Da Pila alla Patrouille: tutto lo scialpinismo in gara
Venerdì 18 dicembre a Pila, in Val d’Aosta, con la prima tappa della Coppa del mondo prende il via la stagione delle competizioni di scialpinismo.
1 / 4
PilaSkyRace: appuntamento per la prima tappa della Coppa del Mondo di sci alpinism oil 18 - 19 - 20 dicembre 2009 a Pila (AO)
Newspower
Si apre venerdì 18 dicembre a Pila, in Val d’Aosta, la grande stagione dello scialpinismo da gara, anche se le notturne hanno già acceso le fiaccole da qualche settimana. Un inverno (e una primavera) che non sappiamo ancora quanto bianco sarà, ma sappiamo che sarà lungo, almeno per chi gareggia con sci e pelli di foca: il sipario si chiuderà il 25 aprile 2010 con l’elvetica Patrouille des Glaciers. In mezzo i mondiali di Andorra e i 25 anni della francese Pierra Menta.
Ma procediamo con ordine. L’esordio valdostano è al fulmicotone, con tre gare in un colpo solo, di cui due prove di Coppa del mondo. Il tutto “open”, come è nello stile di questa disciplina in crescita esponenziale in questi ultimi anni, cioè aperte a tutto il popolo degli appassionati che partiranno e gareggeranno insieme ai campioni.
Pila: il via alla Coppa del mondo
Un inizio tutt’altro che in sordina, dunque, con tanto di grancassa mediatica e collegamenti in diretta dai campi di gara su Rai sport. Entriamo ora nel merito: la formula è particolare, anche un po’ complicata a dirla tutta. Sembrerebbero prove generali di seduzione del pubblico da parte degli organizzatori valdostani e dell’Ismf , la federazione internazionale di scialpinismo. Molti spunti arrivano dallo sci di fondo ma si strizza l’occhio anche alla formula 1! Un mondo che ricorda quello delle gare di arrampicata negli anno ’80, quando le discipline ufficiali delle gare federali dovevano ancora trovare una loro identità. Così qui tutto è fluido, in divenire, con una buona dose di sano spontaneismo. Proviamo a sintetizzare quel che sta per accadere a Pila: tre giorni di gare, dicevamo, 18, 19 e 20 dicembre 2009. La neve in quella zona delle Alpi non è tantissima ma i cannoni, complice il freddo, hanno fatto il loro dovere sulle piste dove, in gran parte, si sviluppano i percorsi. Niente a che vedere con manifestazioni come la Pierra Menta o il Tour du Rutor (in cui, con prove simili su più giorni, si accumulano i tempi delle squadre concorrenti in stile Tour de France). In questo caso tre giorni, tre gare totalmente diverse, alcune mai viste sotto il cielo dello skialp, tutte individuali. Le prime due valide per la Coppa del mondo.
Si comincia venerdì 18 dicembre con una sorta di warm-up, cioè con un riscaldamento "sprint" che servirà a formare la griglia di partenza del "garone" notturno del sabato. Ciò nonostante la "Sprint" (tale di nome e di fatto considerato che consta di 70 metri di dislivello in salita da percorrere parte con gli sci, parte a piedi per arrivare al cambio di assetto in cui i partecipanti rimetteranno gli assi ai piedi, toglieranno le pelli e si lanceranno verso un traguardo che, in molti casi, deciderà le posizioni sul filo dei centesimi di secondo) sarà anche valida di per sé per la Coppa del mondo appunto, e sarà corsa con una formula di partenza in linea di 8 concorrenti alla volta, con varie batterie a eliminazione. Una vera e propria incognita nel mondo dello skialp, visto che la formula è inedita. Negli auspici degli organizzatori la gara si presenta con le credenziali migliori della spettacolarità, specie per la finalissima. Batterie dal pomeriggio e collegamenti in diretta su Rai Sport. Tribune aperte al pubblico che potrà salire da Aosta con la cabinovia per assistere alla manifestazione come in un'arena. Si prosegue sabato 19 dicembre con la "Tecnica classica individuale" in notturna, ovvero un “ritorno” alla tradizione di questi anni, con dislivello positivo di 1589 metri e una quindicina di chilometri di sviluppo, in gran parte sulle piste del comprensorio sciistico di Pila, ma anche con un tratto tecnico in cresta. Il tutto, dicevamo, alla luce delle frontali. Chiusura domenica 20 dicembre con la "Pursuit", cioè la gara a inseguimento, non valida per la Coppa del mondo, diurna fuori pista, sempre che l’innevamento lo permetta: qui i primi concorrenti partiranno con i distacchi del giorno precedente. Poi il "resto del mondo”.
