Rock Master 2003, risultati e foto
28/09 Ad Arco di Trento, Angela Eiter e Alexandre Chabot vincono il Rock Master 2003. A Mauro Calibani e Olga Bibik il Sint roc boulder contest
Rock Master pieno e frastornante, dove il "di tutto, di più" assume significati al di là dello spot pubblicitario. Da venerdì a domenica sera: un pieno "zeppo" (tra surrogato e full immersion) di tutto ciò che fa arrampicata agonistica (e non) e di quel pazzo, particolare, impossibile microcosmo che dell'oltre la verticale ha fatto una passione. Dalla difficoltà (specialità antica e nobile dello sport arrampicata) al Boulder, alla Velocità nulla manca ed è mancato. Così il grande prato all'ombra dei Colodri, culla e storia dell'arrampicata con il pettorale, come ogni anno è stato lo specchio di quel che siamo (e che eravamo) e di quello che forse saremo. E fra dejavù (e moderate novità) la solita girandola di incontri, scontri, discussioni, tra un "era meglio una volta" e la subitanea eccitazioni e sorpresa per un qualche nuovo miracolo di forza e maestria dei protagonisti, si è consumato come sempre. Incontri, appunto. E sorprese. Come gli occhi increduli di Angela Eiter, diciassettenne austriaca che sbaraglia il campo senza discussioni. Il Rock master (quello vero, quello antico della difficoltà) è suo: catena sulla via a vista, catena sulla lavorata e poi 2 top nel duello del Trofeo Lattisi. Regale nell'arrampicata, nella determinazione e nel risultato. Nessun'altra è arrivata a toccare i top agguantati dalla piccola austriaca, nessun´altra ha impressionato come lei, nessuno alla vigilia sperava di fare meglio. "Non ho neanche mai sognato di vincere il Rock Master" è l'unica cosa che riesce a dire Angela. Ma non occorre che aggiunga altro: i suoi grandi occhi trasognati parlano da soli. Come è sincero il sorriso di Muriel Sarkany, dominatrice di questi anni tra Rock Master e Coppa del Mondo, in quest'occasione battuta (ogni volta ad un passo dal top) dall'incontenibile Eiter. Va bene così, dice Muriel. D'altra parte la pressione per lei è sempre stata grandissima, ha sempre navigato in testa e chissà che, l´appena nata stella austriaca, non si riveli uno stimolo per riprendere la battaglia con ancora più verve. Chissà se anche la campionessa belga per un attimo è riandata alle lotte all´ultima presa con la sua mitica rivale Liv Sansoz... Che belle gare quelle, indimenticabili e indimenticate. Ad Arco se ne è assaporato il ritorno, e se va così sarà proprio bello. Senza contare che tra le due c'è sempre la bionda Sandrine Levet che ancora una volta con il terzo posto ha messo sul piatto la sua incredibile capacità di passare da campionessa indiscussa del Boulder a temibilissima avversaria della difficoltà. Insomma avrete capito che probabilmente (ancora una volta dal Rock Master) è nata una nuova stella dell´arrampicata femminile, si chiama: Angela Eiter. Un re, invece, si sapeva già che c'era. Tutti lo conoscono, è Alexandre Chabot, alfiere di Francia che alla seconda partecipazione ad Arco non si è lasciato scappare il bis. Ad Alex è bastata un´immensa prova a vista per mettere il suo (troppo pesante?) sigillo. Con il suo stile da immenso stritolatore di prese - sì, perché la vera forza del francese sembra proprio tutta racchiusa nelle dita - il "climber computerizzato" si è fermato ad un soffio dalla catena di una on sight durissima, lasciando più sotto (quasi 5 metri) Tomàs Mrazek e Ramòn Juliàn Puigblanque e ancora più giù (molto più giù) Patxi Usobiaga e Christian Bindhammer. Un cratere, profondo