Patrick Bohard vince il Tor des Géants 2015, Gianluca Galeati secondo
L’atleta transalpino era già stato protagonista al Tor del 2013, quando aveva chiuso la gara in quinta posizione, con il tempo di 78 ore e 47 minuti, dopo un inizio da lui stesso definito “catastrofico”. Quest’anno è partito con una attenzione maggiore, in campo alimentare e nella strategia, prudente nella prima parte e pronto a dare tutto nella seconda, come in realtà ha fatto. Anche se gli imprevisti, dovuti soprattutto a condizioni di tempo avverse, non sono certo mancati.
Patrick era stato in Valle d’Aosta a luglio a provare il tratto da Courmayeur a Donnas e ad agosto per affrontare i sentieri da Donnas a Courmayeur sul lato opposto, lungo il versante nord. “Sono venuto soprattutto per abituarmi alle quote; nel Jura, dove vivo, l’altezza massima delle cime arriva a 1700 metri. Il Tor des Géants è montagna pura, al cento per cento”.
Nel massiccio di casa comunque Bohard si è allenato per quasi tutto l’anno, iniziando con una performance sugli sci da fondo, 272 chilometri in 22 ore.
Al traguardo questo piccolo atleta francese di professione albergatore e runner appena dal 2008 (a indicazione che non si deve per forza essere giovanissimi per iniziare a fare grandi imprese) è arrivato decisamente stanco ma felice. Di poche parole già nella quotidianità non è stato loquace nemmeno sulla linea del traguardo. Forti però la commozione e sentito il ringraziamento a tutta la Valle d’Aosta che lo ha sostenuto con grande spirito sportivo lungo il tracciato.
Seconda posizione per Gianluca Galeati, classe 1983, runner di pianura, ovvero di San Pietro Terme (Bologna) e componente del Team Tecnica. Ha impiegato 80 ore e 44 minuti. Galeati ha iniziato a correre 7 anni fa, passando in tempi brevi dalla strada al sentiero.
Nelle gare internazionali che contano, vedi l’Utmb del 2013, ha sempre primeggiato tra gli italiani. Al Tor aveva già occupato un settimo posto nella classifica generale, una posizione decisamente migliorata con questo suo secondo posto, a soli 24 minuti dal vincitore. Sembrano tanti ma in una gara di 330 chilometri sono davvero una inezia. Per professione Gianluca si occupa della “qualità” in una azienda bolognese. Qui la qualità eccelsa l’ha dimostrata in prima persona. Sul traguardo una dedica speciale: a sua figlia in arrivo. E un ringraziamento all’organizzazione e ai volontari per avergli permesso di coronare un sogno e una avventura in condizioni difficili. Ad accoglierlo, oltre alla sua giovane compagna, anche Franco Collé, in vincitore dello scorso anno, più emozionato del suo “collega” in gara.
Sul terzo posto del podio ancora un transalpino, Christophe Le Saux, accolto con grandi applausi, con un tempo complessivo di 81 ore e 19 minuti. Anche perché ormai il riccioluto runner francese è un quasi valdostano. Si allena su questi sentieri, partecipa a molte altre gare ai piedi del Monte Bianco e oltretutto è salito sul podio del Tor per ben quattro volte. I tre fuoriclasse vanno finalmente a riposare ma molti altri giganti hanno ancora molta strada da affrontare.
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