PilaSkyRace, la gara e i risultati
Dal 18 al 20/12 gli spagnoli Kilian Jornet Burgada e Mireia Miro Varela hanno vinto la prima tappa della Coppa del mondo di scialpinismo disputata a Pila (Ao). Il report della gara e il commento di “Losca”.
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La partenza...
Pietro Celesia
L’emozione. Si è concluso a Pila, in Val d’Aosta, il primo atto di questo gelido esordio di stagione per lo scialpinismo da gara. Siamo sicuri di non sbagliare se ci lanciamo, con un pizzico di retorica, in una descrizione a suo modo epica di quel che abbiamo visto sabato notte. Qualcosa di più e di diverso rispetto alla cronaca della gara. Alle 18, quando è stato dato il via a 200 scialpinisti fra iscritti alla Coppa del mondo e iscritti alla gara Fisi, le temperature sulla linea di partenza erano di poco superiori ai -20 °C. Molti si sono presentati con il piumino, altri con giacche anitivento sopra le tutine aderenti che, in questa situazione, sembravano ridicole e inadeguate. “Vedrai che adesso quando partiamo, col movimento ci scaldiamo” mi diceva qualcuno che si trovava di fianco a me, un minuto prima del via. Non avrei potuto riconoscerlo nemmeno fosse stato un amico, mascherato com’era dietro la bandana che saliva dal collo a coprigli la bocca e il naso, lasciando giusto una piccola fessura per gli occhi. Poi, quando l’individuale notturna a tecnica classica è partita, le luci delle frontali si sono snodate sul percorso, in silenzio, nel buio, mentre dai caschi si levavano piccole nuvole di vapore che pian piano trasformavano i volti in maschere di ghiaccio. In cima le temperature erano a – 24, così quando, fra una salita e l’altra, si scendeva di 500-600 metri di dislivello e si tornava vicino alla soglia dei -20, sembrava di avvertire un tepore. Ma si sa tutto è relativo...
Non stupisce che in queste condizioni molti si siano ritirati, che qualcuno abbia avuto dei principi di congelamento. Quel che stupisce è qualcos’altro: stupisce pensare che, sempre e di nuovo, la passione di questo movimento cresce, inarrestabile. Niente la ferma. Uomini, donne, ragazzi e ragazze che hanno già imparato a soffrire nei lunghi allenamenti che precedono l’inizio della stagione, in queste circostanze dimostrano che ci sono. Che sono presenti a loro stessi, prima ancora che iscritti a una gara. Centrati. Capaci di mettere la loro passione, la voglia di sport e di sana competizione, al centro del mirino e di andare avanti, nella direzione di un obiettivo.
Se da un lato dunque qualche concorrente stenta a trovare la motivazione in queste gare di Coppa (che non possono competere con il carisma di un Mezzalama o di una Pierra Menta), dall’altro non si può non riconoscere il merito ai tanti che, invece, di determinazione ne hanno infinita.
