Ultima fiamma per il Dain
Ultima fiamma la via aperta da Rolando Larcher, Tiziano Bucccella e Geremia Vergoni sulla parete sud est del Piccolo Dain in Valle del Sarca.
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Rolando Larcher sale il 7° tiro di Ultima Fiamma, Piccolo Dain, Valle del Sarca.
arch Rolando Larcher
Pensate al Dain e pensate alle sue vie. E, per chi non conosce la grandiosa parete che fa da sentinella alla Valle del Sarca, aggiungete che ogni linea tracciata su quel calcare da favola merita assolumente di essere salita. Mettete poi che una di queste balzi alle cronache due anni dopo l'apertura e la prima rotpunkt. Questa è la storia dell' “Ultima fiamma”, la “nuova” via che Rolando Larcher, Tiziano Bucccella e Geremia Vergoni hanno aperto e poi liberato tra l'autunno del 2006 e la primavera del 2007 sul Dain.
Ultima fiamma corre a sinistra di “Luce di primo mattino” aperta da Marco Furlani e Andrea Andreotti e, come dicevamo, anche se è “vecchia” di due anni è totalmente inedita e per ora non ha ripetizioni. “Complessivamente” ci ha detto Rolando Larcher “è una via parecchio impegnativa psicologicamente (gli spit sono sempre distanti), non ha gradi altissimi ma sono sempre sostenuti e continui”.
Per noi una cosa è sicura: chi conosce il Dain e le sue vie sa che questi 350 metri, con difficoltà di 7c+/8a max e 7b (Expo) obbligatorio, sono garanzia di grande e bellissima arrampicata!
ULTIMA FIAMMA di Rolando Larcher
Ultimi giorni di novembre, dopo oltre due anni d’attesa, il trio si è finalmente ricomposto, per vivere quest’ennesima bella giornata di un autunno generoso. Siamo sulla cima del Dain, mi gusto il vuoto e la vista che mi circondano come fosse la prima volta, sapendo che mai questi orizzonti mi potranno annoiare. Con me due buoni compagni, il “Perugino intrepido” Geremia Vergoni e “Tato, bicipite quieto” Tiziano Buccellla. Alle tante siamo riusciti a far combaciare il tutto, cosa che con il passar del tempo diventa sempre più impegnativa, districandosi tra lavoro, figli, imprevisti ed una giornata di sole.
Dalla cima ripercorriamo a ritroso l’ultima via aperta sulla splendida parete del Dain, chiudendo il cerchio della nostra avventura con una sessione fotografica.
Da anni osservavo questa bella linea indipendente, che poco a sinistra di “Luce di primo mattino”, portava sino in cima, nel punto più esteso della parete. Ero attirato da quel missile rosso, quella specie di fiamma, che caratterizza la prima parte e sapevo che prima o poi ci avrei messo le mani.
L’occasione buona arrivò, quando anche Geremia osservando la stessa linea mi propose d’affrontarla assieme. Onestamente devo anche aggiungere, che dopo tante ripetizioni, vie nuove e vie liberate su questa parete, era impossibile reprimere quel poco nobile sentimento di “proprietà privata” che provai.... Così per non farmi “soffiare” la via, unimmo le forze nel comune progetto.
In quel periodo ero impegnato su vari fronti e mi dispiaceva continuare a procrastinare la partenza, frenando lo scalpitio focoso di Gerry. Pertanto, fingendo un po’ di disappunto, gli mollai le briglie ed assieme al comune amico Tiziano, aprirono le danze. Finsi del disappunto per la mia dipartita, ben conscio di schivarmi una partenza decisamente poco gradevole, condita di cespugli e roccia friabile. L’unica utilità dell'invecchiare e che si diventa un po’ più furbi, evitando qualche fatica, lasciando largo ai giovani...
L’unica raccomandazione che feci, era che mi aspettassero prima di assaggiare la fiamma, il “primario”, entra in scena ed opera solo nel clou dell’intervento a cuore aperto, agli assistenti compete la “manovalanza”. I giovinastri però sono anche loro astuti e dopo essersi imboscati, risolvono la brutta partenza, aggirandola per delle cenge con una fissa. Poi proseguono e nonostante la poca esperienza, dimostrano subito il loro valore, aprendo un secondo tiro duro e obbligato.
Poco sopra dovrebbero fermarsi ed attendere il “vecchio”, ma la tentazione è troppa, come si fa a resistere e non mettere il dito nella marmellata? Così, in barba a me, non scappa solo un assaggio, sparisce quasi tutto il barattolo!! Una cosa non ho ancora ben capito, se si siano fermati a due terzi della fiamma per rispetto mio o per l'esaurimento delle loro braccia, meno male che la fiamma è lunga.