come un abisso, che le roi, poi, nella prova lavorata di domenica, ha amministrato con saggezza: doveva solo stare attento a non distrarsi, a non commettere errori, e l´ha fatto fino alla vittoria che per lui era sentire l'odore del top della via lavorata. Così il palcoscenico è stato tutto per gli altri mutanti dell´arrampicata. Per la splendida interpretazione di Mrazek che scova un riposo da "uomo-bicuneo", incastrandosi nel mammellone sotto il tetto, per volare poi al top con lo stile da perfetta macchina mutante che l'ha laureato campione del mondo. Mrazek protagonista dunque, come uno straordinario Puigblanque, alias Ramonette. Un vero piccolo Speedy Gonzales (tra l'altro è spagnolo) che della velocità e della leggerezza fa virtù, e che raggiunge la seconda, ed ultima catena della prova lavorata e di tutta la gara maschile. I due, Mrazek e Puigblanque, terminano come fotocopie con la stessa altezza nella somma tra via lavorata e "a vista"... Per spareggiarli c'è voluto il (vituperato) duello del Trofeo Lattisi - la lunghissima appendice finale della manifestazione riservata ai primi 4 della classifica della Difficoltà. Mrazek (in un bel testa a testa denso di emozioni) è primo nella corsa parallela su Patxi Usobiaga, altro fortissimo spagnolo (4° nel Rock Master). Così, vincendo il duello, Tomazs è secondo nel Rock Master difficoltà, mentre Ramonette deve accontentarsi del 3° posto nel Rock Master e del 3° posto nel duello battendo un appagato (e confusionario) Chabot, che alla fine resta a secco di top anche nel parallelo di "velocità-difficoltà". E il pubblico? L'esigente pubblico del Rock Master, negli andirivieni dalle mille falesie di Arco (ma non si può farlo in orario dopo falesia sto' Rock Master?) ha gradito lo spettacolo, tra ovazioni, attimi di stupore, sentita partecipazione e contestazione. Come quella in favore di Christian Brenna autore di una buona prova, davvero generosa: migliore degli italiani in gara con l´8° posto davanti a Flavio Crespi 9° e Alberto Gnerro 10°. Recitava uno striscione (ce ne era più di uno però): "Christian Brenna squalificato l'Italia che arrampica si mortifica". Un chiaro riferimento per la FASI (Federazione Arrampicata Sportiva Italiana) che, a tre mesi dallo "schiaffo di Lecco", ancora non ha deciso sul "fattaccio" lasciando nel limbo (leggi senza mondiali e Coppa del Mondo) l'atleta azzurro più rappresentativo. La si può pensare come si vuole, ma il "svegliatevi" dei "contestatori" è chiaro e forte - ed è benvenuta, finalmente, anche questa partecipazione. A proposito di partecipazione brilla quella di Jenny Lavarda, come brilla il sorriso della nostra atleta più forte soddisfatta sì del suo 5° posto dietro la svizzera Eyer Alexandra, ma ancor più della sua prova sulla via lavorata: è andata davvero bene, davvero in alto. Sembra già lungo quello che è si detto, ma il Rock Master è di tutto e di più. Ed è anche Boulder... speciale. Nella notte di sabato con la particolare formula (eliminazione diretta ad ogni blocco dell´atleta con il peggiore risulto) sono state di scena le donne con Olga Bibik splendida e indomabile trionfatrice (4 blocchi chiusi) davanti alla giovane "novità" francese il fuscello che resiste a qualsiasi prova Alyzée Dufraisse, seconda dopo un'estenuante e "lunghetta" superfinale. Ma senza perderci nel "ginepraio" degli esperimenti del regolamento vale la pena ricordare lo spettacolo, che c'è stato, soprattutto sulla enigmatica placca appoggiata con una grande Giulia Giammarco (3° posto alla fine) unica