Le gare. Poi, naturalmente, c’è la cronaca di una gara. La notturna, come detto, era “Individuale a tecnica classica”, valida per la Coppa del Mondo. E quello degli spagnoli è stato un trionfo: hanno conquistato il gradino più alto del podio sia fra gli uomini che fra le donne, con Kilian Jornet Burgada e Mireia Miro Varela, accomunati non solo dalla vittoria ma anche da una reciproca simpatia che, evidentemente, si traduce in una preparazione simbiotica. Gerarchie sovvertite insomma, dopo che la prova “Sprint” del venerdì sera (valida per la formazione della griglia di partenza), aveva assegnato la pole position al valdostano Denis Trento, relegando Kilian a una sesta piazza e Manfred Reichegger (detentore della Coppa 2008-2009) alla settima. Sul traguardo della notturna il primo a tagliare era, appunto, lo spagnolo, seguito dall’elvetico Florent Troillet e dall’azzurro Manfred Reichegger. Anche fra le donne la griglia di partenza stabilita dalla “Sprint” è stata ribaltata nella gara lunga del sabato sera, se è vero che a dispetto della pole position ottenuta dalla francese Laetitia Roux contro il terzo posto della spagnola, il risultato finale ha visto le posizioni di queste due atlete esattamente invertite. Il sipario è calato domenica con la prova promozionale “Pursuit”, cioè una gara a inseguimento nella quale i concorrenti arrivati nella prima mezz’ora nella notturna, partivano in base ai distacchi: dunque Burgada è partito per primo, poi Troillet, Reichegger e via via tutti gli altri. Il risultato finale assommava i tempi della gara di venerdì a quelli della pursuit stessa. Quel che ha stupito in positivo è stata la capacità degli organizzatori di mantener fede al programma che prevedeva lo svolgimento della prova fuori pista ciò che, nonostante lo scarso innevamento dei pendii, in effetti è avvenuto, andando a cercare i punti con i maggiori accumuli. Anche la lunga cresta in cima alla seconda salita ha offerto agli atleti un passaggio tecnico molto apprezzato.
Indubbiamente il freddo non ha messo alla prova solo gli animi e i corpi dei concorrenti, ma anche i materiali, le pelli di foca in particolare, che non aderivano come dovrebbero. E questo è stato sicuramente un fattore condizionante per molti: chi ha perso posizioni, chi è stato costretto al ritiro, chi si fermava per scaldarle con il calore del corpo per poi riprendere ad avanzare, con smorfie e fatiche che potevano ricordare, facendo le debite proporzioni, quelle narrate da Rigoni Stern ne “Il sergente nella neve”.
Ma perché i regolamenti federali non tengono conto del fattore freddo? Non varrebbe la pena stabilire una soglia di temperatura al di sotto della quale sospendere le gare o modificare i percorsi, così da stare a quote più basse e temperature meno rigide? Non c’è niente da inventare: è sufficiente prendere spunto dai regolamenti dello sci di fondo o di alcuni circuiti di gare notturne... In questo caso è stato sufficiente il buon senso del Direttore di gara Stefano Mottini che, tutto considerato, ha deciso di escludere il passaggio sulla cresta e di tagliare più in basso.
I commenti, fra segnali positivi per il futuro e qualche neo
A fronte di un’ottima organizzazione il cui merito va in particolare allo Sci Club Drink e al comprensorio degli impianti di Pila che hanno dimostrato di credere non solo nello sci alpino ma anche nello scialpinismo, ci sono alcune considerazioni interessanti da fare: la prima è che la formula della “Sprint”, pur con qualche modifica che andrà apportata, sembra funzionare, anche a livello televisivo (stasera su Rai Sport+, alle 19, un resoconto dell’intera manifestazione). “Credo che sia una novità interessante per creare qualcosa di nuovo – dice l’atleta Manfred Reichegger – anche se è così breve che la differenza la fanno solo i cambi di assetto: togliere le pelli, rimettere gli sci, e via. La componente fisica in così pochi metri è praticamente nulla. E poi non sarebbe male fare queste prove nei centri abitati, con la neve sparata, così da avere anche il pubblico, che era uno degli obbiettivi di questa formula che permette di avere tutto sotto agli occhi”. Marco Camandona, alpinista e organizzatore di una delle più amate gare del settore, il Tour du Rutor (che, in quanto classica gara biennale, quest’anno non si terrà), è d’accordo e propone di alzare il dislivello: “Invece di 70 metri di potrebbe arrivare quasi a 100, così da rendere minimamente significativa anche la componente fisica, e non solo il coordinamento e la velocità dei cambi di assetto”. Andrea Bazzani, ingegnere che si occupa ti tecnologie dei materiali da skialp, ritiene che l’idea sia interessante, “anche se quando si prendono formule da altri sport è importante poi apportare le modifiche che tengono conto delle specificità dello scialpinismo”.
