Coppa Italia Paraclimb, la gara di Montebelluna e alcune considerazioni
Domenica 20 novembre si è svolta a Montebelluna (TV) la tappa di Coppa Italia Paraclimb con atleti provenienti da varie regioni d'Italia, una giornata all'insegna dello sport e dell'inclusione sociale avvenuta inserendo anche una gara boulder Under 14 del circuito regionale e la Festa dello sport organizzata dall' A.C.S.I. Veneto.
L'unico rammarico? Essere soltanto una delle due associazione sportiva affiliata F.A.S.I. in Italia ad aver organizzato una tappa del circuito Coppa Italia Paraclimb Lead quest’anno. L'altra infatti è Rock Time Pistoia, che domani ospiterà la seconda tappa di Coppa Italia che varrà anche come Campionato Italiano, alle quale non bisogna dimenticare gli altri due appuntamenti di quest'estate: la Paraclimbing Speed di Mezzolombardo e la Paraclimbing World Cup a Campitello di Fassa.
OK, non ci saranno rimborsi che arrivano dalla Federazione per le tappe di C.I. Paraclimb, con 23 iscritti non arrivi a pagarti le coppe, le pulizie della palestra, l'ambulanza ecc., ci si rimetterà del tempo sulla tracciatura che non ti verrà rimborsata come succede nelle altre categorie in quanto i numeri non lo permettono, il “pulire” delle linee di salita per permettere ai visivi di scalare senza mettere mani e piedi su altri appigli o appoggi risulta essere ai fini commerciali della palestra sconveniente perchè il giorno dopo i soci si trovano con parecchie vie in meno rispetto al solito… Mi chiedo però da Presidente di una associazione sportiva di modeste dimensioni se questi “problemi” sono così insormontabili che non ci siano strutture e associazioni ben più grandi alle quali non possa interessare di mettere a disposizione per una domenica la loro palestra per eventi di questo genere.
Da parte mia quello che posso dire è che, al di là degli introiti e delle spese sostenute, quello che mi porto a casa è la soddisfazione di aver visto scalare più di cento atleti di varie categorie insieme, aver dato la possibilità ad un ragazzo normodotato di vedere scalare ragazzi amputati, non vedenti, con problemi neurologici o ragazzi con difficoltà intellettivo relazionali con la stessa determinazione ed entusiasmo, risolvere passaggi con tecniche nuove e adattate alle proprie esigenze. Un continuo imparare e rimanere a bocca aperta. Ecco, uno scambio reciproco che se non lo permettiamo noi per primi, non avverrà mai.
Paolo Michielini
A.s.d. Orizzonti Verticali
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