Dai mondiali di Andorra alla Patrouille des Glaciers 2010
La tentazione di divagare e di soffermarsi sulla miriade di manifestazioni che, non solo sull’arco alpino (dalla Russia ai Tatra, dagli Appennini ai Pirenei alle montagne del Nord America), stanno proliferando per dare sfogo ai tanti appassionati, è forte. Limitiamoci a notare che se la base dell’iceberg si allarga, la punta si alza. Ecco perché da questo mondo emergono figure che, agli occhi dei profani o di quanti gareggiavano negli anni ’80, assomigliano più a figure bioniche e mitologiche alla Blade runner che a esseri umani. Pensiamo al giovane spagnolo Kilian Jornet Burgada (che quando non c’è la neve si diverte a disintegrare i record di corsa in montagna, come nelle ultime due edizioni dell’Ultra Trail Tour du Mont Blanc) o alla cordata del Centro sportivo esercito, composta da Matteo Eydallin, Manfred Reichegger e Denis Trento, che all’ultimo Trofeo Mezzalama ha fatto segnare un tempo apparentemente inconcepibile, con 4h:01’, cioè poco sopra la “barriera del suono” delle 4 ore.
Fra le note “esotiche” si segnala il 20 febbraio 2010 la tappa di Cdm sull’Etna, montagna che in effetti meritava di essere tenuta in considerazione e su cui quest’anno si cimenteranno i più forti. Non solo: il Comune di Nicolosi ha deciso di dedicare la prova allo scomparso Lino Lacedelli.
Ai primi di marzo sarà la volta dei mondiali in Andorra (www.skimountaineering.org), il piccolo stato pirenaico che in questi anni si è imposto all’attenzione del mondo scialpinistico per aver “prodotto” atleti di valore. L’incognita è la stessa di tutte le discipline sportive del mondo verticale: sapranno i campionati mondiali essere all’altezza delle grandi classiche? Al momento la partita, almeno dal punto di vista dell’interesse del pubblico, degli appassionati e dei media, è vinta da queste ultime. A girare il coltello nella piaga la concomitanza dei mondiali con la Sellarondaskimarathon (5 marzo 2010) che, dopo la cancellazione dell’anno scorso per pericolo valanghe e la perdita dell’occasione di portare la Coppa del Mondo su quel mitico tracciato, non vedrà sulle sue nevi i più forti.
Subito dopo (dall’11 al 14 marzo 2010) sarà la volta dell’intramontabile classica moderna, la gara più tecnica del panorama, cioè la transalpina Pierra Menta che quest’anno compie un quarto di secolo. Dopo che l’anno scorso è stata tappa di Cdm quest’anno torna libera. Ci spieghiamo meglio: la “grande course” è una gara a coppie con 4 gare in 4 giorni classifiche che si accumulano giorno dopo giorno. La Coppa del mondo dell’anno scorso imponeva l’abbinamento con un compagno della stessa nazionalità. Qualcuno ha detto che questo ha impedito di presentare sulla linea di partenza avversari in grado di impensierire la coppia vincente degli azzurri Eydallin-Trento. Certamente fra le donne le italiane Martinelli e Pedranzini ne hanno tratto un gran bel vantaggio perché è indiscutibile che la francesina Laetitia Roux non abbia in Francia compagne all’altezza. Saprà trovarle altrove?
Infine sarà la volta della vallesana Patrouille des Glaciers, la maratona di New York dello scialpinismo con oltre 4000 partecipanti tra versione lunga (Zermat-Verbier) e corta (Arolla-Verbier). Partenze scaglionate tra il 21 e il 25 aprile 2010 e solite grane per chi punta in alto: formare cordate da 3 non è facile perché bisogna forzatamente imporre il divorzio a qualche coppia affiatata. Ma aprile è ancora lontano e avremo modo di tornare sull’argomento...