Partecipazione
Rispetto alla notturna a coppie (gara unica) che si teneva gli anni scorsi nel comprensorio di Pila, il numero dei partecipanti non è cresciuto, complice una formula a pacchetto che non permetteva di scegliere a menù fra gare e pernottamenti. Se questa formula funziona in gare come la Pierra Menta o il Tour du Rutor perché la percezione del concorrente è quella di andare a fare una sola gara a tappe, qui i tre giorni non sono stati intesi come un’unica manifestazione. Anche il pubblico è mancato, specie sui percorsi, complice indubbiamente il freddo. “Ma anche se ci fossero stati dieci gradi in più – dice l’organizzatore della Pilaskyrace Christian Fiou – non sarebbe cambiato molto: è una questione culturale. In ogni caso siamo contenti perché le cose sono andate bene. Sicuramente dovremo sederci per analizzare il tutto e correggere il tiro su alcuni fronti”. “Forse – sottolinea Marco Camandona – è proprio vero che sport come lo scialpinismo, in Italia, passano ancora nell’indifferenza nelle grandi città, mentre nei piccoli centri di valle sono vissuti come qualcosa di vicino e importante”.
Losca
PILASKYRACE “SPRINT” – VENERDÌ 18 DICEMBRE 2009
Classifica Maschile: 1) TRENTO Denis (ITA) 2’49’’05; 2) RIZ Martin (ITA) 2’49’’59; 3) PELLICIER Alexandre (FRA) 2’54’’76; 4) BRUNOD Dennis (ITA) 2’55’’45; 5) BON MARDION William (FRA) 3’03’’40; 6) JORNET BURGADA Kilian (SPA) 3’06’’61; 7) REICHEGGER Manfred (ITA); 8) BONNET Nicolas (FRA); 9) ECOEUR Yannick (SUI); 10) EYDALLIN Matteo (ITA)
Classifica Femminile: 1) ROUX Letitia (FRA) 3’34’’67; 2) DUSAUTOIR Sophie (AND) 3’48’’82; 3) VIRO MARELA Mireia (SPA) 3’50’’29; 4) MARTINELLI Francesca (ITA) 3’51’’71; 5) ESSL Michaela (AUT) 3’54’’31; 6) PEDRANZINI Roberta (ITA) 4’09’’76; 7) VALMASSOI Martina (ITA); 8) PRUGGER Lydia (AUT); 9) CLOS Corinne (ITA); 10) MERRIL Monique (USA).
PILASKYRACE “INDIVIDUALE NOTTURNA A TECNICA CLASSICA” – SABATO 19 DICEMBRE 2009
Classifica Maschile: 1) JORNET Burgada Kilian (ESP) 1.19.26; 2) TROILLET Florent (SUI) 1.20.02; 3) REICHEGGER Manfred (ITA) 1.21.57; 4) LANFRANCHI Pietro (ITA) 1.22.46; 5) SBALBI Tony (FRA) 1.23.03; 6) RIZ Martin (ITA) 1.23.09; 7) ECOEUR Yannick (SUI) 1.23.27; 8) BRUNOD Dennis (ITA) 1.23.46; 9) HOLZKNECHT Lorenzo (ITA) 1.23.49; 10) BON MARDION William (FRA) 1.23.59
Classifica Femminile: 1) MIRO Varela Mireia (ESP) 1.34.03; 2) PEDRANZINI Roberta (ITA) 1.37.23; 3) ROUX Laetitia 1.41.37; 4) MARTINELLI Francesca (ITA) 1.43.23; 5) DUSATOIR Sophie (AND) 1.43.28
PILASKYRACE “PROMOTIONAL PURSUIT” - DOMENICA 20 DICEMBRE 2009
Classifica Maschile: 1) JORNET Burgada Kilian (ESP) 2:28:10; 2) REICHEGGER Manfred (ITA) 2:30:00; 3) BRUNOD Dennis (ITA) 2:37:01; 4) PEDRINI Daniele (ITA) 2:38:14; 5) FOLLADOR Alessandro (ITA) 2:39:51; 6) DEZULIAN Riccardo (ITA) 2:45:09; 7) TAUFER Alessandro (ITA) 2:52:21; 8) VILANA Joan (AND) 2:56:35; 9) STACCHETTI Matteo (ITA) 2:58:38; 10) GIGLIO Matteo (ITA) 3:01:18
Classifica Femminile: 1) MIRO Varela Mireia (ESP) 3:00:19; 2) PEDRANZINI Roberta (ITA) 3:00:20; 3) CLOS Corinne (ITA) 3:15:44; 4) GIANOTTI Raffaella (ITA) 3:39:00; 5) MERRIL Monique (USA) 3:48:01; 6) ROCCA Silvia (ITA) 3:53:31; 7) FERRANDOZ Marina (ITA) 4:02:22; 8) SILIYCH Nina (USA) 4:10:44; 9) BORGESIO Cristina (ITA) 4:42:25