A questo punto sono dovuto inevitabilmente entrare in gioco, non ho mai aperto assieme a loro, ma capisco subito che sono motivati e nonostante alcune ingenuità, fin qui hanno fatto un gran lavoro. Sicuramente il notevole livello in falesia aiuta, ma non è facile trasformarlo direttamente, quando ci si trova su un muro liscio incognito, lo spit 2 metri sotto ai piedi e si armeggia con i cliff. Le braccia buone servono, ma solo se dirette da una mente fredda e determinata, bravissimi.
Mi diverto terminando il fatidico tiro della fiamma, egoisticamente lo speravo tutto per me, ma risultando il più impegnativo ed estetico della via, è cosa giusta che ognuno abbia potuto gustarsene un pezzetto. Ora abbiamo raggiunto la metà della parete, da qui in poi Tiziano non riuscirà più a venire, pertanto proseguiamo da soli e in due giorni impegnativi sbuchiamo in cima.
Siamo soddisfatti del risultato, una linea estetica, impegnativa e severa. Ognuno ha dato il meglio di sé, mettendo sempre gran spazio da uno spit all'altro, un po' per scelta ed un po' per un positivo e sano spirito di competizione sorto tra noi.
Adesso però il tutto va messo assieme per liberare integralmente la via, ma tentare questa rotpunkt inquieta non poco. Non ci sono difficoltà eclatanti, ma se sgomma un piede o salta una presa in qualsiasi punto della via, un gran salto è garantito ed in alcuni di questi luoghi non vorrei mai volare. Nonostante il timore, tutto fila liscio e anche la rotpunkt arriva, concludendo felicemente il progetto.
Rimaneva solo il nome da scegliere, cosa che talvolta risulta la più impegnativa da risolvere. Io desideravo proseguire con la mia personale saga dei “venti” con un bel Maestrale. Un nome forse presuntuoso, che però avrebbe dato merito all'itinerario ed al nostro operato, ma alla fine abbiamo deciso per un più diplomatico ed accondiscendente Ultima Fiamma.
Rolando Larcher - C.A.A.I.
Si ringrazia per il supporto: La Sportiva, Montura, Petzl
ULTIMA FIAMMA
Piccolo Dain (Valle del Sarca - Tn)
Parete sud est
Apritori: Geremia Vergoni, Tiziano Bucccella e Rolando Larcher, in 4 giorni tra l'autunno 2006 e la primavera 2007.
Prima libera: Rolando Larcher 29/09/2007
Difficoltà: 7c+/8a max; 7b expo obbl.
Materiale: 12 rinvii
Accesso: da Sarche seguire il sentiero per Ranzo. Dopo gli scalini superare il tratto piano. Al primo canale di ghiaia salire obliquoando a destra per traccie. raggiungere e seguire un cordino di acciaio: al suo termine l'attacco (30').
Ultima fiamma corre a sinistra di “Luce di primo mattino” aperta da Marco Furlani e Andrea Andreotti e, come dicevamo, anche se è “vecchia” di due anni è totalmente inedita e per ora non ha ripetizioni. “Complessivamente” ci ha detto Rolando Larcher “è una via parecchio impegnativa psicologicamente (gli spit sono sempre distanti), non ha gradi altissimi ma sono sempre sostenuti e continui”.
Per noi una cosa è sicura: chi conosce il Dain e le sue vie sa che questi 350 metri, con difficoltà di 7c+/8a max e 7b (Expo) obbligatorio, sono garanzia di grande e bellissima arrampicata!
ULTIMA FIAMMA di Rolando Larcher
Ultimi giorni di novembre, dopo oltre due anni d’attesa, il trio si è finalmente ricomposto, per vivere quest’ennesima bella giornata di un autunno generoso. Siamo sulla cima del Dain, mi gusto il vuoto e la vista che mi circondano come fosse la prima volta, sapendo che mai questi orizzonti mi potranno annoiare. Con me due buoni compagni, il “Perugino intrepido” Geremia Vergoni e “Tato, bicipite quieto” Tiziano Buccellla. Alle tante siamo riusciti a far combaciare il tutto, cosa che con il passar del tempo diventa sempre più impegnativa, districandosi tra lavoro, figli, imprevisti ed una giornata di sole.
Dalla cima ripercorriamo a ritroso l’ultima via aperta sulla splendida parete del Dain, chiudendo il cerchio della nostra avventura con una sessione fotografica.
Da anni osservavo questa bella linea indipendente, che poco a sinistra di “Luce di primo mattino”, portava sino in cima, nel punto più esteso della parete. Ero attirato da quel missile rosso, quella specie di fiamma, che caratterizza la prima parte e sapevo che prima o poi ci avrei messo le mani.
