Yosemite e tutti i parchi nazionali statunitensi chiusi, anche per i climbers
Mentre i turisti avevano tempo fino alle ore 15:00 di ieri per lasciare il parco, chi in quel momento era impegnato sulle big wall sta ancora continuando a scalare. Ieri infatti nel suo ElCap report Tom Evans ha scritto "Gli arrampicatori in parete non saranno interessati e potranno scendere e prendere le loro cose senza problemi." Il che significa che troveranno un parco insolitamente vuoto, come commenta un lettore: "Immagino che sarà surreale, specialmente per chi scende venerdì dopo l'evacuazione."
Alcuni si chiedono se i climbers in parete sanno dello stop, ma che la notizia si sia diffusa anche in alto non c'è dubbio: mentre provava il passaggio chiave di Freerider, una delle più importanti vie in libera che solca El Capitan, James Lucas ha sentito chiaro e forte il messaggio "Government shutdown. Lo Yosemite National Park sarà chiuso alla ricreazione" riverberare sul liscio granito. Da notare che il passaggio non è sul primo tiro, ma oltre metà parete...
Chi invece è appena arrivato - come per esempio la disabile francese Vanessa François che dopo un anno e mezzo di allenamenti proprio quest'autunno sognava di salire la via Zodiac su El Capitan assieme a Marion Poitevin e Liv Sansoz, si trova attualmente bloccata all'uscita del parco. E con nessuna data ancora prevista per un possibile accordo in congresso e la conseguente riapertura dei parchi, molti climbers si stanno avviando verso altri siti di arrampicata.
Ricordiamo che questa non è la prima volta che i parchi nazionali statunitensi chiudono i battenti: nel 1995 erano stati chiusi per 5 giorni mentre nel 1996 lo stop è durato 22 giorni. Un danno, anche economico, non indifferente: secondo la rivista Outside l'ultimo shutdown è costato ai parchi quasi 14 milioni di dollari al giorno!
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