Non stupisce che in queste condizioni molti si siano ritirati, che qualcuno abbia avuto dei principi di congelamento. Quel che stupisce è qualcos’altro: stupisce pensare che, sempre e di nuovo, la passione di questo movimento cresce, inarrestabile. Niente la ferma. Uomini, donne, ragazzi e ragazze che hanno già imparato a soffrire nei lunghi allenamenti che precedono l’inizio della stagione, in queste circostanze dimostrano che ci sono. Che sono presenti a loro stessi, prima ancora che iscritti a una gara. Centrati. Capaci di mettere la loro passione, la voglia di sport e di sana competizione, al centro del mirino e di andare avanti, nella direzione di un obiettivo.
Se da un lato dunque qualche concorrente stenta a trovare la motivazione in queste gare di Coppa (che non possono competere con il carisma di un Mezzalama o di una Pierra Menta), dall’altro non si può non riconoscere il merito ai tanti che, invece, di determinazione ne hanno infinita.
Le gare. Poi, naturalmente, c’è la cronaca di una gara. La notturna, come detto, era “Individuale a tecnica classica”, valida per la Coppa del Mondo. E quello degli spagnoli è stato un trionfo: hanno conquistato il gradino più alto del podio sia fra gli uomini che fra le donne, con Kilian Jornet Burgada e Mireia Miro Varela, accomunati non solo dalla vittoria ma anche da una reciproca simpatia che, evidentemente, si traduce in una preparazione simbiotica. Gerarchie sovvertite insomma, dopo che la prova “Sprint” del venerdì sera (valida per la formazione della griglia di partenza), aveva assegnato la pole position al valdostano Denis Trento, relegando Kilian a una sesta piazza e Manfred Reichegger (detentore della Coppa 2008-2009) alla settima. Sul traguardo della notturna il primo a tagliare era, appunto, lo spagnolo, seguito dall’elvetico Florent Troillet e dall’azzurro Manfred Reichegger. Anche fra le donne la griglia di partenza stabilita dalla “Sprint” è stata ribaltata nella gara lunga del sabato sera, se è vero che a dispetto della pole position ottenuta dalla francese Laetitia Roux contro il terzo posto della spagnola, il risultato finale ha visto le posizioni di queste due atlete esattamente invertite. Il sipario è calato domenica con la prova promozionale “Pursuit”, cioè una gara a inseguimento nella quale i concorrenti arrivati nella prima mezz’ora nella notturna, partivano in base ai distacchi: dunque Burgada è partito per primo, poi Troillet, Reichegger e via via tutti gli altri. Il risultato finale assommava i tempi della gara di venerdì a quelli della pursuit stessa. Quel che ha stupito in positivo è stata la capacità degli organizzatori di mantener fede al programma che prevedeva lo svolgimento della prova fuori pista ciò che, nonostante lo scarso innevamento dei pendii, in effetti è avvenuto, andando a cercare i punti con i maggiori accumuli. Anche la lunga cresta in cima alla seconda salita ha offerto agli atleti un passaggio tecnico molto apprezzato.