al top al primo tentativo. Ed è valsa la pena esserci stati per la grande interpretazione e intensità messe sul campo da tutte. Intensità e voli, e placche, e passaggi impossibili (il 4° boulder per esempio) non sono mancati, sotto l'impietoso sole del pomeriggio di domenica, nemmeno nel Bouldering Contest maschile. Con un fortissimo Mauro "Calibba" Calibani (dal ginocchio tenuto assieme con i cerotti) che vince per la seconda volta la manifestazione, questa volta con una magistrale interpretazione (guarda caso) della splendida placca appoggiata. Ma c'è da dire anche del secondo posto di un grande Serik Kazbekov, il cosacco che non molla mai e di un Daniel Dulac (3°) sempre più immagine di perfetta tecnica e simpatia. Ma anche di Salavat Rakhmetov, l'uomo senza peso che partito alla grande (unico top sul primo boulder) ha chiuso, imperturbabile, al 4° posto. Ci sarebbe ancora da dire della velocità. Specialità difficile e poco seguita qui in Italia. Ha vinto il russo Alerei Gadeev davanti a Alexander Chaoulsky (2°) e a Tomasz Olesky terzo, che - ed è il fatto più importante della gara - ha superato il muro del suono con lo straordinario record della "pista" di 10´´e 85. Senza contare che il giorno dopo era sulla pedana del boulder a dannarsi l´anima sui blocchi. Grande atleta e grande passione. Quasi grande quasi come quella dei tracciatori, quelli che di gara in gara inventano le vie. Per una volta dedichiamo il finale di questo "confuso" report a loro, se lo meritano. Leonardo Di Marino e Donato Lella nella di difficoltà hanno creato dei piccoli gioielli: intense e calibrate le vie dei maschi, bellissime (specialmente la "lavorata") quelle femminili, giuste quelle del duello. Spettacolari. Come quelle che il folletto rosso del boulder, Jackie Godoffe ha regalato nel boulder. Un bel lavoro, di fantasia e vera creazione. Ecco, dopo tanta concentrata arrampica, questo è l'augurio per il Rock Master a venire: tanta fantasia e creatività! di Vinicio Stefanello Trofeo RockMaster - femminile 1) Angela Eiter (Austria) 2) Muriel Sarkany (Belgio) 3) Sandrine Levet (Francia) 4) Alexandra Eyer (Svizzera) 5) Jenny Lavarda (Italia) 6) Maja Vidmar (Slovenia) 7) Martina Cufar (Slovenia) 8) Bettina Schoepf (Austria) 9) Damaris Knorr (Germania) Trofeo RockMaster - maschile 1) Alexandre Chabot (Francia) 2) Tomàs Mràzek (Repubblica Ceca) 3) Ramòn Juliàn Puigblanque (Spagna) 4) Patxi Usobiaga (Spagna) 5) Cédric Lachat (Svizzera) 6) Christian Bindhammer (Germania) 7) Evgenj Ovtchinnikov (Russia) 8) Cristian Brenna (Italia) 9) Flavio Crespi (Italia) 10) Alberto Gnerro (Italia) 11) Evgeni Krivocheicev (Ucraina) 12) François Legrand (Francia) Sint roc boulder contest femminile 1) Olga Bibik (Russia) 2) Alizée Dufraisse (Francia) 3) Giulia Giammarco (Italia) 4) Natalia Perlova (Ucraina) 5) Iulia Abramtchuk (Russia) 6) Vera Kotasova (Repubblica Ceca) Sint roc boulder contest - maschile 1) Mauro Calibani (Italia) 2) Serik Kazbekov (Ucraina) 3) Daniel Dulac (Francia) 4) Salavat Rakhmetov 5) Kilian Fischhuber 6) Tomasz Oleksy (Polonia) 7) Wouter Jongeneelen (Olanda) 7) Wouter Jongeneelen (Olanda) 8) Stefano Ghidini (Italia) "The duel - femminile - Trofeo Ennio Lattisi 1) Angela Eiter (Austria) 2) Muriel Sarkany (Belgio) 3) Alexandra Eyer (Svizzera) 4) Sandrine Levet (Francia) The duel maschile - Trofeo Ennio Lattisi 1) Tomàs Mràzek (RepubblicaCeca) 2) Patxi Usobiaga (Spagna) 3) Ramòn Juliàn Puigblanque (Spagna) 4) Alexandre Chabot (Francia) |
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