Coppa del Mondo Boulder 2023: Brooke Raboutou e Mejdi Schalck vincono la prima tappa a Hachioji
Chi la dura la vince. Sabato scorso le stelle si sono finalmente allineate per Brooke Raboutou che, davanti ad un pubblico in delirio totale, ha vinto il debutto stagionale della Coppa del Mondo Boulder 2023 ad Hachioji in Giappone dopo essersi piazzata seconda e terza innumerevoli volte. La 22enne statunitense, prodigiosa figlia degli ex campioni di arrampicata sportiva Robyn Erbesfield e Didier Raboutou, si è assicurata la sua prima medaglia d'oro in Coppa del Mondo con una schiacciante vittoria grazie a 3 top. Questo primo posto, più che meritato, spezza l'egemonia di Janja Garnbret e di Natalia Grossman che insieme hanno dominato le ultime 17 tappe di Coppe del Mondo Boulder. Infatti, per trovare un'altra atleta che sia salita sul gradino più alto del podio bisogna risalire a Vail 2018 quando Alex Puccio ha deliziato il suo pubblico di casa.
Dopo la semifinale a guidare la classifica provvisoria è stata la tedesca Hannah Meul che ha iniziato brillantemente anche l'ultimo round, risolvendo il blocco #1 al primo colpo. Purtroppo per lei non è riuscita a mantenere questo ritmo nei successivi tre blocchi e alla fine si è piazzata seconda con 1 top e 3 zone. Tutte le altre finaliste - Anon Matsufuji, Ayala Kerem, Zhilu Luo e Mia Krampl - non sono riuscite a chiudere nemmeno un blocco e sono stati spareggiate in base alle zone raggiunte.
Mentre la gara femminile si è rivelata entusiasmante, la cerimonia del podio di sabato sera è stato un evento toccante, con lacrime di gioia mescolate a lacrime di tristezza. Le atlete hanno infatti ricordato il loro compagno Christoph Schweiger, morto tragicamente in un incidente stradale poche settimane prima. Hannah Meul e l'intera squadra tedesca avevano indossato una fascia nera in segno di lutto, e dopo la gara la 22enne ha spiegato "Questa competizione è stata la più dura in assoluto dal punto di vista emotivo. La cosa più importante in questa gara è stata portare il mio compagno di squadra Christoph Schweiger nel mio cuore. Sarebbe dovuto essere qui per gareggiare e mostrare cosa sapeva fare. Quindi, era importante godere di questo dono della vita che abbiamo, e arrampicare. L'amore che abbiamo e che tutti condividiamo per l'arrampicata è qualcosa che non può morire. Volevo arrampicare per lui. Alla fine mi ha dato molta forza."
La gara maschile domenica ha richiesto il solito mix di forza e coordinazione, ed è qui dove il giovane francese Mejdi Schalck ha dato il meglio di sé. Schalck è indubbiamente la cosa più elettrizzante nel boulder da quando David Lama ha fatto irruzione sulla scena nel 2006. Schalck si è assicurato la sua seconda vittoria con un'incredibile dimostrazione di tecnica raffinata, forza pura, rabbia e determinazione, e i suoi 2 top e 3 zone avrebbero potuto facilmente essere di più. Hannes Van Duysen ha vinto l'argento aggiudicandosi la storica prima medaglia di Coppa del Mondo del Belgio, mentre il compagno di squadra di Schalck Paul Jenft ha messo a segno una prestazione straordinaria vincendo la sua prima medaglia di bronzo. Dopo una semifinale durissima (campioni indiscussi come Tomoa Narasaki, Yannick Flohé e Yoshiyuki Ogata non sono nemmeno riusciti a salire oltre le zone), i boulder proposti dai tracciatori in finale erano ben calibrati. Da notare che immediatamente dopo la gara il blocco #4, salito da nessuno, è stato chiuso da Schalck in scarpe da ginnastica non appena gli è stato spiegato come fare. Nella seconda tappa di Coppa del Mondo a Seoul il prossimo fine settimana non lo fermerà nessuno.