Indubbiamente il freddo non ha messo alla prova solo gli animi e i corpi dei concorrenti, ma anche i materiali, le pelli di foca in particolare, che non aderivano come dovrebbero. E questo è stato sicuramente un fattore condizionante per molti: chi ha perso posizioni, chi è stato costretto al ritiro, chi si fermava per scaldarle con il calore del corpo per poi riprendere ad avanzare, con smorfie e fatiche che potevano ricordare, facendo le debite proporzioni, quelle narrate da Rigoni Stern ne “Il sergente nella neve”.
Ma perché i regolamenti federali non tengono conto del fattore freddo? Non varrebbe la pena stabilire una soglia di temperatura al di sotto della quale sospendere le gare o modificare i percorsi, così da stare a quote più basse e temperature meno rigide? Non c’è niente da inventare: è sufficiente prendere spunto dai regolamenti dello sci di fondo o di alcuni circuiti di gare notturne... In questo caso è stato sufficiente il buon senso del Direttore di gara Stefano Mottini che, tutto considerato, ha deciso di escludere il passaggio sulla cresta e di tagliare più in basso.
I commenti, fra segnali positivi per il futuro e qualche neo
A fronte di un’ottima organizzazione il cui merito va in particolare allo Sci Club Drink e al comprensorio degli impianti di Pila che hanno dimostrato di credere non solo nello sci alpino ma anche nello scialpinismo, ci sono alcune considerazioni interessanti da fare: la prima è che la formula della “Sprint”, pur con qualche modifica che andrà apportata, sembra funzionare, anche a livello televisivo (stasera su Rai Sport+, alle 19, un resoconto dell’intera manifestazione). “Credo che sia una novità interessante per creare qualcosa di nuovo – dice l’atleta Manfred Reichegger – anche se è così breve che la differenza la fanno solo i cambi di assetto: togliere le pelli, rimettere gli sci, e via. La componente fisica in così pochi metri è praticamente nulla. E poi non sarebbe male fare queste prove nei centri abitati, con la neve sparata, così da avere anche il pubblico, che era uno degli obbiettivi di questa formula che permette di avere tutto sotto agli occhi”. Marco Camandona, alpinista e organizzatore di una delle più amate gare del settore, il Tour du Rutor (che, in quanto classica gara biennale, quest’anno non si terrà), è d’accordo e propone di alzare il dislivello: “Invece di 70 metri di potrebbe arrivare quasi a 100, così da rendere minimamente significativa anche la componente fisica, e non solo il coordinamento e la velocità dei cambi di assetto”. Andrea Bazzani, ingegnere che si occupa ti tecnologie dei materiali da skialp, ritiene che l’idea sia interessante, “anche se quando si prendono formule da altri sport è importante poi apportare le modifiche che tengono conto delle specificità dello scialpinismo”.
Partecipazione
Rispetto alla notturna a coppie (gara unica) che si teneva gli anni scorsi nel comprensorio di Pila, il numero dei partecipanti non è cresciuto, complice una formula a pacchetto che non permetteva di scegliere a menù fra gare e pernottamenti. Se questa formula funziona in gare come la Pierra Menta o il Tour du Rutor perché la percezione del concorrente è quella di andare a fare una sola gara a tappe, qui i tre giorni non sono stati intesi come un’unica manifestazione. Anche il pubblico è mancato, specie sui percorsi, complice indubbiamente il freddo. “Ma anche se ci fossero stati dieci gradi in più – dice l’organizzatore della Pilaskyrace Christian Fiou – non sarebbe cambiato molto: è una questione culturale. In ogni caso siamo contenti perché le cose sono andate bene. Sicuramente dovremo sederci per analizzare il tutto e correggere il tiro su alcuni fronti”. “Forse – sottolinea Marco Camandona – è proprio vero che sport come lo scialpinismo, in Italia, passano ancora nell’indifferenza nelle grandi città, mentre nei piccoli centri di valle sono vissuti come qualcosa di vicino e importante”.