Ah dimenticavamo: abbiamo chiesto al campionissimo valsusino Matteo Eydallin di fare almeno un nome. “Attenzione – ha detto – dovremo tutti guardarci dal francese Didier Blanc!”.
LS
Ma procediamo con ordine. L’esordio valdostano è al fulmicotone, con tre gare in un colpo solo, di cui due prove di Coppa del mondo. Il tutto “open”, come è nello stile di questa disciplina in crescita esponenziale in questi ultimi anni, cioè aperte a tutto il popolo degli appassionati che partiranno e gareggeranno insieme ai campioni.
Pila: il via alla Coppa del mondo
Un inizio tutt’altro che in sordina, dunque, con tanto di grancassa mediatica e collegamenti in diretta dai campi di gara su Rai sport. Entriamo ora nel merito: la formula è particolare, anche un po’ complicata a dirla tutta. Sembrerebbero prove generali di seduzione del pubblico da parte degli organizzatori valdostani e dell’Ismf , la federazione internazionale di scialpinismo. Molti spunti arrivano dallo sci di fondo ma si strizza l’occhio anche alla formula 1! Un mondo che ricorda quello delle gare di arrampicata negli anno ’80, quando le discipline ufficiali delle gare federali dovevano ancora trovare una loro identità. Così qui tutto è fluido, in divenire, con una buona dose di sano spontaneismo. Proviamo a sintetizzare quel che sta per accadere a Pila: tre giorni di gare, dicevamo, 18, 19 e 20 dicembre 2009. La neve in quella zona delle Alpi non è tantissima ma i cannoni, complice il freddo, hanno fatto il loro dovere sulle piste dove, in gran parte, si sviluppano i percorsi. Niente a che vedere con manifestazioni come la Pierra Menta o il Tour du Rutor (in cui, con prove simili su più giorni, si accumulano i tempi delle squadre concorrenti in stile Tour de France). In questo caso tre giorni, tre gare totalmente diverse, alcune mai viste sotto il cielo dello skialp, tutte individuali. Le prime due valide per la Coppa del mondo.
Si comincia venerdì 18 dicembre con una sorta di warm-up, cioè con un riscaldamento "sprint" che servirà a formare la griglia di partenza del "garone" notturno del sabato. Ciò nonostante la "Sprint" (tale di nome e di fatto considerato che consta di 70 metri di dislivello in salita da percorrere parte con gli sci, parte a piedi per arrivare al cambio di assetto in cui i partecipanti rimetteranno gli assi ai piedi, toglieranno le pelli e si lanceranno verso un traguardo che, in molti casi, deciderà le posizioni sul filo dei centesimi di secondo) sarà anche valida di per sé per la Coppa del mondo appunto, e sarà corsa con una formula di partenza in linea di 8 concorrenti alla volta, con varie batterie a eliminazione. Una vera e propria incognita nel mondo dello skialp, visto che la formula è inedita. Negli auspici degli organizzatori la gara si presenta con le credenziali migliori della spettacolarità, specie per la finalissima. Batterie dal pomeriggio e collegamenti in diretta su Rai Sport. Tribune aperte al pubblico che potrà salire da Aosta con la cabinovia per assistere alla manifestazione come in un'arena. Si prosegue sabato 19 dicembre con la "Tecnica classica individuale" in notturna, ovvero un “ritorno” alla tradizione di questi anni, con dislivello positivo di 1589 metri e una quindicina di chilometri di sviluppo, in gran parte sulle piste del comprensorio sciistico di Pila, ma anche con un tratto tecnico in cresta. Il tutto, dicevamo, alla luce delle frontali. Chiusura domenica 20 dicembre con la "Pursuit", cioè la gara a inseguimento, non valida per la Coppa del mondo, diurna fuori pista, sempre che l’innevamento lo permetta: qui i primi concorrenti partiranno con i distacchi del giorno precedente. Poi il "resto del mondo”.