L’occasione buona arrivò, quando anche Geremia osservando la stessa linea mi propose d’affrontarla assieme. Onestamente devo anche aggiungere, che dopo tante ripetizioni, vie nuove e vie liberate su questa parete, era impossibile reprimere quel poco nobile sentimento di “proprietà privata” che provai.... Così per non farmi “soffiare” la via, unimmo le forze nel comune progetto.
In quel periodo ero impegnato su vari fronti e mi dispiaceva continuare a procrastinare la partenza, frenando lo scalpitio focoso di Gerry. Pertanto, fingendo un po’ di disappunto, gli mollai le briglie ed assieme al comune amico Tiziano, aprirono le danze. Finsi del disappunto per la mia dipartita, ben conscio di schivarmi una partenza decisamente poco gradevole, condita di cespugli e roccia friabile. L’unica utilità dell'invecchiare e che si diventa un po’ più furbi, evitando qualche fatica, lasciando largo ai giovani...
L’unica raccomandazione che feci, era che mi aspettassero prima di assaggiare la fiamma, il “primario”, entra in scena ed opera solo nel clou dell’intervento a cuore aperto, agli assistenti compete la “manovalanza”. I giovinastri però sono anche loro astuti e dopo essersi imboscati, risolvono la brutta partenza, aggirandola per delle cenge con una fissa. Poi proseguono e nonostante la poca esperienza, dimostrano subito il loro valore, aprendo un secondo tiro duro e obbligato.
Poco sopra dovrebbero fermarsi ed attendere il “vecchio”, ma la tentazione è troppa, come si fa a resistere e non mettere il dito nella marmellata? Così, in barba a me, non scappa solo un assaggio, sparisce quasi tutto il barattolo!! Una cosa non ho ancora ben capito, se si siano fermati a due terzi della fiamma per rispetto mio o per l'esaurimento delle loro braccia, meno male che la fiamma è lunga.
A questo punto sono dovuto inevitabilmente entrare in gioco, non ho mai aperto assieme a loro, ma capisco subito che sono motivati e nonostante alcune ingenuità, fin qui hanno fatto un gran lavoro. Sicuramente il notevole livello in falesia aiuta, ma non è facile trasformarlo direttamente, quando ci si trova su un muro liscio incognito, lo spit 2 metri sotto ai piedi e si armeggia con i cliff. Le braccia buone servono, ma solo se dirette da una mente fredda e determinata, bravissimi.
Mi diverto terminando il fatidico tiro della fiamma, egoisticamente lo speravo tutto per me, ma risultando il più impegnativo ed estetico della via, è cosa giusta che ognuno abbia potuto gustarsene un pezzetto. Ora abbiamo raggiunto la metà della parete, da qui in poi Tiziano non riuscirà più a venire, pertanto proseguiamo da soli e in due giorni impegnativi sbuchiamo in cima.
Siamo soddisfatti del risultato, una linea estetica, impegnativa e severa. Ognuno ha dato il meglio di sé, mettendo sempre gran spazio da uno spit all'altro, un po' per scelta ed un po' per un positivo e sano spirito di competizione sorto tra noi.
Adesso però il tutto va messo assieme per liberare integralmente la via, ma tentare questa rotpunkt inquieta non poco. Non ci sono difficoltà eclatanti, ma se sgomma un piede o salta una presa in qualsiasi punto della via, un gran salto è garantito ed in alcuni di questi luoghi non vorrei mai volare. Nonostante il timore, tutto fila liscio e anche la rotpunkt arriva, concludendo felicemente il progetto.
Rimaneva solo il nome da scegliere, cosa che talvolta risulta la più impegnativa da risolvere. Io desideravo proseguire con la mia personale saga dei “venti” con un bel Maestrale. Un nome forse presuntuoso, che però avrebbe dato merito all'itinerario ed al nostro operato, ma alla fine abbiamo deciso per un più diplomatico ed accondiscendente Ultima Fiamma.
Rolando Larcher - C.A.A.I.
Si ringrazia per il supporto: La Sportiva, Montura, Petzl
ULTIMA FIAMMA
Piccolo Dain (Valle del Sarca - Tn)
Parete sud est
Apritori: Geremia Vergoni, Tiziano Bucccella e Rolando Larcher, in 4 giorni tra l'autunno 2006 e la primavera 2007.
Prima libera: Rolando Larcher 29/09/2007
Difficoltà: 7c+/8a max; 7b expo obbl.
Materiale: 12 rinvii
Accesso: da Sarche seguire il sentiero per Ranzo. Dopo gli scalini superare il tratto piano. Al primo canale di ghiaia salire obliquoando a destra per traccie. raggiungere e seguire un cordino di acciaio: al suo termine l'attacco (30').
Note:
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