera a vite, ultracompatto e ultraleggero con forma a pera