Dai mondiali di Andorra alla Patrouille des Glaciers 2010
La tentazione di divagare e di soffermarsi sulla miriade di manifestazioni che, non solo sull’arco alpino (dalla Russia ai Tatra, dagli Appennini ai Pirenei alle montagne del Nord America), stanno proliferando per dare sfogo ai tanti appassionati, è forte. Limitiamoci a notare che se la base dell’iceberg si allarga, la punta si alza. Ecco perché da questo mondo emergono figure che, agli occhi dei profani o di quanti gareggiavano negli anni ’80, assomigliano più a figure bioniche e mitologiche alla Blade runner che a esseri umani. Pensiamo al giovane spagnolo Kilian Jornet Burgada (che quando non c’è la neve si diverte a disintegrare i record di corsa in montagna, come nelle ultime due edizioni dell’Ultra Trail Tour du Mont Blanc) o alla cordata del Centro sportivo esercito, composta da Matteo Eydallin, Manfred Reichegger e Denis Trento, che all’ultimo Trofeo Mezzalama ha fatto segnare un tempo apparentemente inconcepibile, con 4h:01’, cioè poco sopra la “barriera del suono” delle 4 ore.
Fra le note “esotiche” si segnala il 20 febbraio 2010 la tappa di Cdm sull’Etna, montagna che in effetti meritava di essere tenuta in considerazione e su cui quest’anno si cimenteranno i più forti. Non solo: il Comune di Nicolosi ha deciso di dedicare la prova allo scomparso Lino Lacedelli.
Ai primi di marzo sarà la volta dei mondiali in Andorra (www.skimountaineering.org), il piccolo stato pirenaico che in questi anni si è imposto all’attenzione del mondo scialpinistico per aver “prodotto” atleti di valore. L’incognita è la stessa di tutte le discipline sportive del mondo verticale: sapranno i campionati mondiali essere all’altezza delle grandi classiche? Al momento la partita, almeno dal punto di vista dell’interesse del pubblico, degli appassionati e dei media, è vinta da queste ultime. A girare il coltello nella piaga la concomitanza dei mondiali con la Sellarondaskimarathon (5 marzo 2010) che, dopo la cancellazione dell’anno scorso per pericolo valanghe e la perdita dell’occasione di portare la Coppa del Mondo su quel mitico tracciato, non vedrà sulle sue nevi i più forti.
Subito dopo (dall’11 al 14 marzo 2010) sarà la volta dell’intramontabile classica moderna, la gara più tecnica del panorama, cioè la transalpina Pierra Menta che quest’anno compie un quarto di secolo. Dopo che l’anno scorso è stata tappa di Cdm quest’anno torna libera. Ci spieghiamo meglio: la “grande course” è una gara a coppie con 4 gare in 4 giorni classifiche che si accumulano giorno dopo giorno. La Coppa del mondo dell’anno scorso imponeva l’abbinamento con un compagno della stessa nazionalità. Qualcuno ha detto che questo ha impedito di presentare sulla linea di partenza avversari in grado di impensierire la coppia vincente degli azzurri Eydallin-Trento. Certamente fra le donne le italiane Martinelli e Pedranzini ne hanno tratto un gran bel vantaggio perché è indiscutibile che la francesina Laetitia Roux non abbia in Francia compagne all’altezza. Saprà trovarle altrove?
Infine sarà la volta della vallesana Patrouille des Glaciers, la maratona di New York dello scialpinismo con oltre 4000 partecipanti tra versione lunga (Zermat-Verbier) e corta (Arolla-Verbier). Partenze scaglionate tra il 21 e il 25 aprile 2010 e solite grane per chi punta in alto: formare cordate da 3 non è facile perché bisogna forzatamente imporre il divorzio a qualche coppia affiatata. Ma aprile è ancora lontano e avremo modo di tornare sull’argomento...
Ah dimenticavamo: abbiamo chiesto al campionissimo valsusino Matteo Eydallin di fare almeno un nome. “Attenzione – ha detto – dovremo tutti guardarci dal francese Didier Blanc!”.
LS
Note:
Links Planetmountain | |
Competizioni scialpinismo |
Ultime news
Expo / News
Expo / Prodotti
Casco Mammut a basso profilo per arrampicata e alpinismo.
Uno scarpone dal taglio mid-cut agile e leggero per hiking su terreni misti.
Rinvio arrampicata super versatili con moschettone Keylock
Un secondo strato termico robusto ed efficace.
Scarpette arrampicata per bouldering e per scalare in palestra.
Scarpe da tempo libero AKU Nativa Canvas