Losca
PILASKYRACE “SPRINT” – VENERDÌ 18 DICEMBRE 2009
Classifica Maschile: 1) TRENTO Denis (ITA) 2’49’’05; 2) RIZ Martin (ITA) 2’49’’59; 3) PELLICIER Alexandre (FRA) 2’54’’76; 4) BRUNOD Dennis (ITA) 2’55’’45; 5) BON MARDION William (FRA) 3’03’’40; 6) JORNET BURGADA Kilian (SPA) 3’06’’61; 7) REICHEGGER Manfred (ITA); 8) BONNET Nicolas (FRA); 9) ECOEUR Yannick (SUI); 10) EYDALLIN Matteo (ITA)
Classifica Femminile: 1) ROUX Letitia (FRA) 3’34’’67; 2) DUSAUTOIR Sophie (AND) 3’48’’82; 3) VIRO MARELA Mireia (SPA) 3’50’’29; 4) MARTINELLI Francesca (ITA) 3’51’’71; 5) ESSL Michaela (AUT) 3’54’’31; 6) PEDRANZINI Roberta (ITA) 4’09’’76; 7) VALMASSOI Martina (ITA); 8) PRUGGER Lydia (AUT); 9) CLOS Corinne (ITA); 10) MERRIL Monique (USA).
PILASKYRACE “INDIVIDUALE NOTTURNA A TECNICA CLASSICA” – SABATO 19 DICEMBRE 2009
Classifica Maschile: 1) JORNET Burgada Kilian (ESP) 1.19.26; 2) TROILLET Florent (SUI) 1.20.02; 3) REICHEGGER Manfred (ITA) 1.21.57; 4) LANFRANCHI Pietro (ITA) 1.22.46; 5) SBALBI Tony (FRA) 1.23.03; 6) RIZ Martin (ITA) 1.23.09; 7) ECOEUR Yannick (SUI) 1.23.27; 8) BRUNOD Dennis (ITA) 1.23.46; 9) HOLZKNECHT Lorenzo (ITA) 1.23.49; 10) BON MARDION William (FRA) 1.23.59
Classifica Femminile: 1) MIRO Varela Mireia (ESP) 1.34.03; 2) PEDRANZINI Roberta (ITA) 1.37.23; 3) ROUX Laetitia 1.41.37; 4) MARTINELLI Francesca (ITA) 1.43.23; 5) DUSATOIR Sophie (AND) 1.43.28
PILASKYRACE “PROMOTIONAL PURSUIT” - DOMENICA 20 DICEMBRE 2009
Classifica Maschile: 1) JORNET Burgada Kilian (ESP) 2:28:10; 2) REICHEGGER Manfred (ITA) 2:30:00; 3) BRUNOD Dennis (ITA) 2:37:01; 4) PEDRINI Daniele (ITA) 2:38:14; 5) FOLLADOR Alessandro (ITA) 2:39:51; 6) DEZULIAN Riccardo (ITA) 2:45:09; 7) TAUFER Alessandro (ITA) 2:52:21; 8) VILANA Joan (AND) 2:56:35; 9) STACCHETTI Matteo (ITA) 2:58:38; 10) GIGLIO Matteo (ITA) 3:01:18
Classifica Femminile: 1) MIRO Varela Mireia (ESP) 3:00:19; 2) PEDRANZINI Roberta (ITA) 3:00:20; 3) CLOS Corinne (ITA) 3:15:44; 4) GIANOTTI Raffaella (ITA) 3:39:00; 5) MERRIL Monique (USA) 3:48:01; 6) ROCCA Silvia (ITA) 3:53:31; 7) FERRANDOZ Marina (ITA) 4:02:22; 8) SILIYCH Nina (USA) 4:10:44; 9) BORGESIO Cristina (ITA) 4:42:25
Note:
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